Istruzione, 19,8 milioni per potenziare i servizi offerti da scuola e università
Pacifico (Anief): “Ora si proceda a finanziare con un ulteriore miliardo la prossima legge di bilancio per aggredire le differenze tra Sud e Nord”
Scuola – “Bene l’impegno delle risorse stanziate dal Governo – dichiara Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief) – in linea con quanto richiesto dal sindacato. Ora si proceda, però, a finanziare con un ulteriore miliardo a regime la prossima legge di bilancio per aggredire le differenze tra Sud e Nord del Paese e agganciare l’Europa”
Per Anief, il DEF così come è va riscritto per passare dal 3,9% di risorse attualmente investite rispetto al PIL al 4,6% nel 2025, a fronte del 3,6% programmato, per accompagnare i progetti legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza finanziati con i fondi comunitari: “Bisogna investire con spesa ordinaria, rispetto ai tagli dell’ultimo decennio, su organici differenziati per territorio, estensione obbligo scolastico, ripristino tempo scuola tagliato, lotta alla precarietà, insegnamento modulare con specialisti di lingua inglese ed educazione motoria nella scuola primaria, valorizzazione dei profili professionali, assunzione ricercatori universitari a tempo indeterminato, valorizzazione del titolo di dottore di ricerca nell’accesso alla PA e negli Atenei. Se non si opererà in tal senso, le ingenti risorse investite saranno inutili”.
Il contesto della Missione n.4
Nell’analisi relativa alla Missione n. 4, istruzione e ricerca, emergono alcuni dati critici:
· Il rapporto tra posti disponibili negli asili nido e il numero di bambini di età compresa tra 0 e 2 anni si colloca nel nostro Paese in media al 25,5% – con rilevanti difformità territoriali – ovvero 7,5 punti percentuali al di sotto dell’obiettivo europeo del 33% e 9,6 punti percentuali al di sotto della media europea.
· Il 46,1% delle famiglie italiane chiede di poter fruire del servizio di tempo pieno nelle scuole primarie.
· Il tasso di abbandono scolastico raggiunge il 3,8% nelle scuole secondarie di primo grado.
· La percentuale di giovani compresi tra 18 e 24 anni che hanno un livello di istruzione non superiore a quello secondario di primo grado è, in Italia, del 14,5%, mentre la media europea (corrispondente all’obiettivo stabilito nell’ ET2020) è pari al 10%.
· Gli studenti italiani di 15 anni si collocano al di sotto della media OCSE in lettura, matematica e scienze, con ampie differenze territoriali che documentano risultati migliori della media OCSE al Nord ma molto inferiori al Sud.
· La percentuale di popolazione di età compresa tra i 25 e i 34 anni in possesso di un titolo di studio di livello terziario è pari al 28% rispetto al 44% di media nei paesi dell’OCSE
· La percentuale di studenti universitari che utilizzano servizi residenziali pubblici è del 3% contro la media europea del 18%.
· Gli studenti universitari che fruiscono di una borsa di studio sono pari al 12% contro una media europea del 25% mentre quelli che sono esentati dal pagamento delle tasse universitarie sono il 13% contro una media europea del 30%.
· Il numero di dottorati conferiti in Italia è tra i più bassi tra i paesi UE, ed è in costante calo negli ultimi anni (-40% tra il 2008 e il 2019): secondo Eurostat, ogni anno in Italia solo una persona su 1000 nella fascia di età 25-34 completa un programma di dottorato, contro una media UE di 1,5 (2,1 in 187 Germania). In aggiunta, quasi il 20% di coloro che hanno conseguito un dottorato in Italia ogni anno si trasferisce all’estero.
· Il numero di ricercatori per persone attive occupate dalle imprese è pari solo alla metà della media UE: 2,3 % contro 4,3 % nel 2017
I progetti del Pnrr su Scuola e Università
· La costruzione, riqualificazione e messa in sicurezza degli asili e delle scuole materne con la creazione di circa 228.000 posti, di cui 152.000 per i bambini 0-3 anni e circa 76.000 per la fascia 3-6 anni.
· La costruzione o la ristrutturazione degli spazi delle mense per un totale di circa 1.000 edifici entro il 2026.
· La costruzione o adeguamento strutturale di circa 900 edifici da destinare a palestre o strutture sportive anche per contrastare fenomeni di dispersione scolastica nelle aree maggiormente disagiate.
· La misurazione e il monitoraggio dei divari territoriali, anche attraverso il ricorso obbligatorio dei test PISA/INVALSI.
· La personalizzazione dei percorsi per quelle scuole che hanno riportato livelli prestazionali critici.
