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Civitavecchia, sgombero delle case Ater di via XVI Settembre: i chiarimenti dell’azienda

29 marzo 2021 | 16:34
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Civitavecchia, sgombero delle case Ater di via XVI Settembre: i chiarimenti dell’azienda

Il Direttore generale Emiliano Clementi: “L’Ater si è vista costretta a sporgere querela nei confronti di alcuni inquilini”

Civitavecchia – “In relazione al comunicato stampa de l’Unione Inquilini di Civitavecchia, totalmente fuorviante della realtà dei fatti, ed in alcuni passaggi anche diffamatorio, lo scrivente, nella propria veste di Direttore Generale dell’Ater del comprensorio di Civitavecchia, si trova costretto a dover ripristinare la verità di quanto accaduto“. Così in un comunicato stampa il direttore generale dell’Ater di Civitavecchia,  Emiliano Clementi, risponde a l’Unione Inquilini di Civitavecchia che recentemente ha chiesto all’Ater di ritirare la querela sporta nei confronti di due assegnatari (leggi qui).

“Nello stabile di Via XVI settembre 23 – scrive Clementi -, dato il forte degrado dello stesso, nell’anno 2019 l’Ater ha avviato un importante intervento di riqualificazione, atto a migliorare sensibilmente la qualità della vita degli inquilini stessi, che si sarebbe dovuto concludere in pochi mesi.

Per questo motivo l’Ater, con ampio anticipo rispetto alla data di avvio delle opere, ha avvisato ognuno degli inquilini assegnatari della necessità di lasciare ingombri gli appartamenti onde consentire l’esecuzione degli interventi. Ogni singolo nucleo familiare è stato ricollocato temporaneamente presso strutture ricettizie ed i relativi beni collocati temporaneamente in custodia presso un deposito (ove gli assegnatari hanno avuto accesso in diverse occasioni, ad esempio per fare il cambio del vestiario della stagione). Il tutto è avvenuto a spese dell’Ater.

Una volta avviati gli interventi sullo stabile di Via XVI Settembre n.23, sono emersi gravi abusi edilizi effettuati da alcuni inquilini che hanno compromesso gravemente la stabilità dell’intero stabile.

A causa di tali criticità, certificate da una perizia giurata di un tecnico specializzato, che evidenziava la pericolosità della permanenza all’interno del fabbricato, l’Azienda ha dovuto necessariamente sospendere detto intervento al fine di verificare le soluzioni più idonee da adottare, al fine di mettere in sicurezza tutti i nuclei famigliari residenti in Via XVI Settembre n.23.

Naturalmente, tale verifica ha necessitato anche il confronto dell’Azienda con i diversi organi istituzionali ed operatori professionali, con la conseguenza che i tempo inizialmente previsti per l’esecuzione dell’opera (ed il rientro degli inquilini all’interno degli appartamenti) hanno subito una notevole dilatazione temporale, poi aggravata ulteriormente dal sopraggiunto ed imprevisto blocco delle attività disposto in ragione dell’emergenza pandemica nazionale.

Al fine di limitare il disagio degli inquilini fuoriusciti dallo stabile di Via XVI Settembre n.23, ricollocati presso altre strutture ricettizie (le quali per loro natura non sono in grado di garantire nel lungo periodo lo stesso confort ed abitabilità di un appartamento), l’Azienda in ragione dell’imprevista ed incolpevole dilatazione dei tempi verificatasi ha ritenuto corretto reperire all’interno del proprio patrimonio immobiliare, appartamenti analoghi a quelli oggetto di assegnazione ove collocare gli inquilini stessi, temporaneamente e per la sola durata dei lavori assegnatari.

In tali appartamenti, ovviamente, vi è stata necessità di effettuare interventi edili necessari a rendere confronti alla vigente normativa gli ambienti e gli impianti.

Appare utile evidenziare che gli appartamenti assegnati agli inquilini, temporaneamente e per la durata dei lavori necessari a garantire la doverosa messa in sicurezza dello stabile di via XVI Settembre n.23 minata da censurabili e irresponsabili abusi di alcuni sono tutti conformi alle previsioni normative in materia di Erp e non, come falsamente e temerariamente affermato nel comunicato stampa de l’Unione Inquilini di Civitavecchia, “…non conformi agli standard abilitativi regolamentari”.

Pur avendo la disponibilità di tali temporanee sistemazioni, alcuni inquilini si sono rifiutati di trasferircisi, affermando di voler restare all’intero della struttura recettizia fino a quando non sarebbe stato offerto un appartamento di loro gradimento.

Va da se che gli alloggi che l’Ater mette a disposizione delle persone bisognose non possono essere oggetto di scelta soggettiva ma, al contrario, di oggettiva assegnazione in base a precisi parametri di legge. Così come non il denaro pubblico gestito da Ater non può essere impiegato a soddisfare i capricci di alcuno.

Chiaro ciò, l’Ater ha più volte, sia informalmente che formalmente, informato dli inquilini richiamati nel comunicato stampa de l’Unione Inquilini di Civitavecchia, di quanto previsto dalle leggi ottenendo, per tutta risposta, un inopinato rifiuto al trasferimento e determinando, di fatto, un’occupazione senza titolo della struttura ricettizia.

Tale occupazione ha determinato (e sta continuando a determinare) inevitabilmente pregiudizi, anche economici, in capo all’Azienda, che rischia di vedersi privare, a causa dell’inopinata condotta di tali inquilini, di importanti risorse economiche che potrebbero investire, invece, per alleviare il disagio abilitativo di altri.

Per questi motivi (e solo per questi), stante i profili di illegittimità evidenziati ed il pervicace atteggiamento di detti inquilini, l’Ater si è vista costretta a sporgere nei confronti di questi ultimi la doverosa querela.

Va da se – conclude il Direttore – che eventuali atteggiamenti minatori, volti a ricercare il trattamento di favore verso alcuni, in spregio alle regole normative ed indanno di tante persone bisognose, non verranno mai tollerati ed anzi contrastati con tenacia e determinazione”.

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