Fiumicino, omicidio di Tanina Momilia: confermata in Appello la condanna per Andrea De Filippis
Il delitto di Tanina resta senza un movente certo. Per la difesa De Filippis sarebbe stato vittima di “un’estraneazione dal corpo”
Fiumicino – La Corte d’assise d’Appello ha confermato oggi 15 aprile 2021 la sentenza di primo grado per l’omicidio di Maria Tanina Momilia: 17 anni e 9 mesi al personal tranier, Andrea De Filippis.
Confermato dunque il primo grado, del marzo 2020, con le attenuanti generiche, senza l’aggravante della crudeltà, più lo sconto di un terzo della pena per aver scelto il rito abbreviato.
La condanna per il delitto, in realtà, è di 16 anni e 9 mesi, ma un anno aggiuntivo è stato comminato per l‘omessa custodia di una pistola (sistemata in un luogo diverso da quello dichiarato). L’arma (legalmente denunciata), in realtà, con il delitto in sé non c’entra nulla (Tanina morì dissanguata dopo essere stata colpita da un elemento contundente), ma fu oggetto di indagine nell’immediatezza dei fatti.
Non riconosciuta dunque l’aggravante della crudeltà; sevizie e crudeltà per le quali si rischiava l’ergastolo, come avrebbero voluto il pubblico ministero, il Procuratore generale e le avvocatesse di parte civile Anna Maria Anselmi e Maria Grazia Cappelli.
Anche in questo dibattimento non si è riusciti a definire un vero movente del femminicidio. La difesa ha parlato di “estraneazione dal corpo” da parte di De Filippis, che si sarebbe “ripreso” dopo qualche giorno, per poi confessare.
Ricordiamo che la posizione originaria, a detta dello stesso reo confesso, fu “mi ha armato la mano il diavolo”. E a questo siamo rimasti, anche in Appello. Ora si aspettano le motivazioni della sentenza, per capire nel dettaglio il pensiero del collegio giudicante.