Autostrada Roma-Latina, la Cisl: “Metteremo a ferro e fuoco la Regione”
Il segretario Cecere: “I cittadini non possono più aspettare tempi e ricorsi del tribunale: sono decenni che il territorio ha bisogno di quest’opera”
Latina – “Si è tenuto ieri, 13 aprile, un incontro con l’assessore Mauro Alessandri riguardo le infrastrutture del Lazio: nel corso della riunione si è posto l’accento sulla realizzazione dell’autostrada Roma-Latina. L’Assessore ha riproposto lo schema della riprogettazione, la quale, a suo dire, era già iniziata a ottobre dello scorso anno”. Inizia così una nota diffusa dalla Cisl di Latina.
“Forse ci siamo persi qualcosa – ha commentato il segretario generale della Cisl di Latina Roberto Cecere -. Noi siamo fermi ad una sentenza del Tar che dice che la Regione deve riaprire la vecchia gara d’appalto; se non lo farà Autostrade del Lazio, andrebbe nominato un commissario ad acta per l’applicazione di quest’ultima. Nel frattempo, stanno riprogettando l’autostrada con l’obiettivo di ottenere un minor impatto ambientale: questo comporterebbe la realizzazione di un’opera più smart, con un risparmio di circa 500 milioni di euro”.
“Naturalmente – continua Cecere – non sappiamo che fine faranno le opere di compensazione previste a ridosso della città di Latina. È un progetto molto fumoso. Siamo alle solite: bisogna mettere a ferro e fuoco la Regione. Dopo anni che discutiamo, adesso si parla di riprogettazione; con molta probabilità ci sarà la rimodulazione dei costi e degli investimenti, una mortificazione per Latina e per la provincia”.
“La politica locale si rivela nuovamente non all’altezza di gestire la costruzione di arterie così importanti per la regione. La politica – prosegue il segretario generale della Cisl di Latina – non può più trincerarsi dietro le giustificazioni provenienti da altri enti pubblici, che sia il Tar, il Cipe o il Ministero delle Infrastrutture, bensì deve diventare promotrice di un cambiamento di sistema. I cittadini non possono più aspettare tempi e ricorsi del tribunale: sono decenni che il territorio ha bisogno di quest’opera e siamo invece di fronte all’ennesima lungaggine burocratica”.
“Chi spiegherà l’ennesimo ritardo? Può bastare la giustificazione dei ricorsi o della riprogettazione? Noi crediamo che tali spiegazioni non bastino a scagionare la politica locale e regionale ed è per questo che ci battiamo per la realizzazione dell’opera, affinché tutti possano finalmente usufruirne”, conclude.
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