La vittoria inaspettata: l’emozione che sorprende i campioni al traguardo
Un piccolo viaggio tra le esultanze degli azzurri. La Pellegrini nei 200 metri e Filippo Tortu nei 100 del record in pista
Ci sono alcuni sport o momenti di esso in cui gli atleti sanno solo dopo. Lo spettatore segue da casa, tifa dagli spalti o tifava (prima del Covid) ed è il primo a festeggiare la vittoria. Capita invece che il protagonista della battaglia sportiva sappia solo in seguito del suo immenso primato, della sua intensa vittoria, del suo oro grandioso.
Nuoto, tuffi, sci alpino, atletica leggera. Nelle discipline in cui si corre con il tempo in corsia, in pista e sul tartan quelle gioie trionfanti arrivano, dopo che lo spettatore, i giudici e gli addetti ai lavori già applaudono a 4 mani. Non due. La storia delle Olimpiadi, quella dei Mondiali e di altre competizioni lo mostrano chiaramente. E quello stupore improvviso, di una gioia vincente che manifesta la consapevolezza di aver scalato centesimi e avversari, si mostra nei gesti e nelle parole dei campioni. Una cosa accomuna due vittorie nel nuoto e nella stessa competizione iridata. A ai Mondiali di nuoto di Budapest, sia Federica Pellegrini che Gregorio Paltrinieri hanno esultato nello stesso modo, dopo aver cercato di calmarsi nel respiro affannoso dell’arrivo all’ultima piastra toccata. E’ stata l’acqua a risentire della loro rabbia agonistica. Quell’acqua della piscina domata per Greg o rimontata per Fede. Entrambi non sapevano di avere vinto il titolo mondiale e allora, seppur avvertito nella velocità delle bracciate e nell’esperienza accumulata in carriera, quello sguardo verso il tabellone, una volta giunti al termine dei 200 metri stile o nei 1500 metri delle 50 vasche su e giù (leggi qui) è tutto quello che lo spettatore vorrebbe vedere, al termine di una gara, o che cerca, o che giustifica la sua passione per lo sport. Si ingrandiscono gli sguardi per la sorpresa e si riempiono di lacrime. Hanno menato entrambi l’acqua la Pellegrini e Paltrinieri. Lanciando al cielo pugni di rivalsa e felicità da campione e campionessa. Hanno stretto gli occhi e assaporato il momento di gloria cercato e agognato.
Anche Tania Cagnotto non sapeva. E quando sono i punti a dover essere calcolati nei tuffi, può succedere anche per la campionessa mondiale di Kazan di esultare dopo. Dopo che lo spettatore a casa e i giornalisti che raccontavano, già la celebravano come la migliore al mondo. E’ arrivato così il primo oro iridato in carriera, nel metro individuale da un trampolino in cui la Cagnotto, oggi mamma felice due volte, ha dovuto attendere in attesa spasmodica ed emozionante. Tra le braccia di papà Giorgio, Tania aspettava come mai prima aveva fatto. Quell’oro poi conquistato, una volta arrivato si è rivelato nella gioia più grande (leggi qui). E lei lo ha saputo solo dopo. Come accaduto a Marta Bassino a Cortina. L’urlo della campionessa mondiale di parallelo è giunto al traguardo, con quello stupore comune ai tifosi che seguivano dai divani italiani. Neanche lei sapeva, a pochissimi secondi a margine della gara (leggi qui). Una competizione a specchio con l’avversaria le modalità sono state diverse. Perché anche per Luca De Aliprandini era stato così. Ma lui ha dovuto aspettare le discese degli altri avversari nel gigante dei Mondiali suggestivi, disputati senza spettatori tra le Dolomiti, per mettersi l’argento al collo e quindi anche lui ha esultato con sorpresa (leggi qui).
E quella gioia doppia del nuoto paralimpico? Quel settembre del 2019 resterà negli annali per sempre. Doppio oro per l’Italia nei 100 farfalla. Un titolo conquistato da due azzurri, amici e compagni di squadra della Nazionale azzurra. Federico che ultimo secondo in gara si gira a guardare Simone che avanzava, nello stesso istante in cui lui toccava la piastra mondiale di Londra. Entrambi campioni iridati Morlacchi e Barlaam ed entrambi a stupirsi (leggi qui). Mani davanti alla bocca e sguardo sorpresissimo. Uno in braccio all’altro in acqua. Non ci credevano neanche loro, occhi sul tabellone. Come non ci credevano i tifosi sugli spalti e i telecronisti a bordo vasca. Una esultanza arrivata dopo. Un po’ comune nel nuoto, quando la testa all’ultimo si volta verso il tabellone e sta lì l’emozione più intensa per tutti. “Cosa proverà l’atleta, una volta visto il tempo ottenuto?”. Questa domanda prende per mano l’attesa degli appassionati. Come l’attesa era stata spasmodica nella primavera del 2018. Filippo Tortu era sceso nei tempi nei suoi 100 metri del record italiano. A Madrid l’atleta azzurro nel giugno del 2018, settimo al mondo nella gara regina delle Olimpiadi, lo ha saputo in seguito di aver registrato il primato degli anni duemila. Tra le braccia di papà Savino allenatore quel tempo di 9”99 ha rimbombato nel suo cuore, dopo che il cronista di Madrid lo aveva annunciato (leggi qui). Ma è stata una sorpresa per Filippo. Come fu inaspettato il crono di Rieti due centesimi in meno, incredibile. Ma senza omologazione per colpa del vento Eolo che lo aveva spinto più veloce. Almeno sembra. Ma intanto Filippo veloce velocissimo era andato verso il traguardo.
Arianna Fontana ha atteso la vittoria decisa alle Olimpiadi Invernali del 2018 tra le braccia di suo marito Anthony (leggi qui) emozionatissima e al culmine di una crisi di pianto. L’oro nei 500 metri dello short track era la fotofinish. E durante l’orario del pranzo italiano, quando in Corea del Sud era sera, la futura campionessa olimpica sulla distanza non ci credeva. Eppure fu così. Arianna lo ha saputo dopo la gara che aveva vinto e la gioia è stata tantissima.
Sono i momenti più belli dello sport. La sorpresa dell’atleta, la vittoria inaspettata. Il record cercato e quasi accantonato dai pensieri, ma poi arrivato con tutta la sua forza agonistica. Sono i momenti improvvisi della vittoria nello sport, attimi che inviteranno sempre lo spettatore a guardare, a tifare, ad attendere insieme al campione e alla campionessa, gli istanti che per sempre resteranno nella memoria e nella storia.
(foto@AugustoBizzi)
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