Il padel in Italia: origini, caratteristiche e praticanti
10 mila persone praticano la nuova disciplina, anche ex campioni dello sport
Una crescita esponenziale in Italia negli ultimi 5 anni. E praticato anche da chi l’attività agonistica in altri sport, l’ha lasciata da tempo. Il padel sta prendendo piede in tutto il Paese e anche nel mondo. Ex campioni olimpici, ex calciatori tra i quali anche Francesco Totti, si dilettano a praticare questa disciplina che permette di divertirsi e di restare in forma.
Nato in Messico nel 1969 grazie all’ingegno e alle esigenze logistiche di Enrique Corcuera, il padel si è diffuso in tutto il mondo, conservando le caratteristiche tecniche delineate dal suo fondatore. Infatti, per esigenze casalinghe Corcuera decise come doveva essere il gioco e il campo in cui praticarlo. Voleva costruire il campo in casa sua e aveva dei muri a ridosso dello spazio disponibile. Allora concepì l’idea di accogliere quei muri stessi come parte integrante del campo. Lo regolamentò e poi lo chiamo come si conosce oggi ‘padel’.
Dal 2010 in Italia è sotto l’egida della Federazione Italiana Tennis e vede ormai migliaia di praticanti e di centri sportivi in cui poterlo praticare. Anche in tempi di Covid, dove i regolamenti sanitari lo permettono, il padel si può praticare come il tennis, in quanto permette il distanziamento tra le persone. La tipologia di racchetta con cui si gioca è più corta con circonferenza più ampia rispetto a quella normale, per il tennis. Si deve cambiare però, nessuna ‘padella’ così chiamata è eterna. Dipende dai materiali, dalla frequenza di gioco e anche le condizioni meteo. Umidità, caldo e freddo. In quanto può subire usure. La fibra di vetro con cui è costruita è meno resistente di quella al carbonio, più delicata. La schiuma Eva è più resistente della Foam. Indicazioni da buoni intenditori, per chi il padel lo conosce bene.
In ogni partita una racchetta realizza circa 300 colpi e in base ad alcuni studi, è stato stimato che un giocatore si dedica alla disciplina tre volte alla settimana a livello intermedio o avanzato. Dovrebbe cambiare pala ogni sei mesi. Mentre un giocatore intermedio o principiante, ogni tre mesi. In base al livello di pratica. Un professionista ne cambia dieci all’anno. Con i continui colpi subìti sia il vetro che la schiuma interna possono avere delle usure e si consumano. E non si può aggiustare. Bisogna avere molta cura della padella da gioco. E’ necessario asciugarla bene quando si è giocato in ambiente bagnato oppure umido, evitare di tenerla in macchina con temperature eccessive, in freddo o caldo, usare l’adesivo appropriato (il protector) che aiuta ad attutire i colpi sui vetri e sulle grate, in modo da non creare crepe. E’ consigliato l’utilizzo di custodie termiche, dove riporre la pala quando si è terminata la partita e mantenere alto l’overgrip per una sempre ottima presa con la pala e ridurre i colpi azzardati e malfatti.
E quando si capisce che è il momento di cambiarla? Quando la pala presenta alterazioni nel colore o scrostamento del top in alcuni punti. Quando ha delle crepe nella zona centrale, indicanti che la schiuma si è sgonfiata. Quando perde la potenza nei colpi e quando perde il rimbalzo. La palla è simile a quella che si usa nel tennis.
Si delinea una ‘padelmania’ in Italia. Sono circa 8 mila gli uomini che praticano questo nuovo sport e quasi 3000 le donne. In tutto in Italia sono circa 10 mila i praticanti totali. Tutte le informazioni per praticare il padel e trovare notizie su di esso sono inserite nel blog ‘Mr Padle Paddle’.
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