Max Procopio: “Duello al cardiopalma tra Luna Rossa e New Zealand”
L’ex componente del Moro di Venezia punta tutto sulla partenza. Se la Coppa tornasse in Europa sarebbe evento storico
“Il livello è altissimo, come una finale dei 100 metri di atletica leggera, e sono le sfumature, neanche più i particolari, a fare la differenza. Sanno tutti che devono giocarsela fino all’ultimo e sanno di essere alla pari. C’è grande equilibrio e alla fine, se continuerà così, sarà stressante e faticoso da sopportare per tutti ma molto emozionante“. Sono le parole di Max Procopio, ex componente del memorabile equipaggio del Moro di Venezia, che nel 1992 vinse la Louis Vuitton Cup, il trofeo degli sfidanti, dopo il 2-2 tra Team New Zealand e Luna Rossa nell’America’s Cup.
“Nelle ultime due sfide, come peraltro nella Prada Cup, è stata decisiva la partenza. Si è riproposto lo stesso cliché della barca sottovento che riesce a far saltare quella di sopravvento. Nella prima bolina della seconda regata Luna Rossa non è riuscita a trovare a destra quel ‘click’ di vento che le serviva. Mentre i neozelandesi nella seconda sono riusciti a partire con quel mezzo metro di slancio in più. Comunque si conferma che le barche sono molto simili e chi riesce a mettere la prua davanti in partenza poi continua a capitalizzare un vantaggio notevole, perché manda sempre l’avversario dalla parte sbagliata, e riesce a controllare il duello, in un campo così stretto, e quindi a gestire al meglio il vantaggio iniziale“, ha aggiunto Procopio.
Max Sirena, skipper di Luna Rossa, ha parlato di tanti errori commessi, dopo le ultime due regate. “Nella seconda regata probabilmente la partenza, nel momento in cui New Zealand ha dovuto poggiare ha preso velocità e sulla linea era perfetta allo zero, mentre Luna Rossa non ha forse preso quella stessa velocità attraversando la linea con un secondo di ritardo. Un altro errore probabilmente potrebbe essere stato il ritardo nell’entrata nel box, ma è oggettivamente difficile giudicare dalla televisione“, ha spiegato l’ex Moro di Venezia.
“La cosa interessante di queste barche è che, pur volando, non navigando più in maniera tradizionale, mantengono tutte le caratteristiche dei monoscafi. Alla fine, stanno su un foil, non sono più le linee dello scafo che comandano, ma si vede che c’è una barca che riesce a fare più prua dell’altra. Si sono quindi mantenute tutte le caratteristiche dei monoscafi che rendono affascinante il match race e si mantengono anche le tecniche del match race, accelerate di 3-4 volte in termini di velocità rispetto al passato. E’ quindi un format destinato a durare. Qui si vede molto di più la regata rispetto ai catamarani. E’ interessantissimo poi che New Zealand e Luna Rossa siano due barche completamente diverse. Quella dei kiwi sembra un catamarano con una parte rigida al posto della rete. Sono aerodinamicamente differenti eppure sono lì, testa a testa“, ha sottolineato Procopio.
“Il 2-2 dopo quattro regate? Io ero partito con un 50 e 50 e sono contento di questo primo risultato, dal punto di vista dello spettacolo aiuta molto, e sono felice di vedere che Luna Rossa lottare alla pari nono stante lo svantaggio rispetto al Defender che gioca in casa ed è partito prima di tutti nella progettazione della barca, Sono contento di vedere che abbiamo un equipaggio di grandissimo livello e da ex del Moro di Venezia sono anche contento che da ieri abbiamo lasciato il testimone a loro per il numero di vittorie in una finale di America’s Cup“, ha spiegato l’ex componente del Moro di Venezia. “Pressioni psicologiche ora per James Spithill? Lui è nato con l’America’s Cup, nella sua prima è stato il timoniere più giovane, per lui non dico sia come andare in ufficio la mattina ma fa parte della sua realtà. Poi vedo un affiatamento totale con Checco Bruni“.
In fine parlando del futuro della competizione Procopio ha sottolineato che “in caso di successo di Luna Rossa, l’America’s Cup tornerebbe in Europa e questo sarebbe un bene, perché l’evento avrebbe 400 milioni di potenziali spettatori con un fuso orario ridotto, un po’ come era stata nel 2007 a Valencia, l’edizione che viene ricordata come la migliore di sempre. E in Europa sarebbe aperta chiaramente anche all’ingresso o al ritorno di altri Team“. (adnkronos)
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