Crisi Alitalia, ViviAmo Fiumicino: “Urge un piano di rilancio con investimenti mirati”
“Diverse compagnie aeree stanno già ampliando la loro flotta. Alitalia sta andando verso tutt’altra direzione e questo non incoraggia il Paese”
Fiumicino – “Ottima iniziativa quella da parte delle sigle sindacali aeroportuali, che hanno organizzato la manifestazione di ieri, 26 marzo 2021, presso l’aeroporto intercontinentale Leonardo da Vinci di Fiumicino (leggi qui), la quale ha visto la partecipazione dei dipendenti Alitalia e di altri lavoratori del comparto aeroportuale, a cui si è aggiunta la presenza dei politici locali di maggioranza e di opposizione, tra i quali il Presidente Mario Baccini, che è stato tra i promotori di parte politica che hanno fornito loro un sentito sostegno bipartisan”. Così, in una nota, ViviAmo Fiumicino per il centro studi di Mario Baccini.
“Ci preme però far notare, – prosegue il Comitato – l’assenza sia dei media nazionali, che dei politici non del territorio, come ad esempio dei rappresentanti dell’attuale Governo, come a fare intendere che il futuro di questa azienda, sia in realtà già scritto e che il suo ridimensionamento sia solo una questione di tempo. Ricordiamo che Alitalia dallo scorso anno è diventata di nuovo un’azienda pubblica, tant’è che il 100% delle sue azioni le detiene il Ministero dell’Economia e delle Finanze e che pertanto le sorti di questa azienda, non possono passare soltanto per il Ministero dello Sviluppo economico, bensì devono necessariamente vedere la partecipazione collegiale, dell’intero Governo e dell’arco politico parlamentare.
Forse sfugge loro il fatto, che il paventato ridimensionamento di Alitalia, che da quanto presentato dal Governo nel piano industriale, prevede un dimezzamento della flotta aerea, provocherà ripercussioni in termini di esuberi, licenziamenti o ammortizzatori non adeguati per migliaia di dipendenti, non solo di questa azienda, ma anche inevitabilmente di altre ad essa collegate. Il suddetto piano industriale, seppur dettato da imposizioni da parte dell’UE, non può prescindere dagli effetti che provocherebbe sia nei confronti dei propri dipendenti, anche in considerazione dell’impatto sociale che ne scaturirebbe, ma anche a livello di immagine internazionale, che il nostro Paese subirebbe, applicandolo così come è stato previsto.
Alitalia è la nostra compagnia di bandiera, da sempre simbolo dell’italianità nel Mondo, apprezzata dai viaggiatori per i suoi altissimi standard di qualità dei servizi offerti e sicuramente un’eccellenza di cui per anni siamo andati fieri. Col passare del tempo, però, si sono susseguite una serie di scelte sbagliate, se non scellerate, da parte anche della politica, che hanno portato quest’azienda nella situazione attuale, per la quale ci sembra inaccettabile che a pagarne tutte le conseguenze siano solo i dipendenti”.
“Relegare ad essa un ruolo di mera comparsa, – sottolinea ViviAmo Fiumicino – nell’ambito delle compagnie aeree internazionali, non vuol dire solo decretare la sua fine, ma anche e soprattutto, dare un messaggio sbagliato alla Nazione, ovvero quello di non credere nella ripresa e nella ripartenza non solo di Alitalia, ma anche del nostro Paese.
Diverse compagnie aeree, infatti, si stanno già attrezzando, ponendo in essere ingenti investimenti, ampliando la loro attuale flotta, per farsi trovare pronte nel momento in cui finirà questa pandemia, lanciando indirettamente così anche un messaggio positivo, non solo al comparto aeroportuale, ma anche dell’economia in generale. Alitalia, invece, sulle cui decisioni pesa anche il ruolo del Governo, essendo difatti pubblica, a quanto pare, sta andando verso tutt’altra direzione, e questo di sicuro non incoraggia il Paese. Né tantomeno le migliaia di piccole e medie imprese o le migliaia di attività commerciali, anche a conduzione familiare, che costituiscono la spina dorsale dell’economia italiana, sono incoraggiate da questa scelta, infondendo loro un messaggio non positivo, visto il periodo infelice di generale congiuntura economica e vedendo anche un certo atteggiamento passivo della politica.
Molte volte, trasmettere fiducia nei mercati e sul futuro può fare la differenza e di sicuro questo è uno di quei momenti, che ricordiamo, è il peggiore dal dopoguerra. In un Mondo in cui le distanze, si vanno sempre più ad accorciare, in cui i cittadini di una singola Nazione, in realtà, sono considerati cittadini del Mondo, ci sembra paradossale, che la compagnia di bandiera del nostro Paese, rinunci a questo “disegno” condiviso e che la politica, in questo caso il Governo, non faccia di tutto per ridare ad Alitalia, l’importanza e il prestigio che merita, per ridare dignità ai suoi dipendenti, per dare modo ai cittadini italiani di viaggiare orgogliosamente da un capo all’altro del Mondo, per dare modo ai viaggiatori di altre Nazioni di poter scegliere di volare con Alitalia, premiando così l’indiscussa e riconosciuta qualità italiana, per dare, infine, al Paese tutto, un’importante, anzi fondamentale occasione di rilancio”.
“Il nostro – conclude il Comitato – vuole pertanto essere un invito che rivolgiamo al Governo e alla politica, affinché non solo non si proceda al ridimensionamento di Alitalia, ma che al contrario, venga posto in essere un piano di rilancio e di espansione, con nuovi investimenti in tal senso mirati”.
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