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Latina, furto e ricettazione di auto: 9 persone in manette

27 aprile 2021 | 09:46
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Latina, furto e ricettazione di auto: 9 persone in manette

Secondo le risultanze investigative gli arrestati intimidivano le vittime con telefonate minatorie e posizionando proiettili fuori casa

Latina – La Polizia di Latina ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Latina, su richiesta della locale Procura della Repubblica nei confronti di un 40enne, un 61enne, un 28enne, un 36enne, un 41enne e un 35enne, nonché alla misura degli arresti domiciliari nei confronti di un 46enne, un 62enne e un 31enne.

Ma il 40enne è attualmente irreperibile poiché trasferitosi per motivi di lavoro in Germania.
L’attività è stata svolta dagli agenti della Squadra Mobile pontina – Reati contro il Patrimonio – e del Commissariato di Cisterna di Latina, con il supporto di 10 equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine Lazio, Campania e Umbria.

Nel corso dell’operazione è stato eseguito il decreto di perquisizione personale e domiciliare emesso a carico degli indagati, e il decreto di sequestro preventivo di società, conti correnti, beni mobili ed immobili riconducibili alla famiglia, ritenuta dagli inquirenti il fulcro dell’organizzazione, di un valore superiore a 2 milioni di euro, secondo gli accertamenti patrimoniali svolti dalla Questura di Latina.

In proposito, durante l’attività di esecuzione sono stati rinvenuti e sequestrati nella disponibilità del 35enne 5 orologi Rolex, 1 orologio Cartier e la somma di circa 50mila euro in contanti.

Nel corso delle altre perquisizioni sono stati trovati a casa del 28enne circa 150 grammi di marjuana, materiale per il confezionamento ed un bilancino di precisione debitamente sottoposti a sequestro. Inoltre, presso l’abitazione di un 30enne, non destinatario di misura cautelare, è stata rinvenuta una pistola calibro 6.35 con matricola abrasa, sottoposta a sequestro. Per tali fatti, i due uomini sono stati tratti in arresto in flagranza di reato ed associati presso la locale Casa Circondariale a disposizione del PM di turno di Latina.

Il quadro indiziario attiene a condotte reiterate di ricettazione di veicoli di provenienza furtiva ricevuti ed immessi in città in modo sistematico, comprovate dai servizi tecnici di intercettazione che documentano le trasferte per il procacciamento dei veicoli e le trattative con gli acquirenti.

Non mancano modalità di acquisizione di profitto in modo estorsivo al fine di silenziare un rivenditore che pretende il pagamento di quanto dovuto, così come l’investimento dei proventi dell’attività illecita nella intestazione di una pluralità di immobili, conti correnti ed attività formalmente di fittizi intestatari, mero schermo del vero titolare che in tal modo si mette al riparo da possibili misure di prevenzione che lo possano attingere.

In particolare, l’indagine coordinata dal Sostituto Procuratore Giuseppe Miliano, nasce dalla denuncia querela sporta da un cittadino rumeno dopo che il medesimo aveva rinvenuto un proiettile inesploso di un’arma comune da sparo, sulla porta d’ingresso della propria abitazione.

Secondo le indagini, tale intimidazione era finalizzata a costringere la vittima a cedere la propria vettura, rinunciando al compenso pattuito nella somma di circa 20mila euro, che lo straniero avrebbe ricavato dall’incasso di 4 assegni di 5mila euro cadauno.

In particolare, un componente del gruppo oltre ad effettuare sull’utenza delle vittima telefonate minatorie allo scopo di farsi restituire i 4 assegni bancari, in una circostanza, lo avvicinava per strada e al fine di intimorirlo gli mostrava una pistola a tamburo. In un altro caso, invece, la vittima veniva raggiunta nella propria abitazione e costretta a scrivere a mano una falsa attestazione con la quale lo straniero dichiarava di aver ricevuto il pagamento della somma di 17mila e 500 euro da parte di uno dei componenti del gruppo per la vendita dell’autovettura Mercedes, specificando con detto documento di riconsegnare uno degli assegni bancari, e facendosi anche consegnare personalmente la somma di 600 euro “per il disturbo”.

In tale contesto, le intercettazioni telefoniche riscontravano il 46enne, titolare di una rivendita di auto e moto, con la complicità del 40enne. e il 61enne ricettavano autovetture rubate: nello specifico, veniva ricostruito come i predetti avevano ricevuto a Napoli, da persone rimaste ignote, quattro auto di media cilindrata, che ad esito di mirati accertamenti risultavano compendio di furto; i tre uomini nascondevano le autovetture al fine poi di porle in vendita ad ignari clienti sul territorio di Latina e provincia.

Nel prosieguo della medesima attività investigativa, si sviluppava un ulteriore filone d’indagine secondo il quale il 40enne, attraverso suoi stretti familiari, gestisse di fatto alcune società di compravendita auto, con una rivendita commerciale sita alla periferia di Latina.
L’intestazione fittizia dei beni da parte del 40enne costituisce l’espediente da quest’ultimo utilizzato per eludere gli effetti ablativi delle misure di prevenzione patrimoniale, posto che lo stesso risulta soggetto gravato da numerosi precedenti penali, in prevalenza per reati contro il patrimonio, alcuni dei quali passati in giudicato, e pertanto punibile ex art. 512 bis già art. 12 quinquies D.L. 306/92.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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