· Azioni di supporto mirate per i relativi dirigenti scolastici, a cura di tutor esterni e docenti di supporto (per italiano, matematica e inglese) per almeno un biennio.
· Mentoring e formazione (anche da remoto) per almeno il 50% dei docenti
· Potenziamento del tempo scuola con progettualità mirate, incremento delle ore di docenza e presenza di esperti per almeno 2000 scuole
· Programmi e iniziative specifiche di mentoring, counseling e orientamento professionale attivo. In particolare, per quest’ultima azione verranno considerati due gruppi target: 120.000 studenti di età 12-18 anni, per ciascuno dei quali saranno previste sessioni di online mentoring individuale (3h) e di recupero formativo (per 17h ca.); 350.000 giovani tra i 18-24 anni, per ciascuno dei quali saranno previste circa 10h di mentoring, o interventi consulenziali per favorire il rientro nel circuito formativo. Un progetto-pilota verrà realizzato nel primo semestre del 2021 e sarà finanziato dal PON Scuola con le risorse già disponibili.
· La riforma di 4.324 Istituti Tecnici e professionali attraverso l’adozione di apposite norme.
· L’incremento del numero di ITS, con il potenziamento dei laboratori con tecnologie 4.0, la formazione dei docenti perché siano in grado di adattare i programmi formativi ai fabbisogni delle aziende locali, lo sviluppo di una piattaforma digitale nazionale per le offerte di lavoro rivolte agli studenti in possesso di qualifiche professionali.
· La riduzione del numero degli alunni per classe e il dimensionamento della rete scolastica.
· L’introduzione di moduli di orientamento – circa 30 ore annue – nella scuola secondaria di secondo grado.
· La formazione di 1 milione di studenti, attraverso corsi brevi erogati da docenti universitari e insegnanti scolastici con l’erogazione di 50.000 corsi (erogati a partire dal terzo anno della scuola superiore) e la stipula di 6000 accordi scuola-università.
· La triplicazione dei posti per gli studenti fuorisede, portandoli da 40mila a 120mila entro il 2026.
· L’erogazione di 400.000 borse di studio (rispetto alle attuali 220.000), con importo maggiorato, in media, di 700 euro così da arrivare ad un valore medio di 4.000 euro medi per studente.
· L’aggiornamento della disciplina per la costruzione degli ordinamenti didattici dei corsi di laurea, che amplierà le classi di laurea professionalizzanti, facilitando l’accesso all’istruzione universitaria per gli studenti provenienti dagli studenti dei percorsi degli ITS.
· La semplificazione delle procedure per l’abilitazione all’esercizio delle professioni, rendendo l’esame di laurea coincidente con l’esame di stato.
· Un sistema di reclutamento dei docenti che ridisegna le procedure concorsuali per l’immissione nei ruoli del personale docente rafforzando, secondo modalità innovative, l’anno di formazione e prova. Attraverso un concorso semplificato sulla base della valutazione dei titoli culturali e di servizio e dello svolgimento di una prova computer based si forma una graduatoria per coprire tutti i posti vacanti e disponibili. Per i vincitori immessi nelle cattedre si avvia, quindi, un anno di formazione on the job e prova finale, il cui superamento determina l’immissione in ruolo a tempo indeterminato. La prova conclusiva è di tipo idoneativo affinché l’insegnante venga confermato nel posto in cui è stato immesso dovendo permanerci per almeno un triennio.
· Un sistema di formazione in servizio obbligatoria per tutto il personale scolastico, attraverso un impianto di moduli formativi che consentono l’acquisizione di crediti formativi professionali spendibili per l’avanzamento della carriera, secondo un sistema meritocratico di valorizzazione e attraverso forme di erogazione che trovano luogo di elezione in una Scuola di Alta Formazione, ideata come “Agenzia del Ministero dell’istruzione”, una struttura leggera e dotata di un comitato tecnico-scientifico di elevato profilo professionale.
· La creazione di un sistema multidimensionale per la formazione continua dei docenti e del personale scolastico per la transizione digitale, articolato in un polo di coordinamento sull’educazione digitale promosso dal Ministero dell’istruzione. L’attuazione di questa linea di intervento è assicurata dal Ministero dell’Istruzione e coinvolgerà circa 650.000 persone tra docenti e personale scolastico e oltre 8.000 istituzioni educative
· Indipendentemente dai divari tra Nord e Sud, la nostra scuola primeggia a livello internazionale per la forte base culturale e teorica. Senza perdere questa eredità, occorre investire in: (a) abilità digitali, (b) abilità comportamentali e (c) conoscenze applicative. L’intervento sulle discipline STEM – comprensive anche dell’introduzione alle neuroscienze – agisce su un nuovo paradigma educativo trasversale di carattere metodologico. Lo scopo è quello di creare nella scuola la “cultura” scientifica e la forma mentis necessaria ad un diverso approccio al pensiero scientifico, appositamente incentrata sull’insegnamento STEM (es.: IBL Inquiry Based Learning, Problem Solving, ecc.), con ricorso ad azioni didattiche non basate solo sulla lezione frontale. La particolare attenzione posta nel realizzare l’azione descritta è dedicata anche a raggiungere il pieno superamento degli stereotipi di genere. La misura mira a promuovere l’integrazione, all’interno dei curricula di tutti i cicli scolastici, di attività, metodologie e contenuti volti a sviluppare le competenze STEM, digitali e di innovazione, con particolare riguardo verso le pari opportunità.
· La trasformazione di circa 100.000 classi tradizionali in connected learning environments, con l’introduzione di dispositivi didattici connessi, la creazione di laboratori per le professioni digitali nel II ciclo, la digitalizzazione delle amministrazioni scolastiche, il cablaggio interno di circa 40.000 edifici scolastici e relativi dispositivi.
· Il miglioramento delle classi energetiche con conseguente riduzione dei consumi e di emissione di CO2 e l’aumento della sicurezza strutturale degli edifici.
· L’iscrizione, nell’arco di 3 anni, di 500 dottorandi a programmi dedicati alle transizioni digitale e ambientale con la creazione di 3 Teaching and Learning Centres (TLC) per migliorare le competenze di insegnamento (comprese le competenze digitali) dei docenti nelle università e degli insegnanti nelle scuole, in tutte le discipline, comprese le discipline tradizionalmente meno orientate al digitale, la creazione di 3 Digital Education Hubs (DEH) per migliorare la capacità del sistema di istruzione superiore di offrire istruzione digitale a studenti e lavoratori universitari, il rafforzamento delle scuole universitarie superiori, attraverso: i) l’offerta di corsi e attività formative a dottorandi iscritti ad altre istituzioni, per condividere le loro esperienze e competenze con tutto il sistema di istruzione superiore; ii) il consolidamento del loro ruolo nella transizione scuola[1]università, attraverso attività di orientamento per gli studenti delle scuole. La realizzazione di 10 iniziative educative transnazionali – TNE – in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, per istituire centri permanenti di istruzione superiore all’estero e migliorare l’internazionalizzazione delle università italiane, l’attività di internazionalizzazione degli istituti di istruzione superiore artistica e musicale (AFAM) attraverso il sostegno a 5 progetti di internazionalizzazione delle istituzioni AFAM, per promuovere il loro ruolo all’estero nella conservazione e promozione della cultura italiana.
· L’aumento di 3.600 unità dei dottorati attivando tre cicli a partire dal 2021, ciascuno dotato di 1.200 borse di studio.
· In collaborazione con il Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’aumento di 3.000 unità dei dottorati, attivando tre cicli dal 2021, ciascuno dotato di 1.000 borse di studio. La misura prevede anche, in collaborazione con il Ministero della Cultura, il finanziamento di cicli di dottorato destinati all’efficientamento della gestione e dello sviluppo dell’enorme patrimonio culturale del Paese, cogliendo le nuove opportunità offerte dalla transizione digitale. Per contribuire al raggiungimento di tale obiettivo sono previste 600 borse di dottorato.
Le proposte di Anief in legge di bilancio
· Organici differenziati per territorio: soltanto ridefinendo un diverso rapporto di alunni per classe, per istituzione scolastica, per personale scolastico, in base alle specificità del territorio in cui è ubicata la scuola o l’ateneo (zona isolata geograficamente o economicamente depressa o a rischio e senza sviluppo tessuto economico, a forte flusso migratorio), si permette agli insegnanti e al dirigente scolastico d’intervenire per colmare quelle lacune rilevate dai risultati dei Test invalsi, con una valorizzazione del lavoro svolto piuttosto che con una formazione specifica obbligatoria. Ad ogni modo, per la ripresa delle lezioni in sicurezza, durante il Covid-19, le classi devono essere formate nel rispetto del distanziamento sociale (15 alunni per max 35 metri quadri). A regime devono essere recuperati 4 mila sedi di presidenza, un quarto dell’organico ATA, un punto percentuali nel rapporto alunni – insegnanti, devono essere attivati altri 50 mila posti di sostegno in organico di diritto. