Luna Rossa, Emanuele Liuzzi: “Il canottaggio mi ha preparato all’America’s Cup”
Dall’armo azzurro all’essere ‘grinder’ della barca italiana. La conquista della Prada Cup e i messaggi dei tifosi dall’Italia
Aukland – Se il canottaggio e la vela abbiano delle similitudini, lo spiega Emanuele Liuzzi. Il grinder di Luna Rossa, in questi giorni ad Aukland in preparazione alla prossima edizione dell’America’s Cup, aiuta a capire il suo ruolo in barca. Lo racconta a Il Faro online direttamente dalla base di Luna Rossa. C’è il lockdown ad Aukland in queste ore e il livello 3 di massima allerta anti Covid ha frenato le gare con Emirates, che sarebbero state in programma nella notte italiana del 6 marzo. Si andrà un po’ più in là per la Coppa America, dopo il 10 marzo (leggi qui), aspettando che l’emergenza pandemica dia respiro a un bellissimo sogno, che tutti gli italiani appassionati di vela stanno vivendo.
Anche Emanuele lo sta facendo. Ed è orgoglioso tantissimo di far parte del team azzurro di Luna Rossa. La Nazionale Italiana del Mare. Ci sono le Frecce Tricolori, c’è la Ferrari, c’è l’Italia Team Olimpica, l’Italia Team Paralimpica e poi c’è Luna Rossa. Una bandiera, un simbolo di nazionalità tricolore che accende i sogni, soprattutto in questo difficile 2021 di Covid. E l’equipaggio, dall’altra parte del mondo, guidato da James Spithill e Francesco Bruni al timone (leggi qui), punta dritto al traguardo prima di Emirates. Anche Liuzzi ha puntato il suo traguardo nel canottaggio molte volte e sull’affascinante ‘otto azzurro’, una barca che richiede l’ausilio appunto di otto canottieri insieme al timoniere, ha raggiunto importanti obiettivi sportivi: ai fortunati Mondiali di Sarasota del 2017(leggi qui) Emanuele si mise il bronzo al collo, proprio insieme ai suoi compagni dell’armo azzurro. Così viene definita la ‘barca a otto’.
Fa parte delle Fiamme Oro e la Polizia di Stato ha il ‘suo motore su Luna Rossa’. E’ Emanuele a macinare nodi, con le sue sole braccia. Insieme a Romano Battisti e Nicholas Brezzi spinge l’Ac 75 fino a 50 nodi, circa 100 chilometri orari (leggi qui), manovrando la manovella del ‘grinder’. Il vento nelle vele, la carena snella e leggera in acqua, spinta dai foil laterali, fanno il resto mentre Liuzzi fatica e suda, con la schiena diretta verso la prua. Come nel canottaggio. Un canottiere non lo vede il traguardo, gli da le spalle e la stessa cosa Liuzzi la vive su Luna Rossa. Come un vero e proprio canottiere. Perché l’atleta delle Fiamme Oro lo è. E pure vincente.
Essere arrivato alle finali dell’America’s Cuprappresenta un grande sogno avverato per lui e si sente fortunato perché Liuzzi è entrato in corsa nel progetto velistico, quando già era in piedi da tre anni (leggi qui). Ma è stato accolto subito con professionalità e calore sportivo. E’ importante essere uniti e l’equipaggio di Luna Rossa ha membri affiatati, che si motivano gli uni con gli altri, per strappare il trofeo più antico alla storia. Non sarà facile farlo, ma Emanuele accresce la passione per la vela e si allena tutti i giorni, ammirando le vecchie edizioni dell’America’s Cup. Il Moro di Venezia prima e proprio Luna Rossa poi. Nel 2000 la barca di Bertelli c’aveva provato per la prima volta. Adesso ad Aukland fa il bis e Liuzzi si gode un mondo nuovo ma meraviglioso. E’ preparato per farlo. I durissimi allenamenti nel canottaggio e le difficili gare disputate lo hanno preparato per un’avventura del genere e non a caso è uno dei grinder a bordo. Solo un canottiere che governa l’acqua con i remi sa come ‘badare alle onde del mare’. Certo, non è la stessa cosa se il vento incide di più rispetto ad uno specchio di gara più ristretto nel canottaggio, ma quel gesto dimostra di sapere di che pasta è fatto il mare e di che pasta è fatto lui.
Come per tutti i velisti della squadra azzurra, anche Emanuele ha la sua famiglia in Nuova Zelanda. Suo figlio Ferdinando, come lui stesso dice a Il Faro online, è il primo tifoso di Luna Rossa e sente l’affetto degli italiani lontanissimi. Ma il cuore e l’entusiasmo arriva a loro, fino a lì. Messaggi, commenti via social. Emanuele Liuzzi è grato a chi segue la sua avventura e quella del team. E con la schiena verso la prua, macina nodi e velocità, puntando al sogno più grande. Quello della Coppa America.
Caro Emanuele, sei uno dei canottieri di Luna Rossa. Come stai affrontando questa avventura? Quanto è faticoso per voi come ‘grinder’ il ‘lavoro’ in barca?
“Sto vivendo questa avventura nel migliore dei modi. Sia in barca che a terra sono molto concentrato su quello che bisogna fare. Mi sento molto fortunato di essere qui. Sono arrivato solo 10 mesi fa, quando questo progetto era avviato e ormai da più di tre anni, quindi mi sento fortunato di far parte dei velisti dell’Ac 75. Noi atleti del canottaggio abbiamo sempre fatto un allenamento molto duro. Siamo abituati a soffrire, come si dice.. abbiamo fatto preparazione sia per il quadriennio olimpico del 2012 che del 2016. Sono più di 8 anni che lavoriamo a ritmi veramente elevati. Girare in barca oggi non penso sia così faticoso, come remare nel canottaggio. Rispetto al canottaggio le pulsazioni credo siano più basse”.
Hai vinto la Prada Cup. Quali sono stati i tuoi primi pensieri? Sei felice di disputare l’America’s Cup? Quali sono le tue emozioni più sentite?
“Appena ho tagliato il traguardo dell’ultimo match mi sono detto: “Ora posso dire di andare a fare una finale di Coppa America. Spesso guardo le vecchie finali su youtube e vedo quante imbarcazioni ci sono sulla linea del traguardo oppure nel campo regata. Sono curioso di sapere quante persone seguiranno questa gara”.
Sei un canottiere dell’Armo azzurro. Sei abituato evidentemente a gareggiare in team in acqua. Quali sono le differenze tra il canottaggio e la vela in questo specifico caso?
“La mia specialità nel canottaggio era l’otto. E’ simile alla vela. Nell’otto più il timoniere c’è un alto spirito di gruppo e di team, su Luna Rossa è lo stesso che siamo in undici. Il mio ruolo era quello di essere sempre il motore della barca. E qui ad Aukland è la stessa cosa. Sono con la schiena verso la prua. Nell’otto andavo a 10 nodi, mentre qui si sale moltissimo fino a 50”.
A chi dedichi la qualifica nella Coppa America e la vittoria della Prada Cup?
“Sicuramente alla mia famiglia. A mia moglie Martina che mi segue sempre e il mio piccolo Ferdinando che è il primo tifoso di Luna Rossa”.
A nome dei tuoi compagni, vuoi dare un messaggio ai tifosi italiani che vi stanno seguendo?
“Sono veramente tanti i messaggi che mi inviano ogni giorno i tifosi italiani. Sia su Instagram che su Facebook. Mi fanno sentire affetto e spero di rientrare nella storia per renderli felici”.
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