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5G, il sì della Camera all’innalzamento fino alla soglia massima dei limiti di esposizione

31 marzo 2021 | 13:20
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5G, il sì della Camera all’innalzamento fino alla soglia massima dei limiti di esposizione

Il lato oscuro di un mondo sempre più interconnesso: intervista del “Faro online” all’economista Maria Alejandra Guglielmetti

Lo scorso 24 marzo, la IX Commissione (Trasporti, Poste, Telecomunicazioni) della Camera dei Deputati ha approvato un parere con osservazioni alla Proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, esprimendosi favorevolmente all’aumento dei limiti di emissione elettromagnetica nell’ambito dello sviluppo del 5G.

La proposta di alzare i limiti era già stata presentata lo scorso anno da Vittorio Colao, che allora presiedeva la task force governativa (nel Comitato tecnico-scientifico), e poi ritirata dal Governo.
La proposta si ripresenta, proprio ora che Colao, top manager delle multinazionali del 5G, ex Vodafone, attualmente nel CdA del colosso Verizon nonché neo-ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale.

Si legge nel testo approvato:
“si assumano le necessarie iniziative per garantire un pieno ed efficace sviluppo delle reti 5G, incoraggiando l’integrazione tra fornitori e soggetti committenti di servizi innovativi al fine di consentire il pieno dispiegamento delle enormi possibilità di sviluppo che tale nuovo paradigma tecnologico offre al nostro Paese e assicurando un adeguato sostegno, anche finanziario, per accelerare tale processo;
si valuti l’opportunità di destinare maggiori risorse per le infrastrutture digitali, in particolare le reti mobili 5G, unitamente alla previsione di risorse ad hoc per il superamento del Digital Divide”.

Su quanto il 5G, oltre a portare con sé criticità per la salute pubblica, sia in grado di assicurare “enormi possibilità di sviluppo” e in che termini, il “Faro online” lo ha chiesto all’economista Maria Alejandra Guglielmetti.

La New Generation EU punta sulla digitalizzazione e sulla Rete 5G come motore di crescita. In molti siamo convinti che l’utilizzo massivo di nuove tecnologie migliorerà la qualità delle nostre vite. È possibile sostenere il contrario?

Infatti, potrebbe sembrare difficile dimostrare che digitalizzazione e 5G possano arrecare danni alla collettività. L’utilizzo quotidiano di strumenti digitali, la politica, i media, la pubblicità ci riempiono di promesse, che in parte stiamo già sperimentando: potremo sfruttare l’impiego sempre più massivo di tecnologie dell’informazione (smartphone, smart tv, data base ad accesso libero, ecc.) in tutti gli ambiti della nostra vita (famiglia, scuola, lavoro, ecc.) grazie a dispositivi sempre più veloci e meno costosi; sono anche numerosi gli esempi di servizi pubblici in grado potenzialmente di migliorare la qualità della vita della collettività, mettendo a disposizione dei cittadini servizi di ogni genere, da remoto e in tempo reale, ad esempio: monitoraggio del traffico, ricerca sanitaria, ecc.

Il lato oscuro di un mondo sempre più interconnesso, quello che non vediamo oppure che non vogliamo o non possiamo vedere, è però ben noto ai regolatori ed a numerosi ricercatori in molteplici discipline che si sforzano di mettere in guardia sugli effetti delle evoluzioni in corso: ambientali, sulla salute, sociali, economici, etc.

Senza dover far necessariamente riferimento agli esperti, basta richiamare solo alcuni esempi tratti dalla vita quotidiana:
È davanti agli occhi di tutti che l’e-commerce sta distruggendo il piccolo e medio commercio e genera lavoro mal retribuito.
Siamo tutti costretti ad interfacciarci con i call center. Le aziende pubbliche e private impiegano lavoratori italiani mal retribuiti e, quando possono – ci provano sempre! -, call center situati in altri paesi con retribuzioni ancora più basse. Adesso hanno iniziato ad utilizzare robot intelligenti (magari avete già parlato con Toby di Vodafone), i quali tra poco tempo sostituiranno lavoratori italiani e stranieri mal pagati ma che hanno la brutta abitudine di ammalarsi o protestare. Questo succederà non appena i robot avranno imparato, grazie alle nostre domande, ad interagire sul maggior numero di ambiti possibile, riducendo al minimo l’intervento umano.

Ci troviamo già da molto tempo in piena trasformazione digitale, quindi, gran parte dei rischi e degli impatti sono ben visibili. Quali esempi ci può fare per farci comprendere le relazioni causa-effetto.

Il cambiamento tecnologico è presentato come un motore di crescita. Tuttavia da anni, ben prima della pandemia, si oscilla tra un lento declino della crescita economica e la recessione.

La crescita del divario tra ricchi e poveri. Secondo l’ultimo rapporto Oxfam , in Italia solo tre persone concentrano nelle loro tasche più soldi di quanti ne ha il 10% di tutta la popolazione.

Livelli di disoccupazione cronica che vanno di pari passo con la crescita della disuguaglianza. Nelle aziende dove lavoriamo, già da alcuni anni abbiamo potuto constatare che l’automazione inizia a prendere il sopravvento su lavori poco qualificati, come lavori manuali, funzioni di supporto d’ufficio ma anche nei servizi di tecnologia dell’informazione, e che comincia anche a penetrare in molti settori e industrie sostituendo anche lavori qualificati (ad esempio, contabilità, erogazione dei mutui, consulenza gestionale, pianificazione finanziaria, servizi di assistenza legale e varie specialità mediche, tra cui radiologia, medicina generale o persino chirurgia).

Un sempre maggior accumulo di profitti, specialmente, ma non solo, nelle mani dei colossi dell’economia digitale (Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft, in primis). Questa evidenza è particolarmente rilevante perché può essere ritenuta una delle principali cause degli effetti negativi del cambiamento tecnologico al quale stiamo assistendo. Non ultimo, la Rete 5G aggraverà i già noti impatti della digitalizzazione sull’ambiente e sulla salute.

Dott.ssa Maria Alejandra Guglielmetti
Economista, ha conseguito un Master in Economia del Lavoro ed un Master in Business Administration. Ha più di 30 anni di esperienza in ambito consulenziale, di cui 20 in qualità di dirigente. Negli ultimi 15 anni ha fornito supporto, in ambito Risk Governance e Conformità, alle funzioni di controllo e alle aree di business in numerosi gruppi finanziari, approfondendo anche le novità regolamentari in ambito 5G e tecnologie innovative (cloud, Internet delle Cose, Big Data, ecc.). Ha sviluppato una rilevante esperienza nella progettazione ed erogazione di corsi di formazione sulla gestione dei rischi, con focus, negli ultimi due anni, sulle tecnologie innovative e 5G. È stata anche consulente della Banca Interamericana di Sviluppo, ai fini del disegno e dell’implementazione di un modello di supporto alle Start Up tecnologiche, e Associated Expert presso l’Organizzazione Internazionale del Lavoro.
(Il Faro online)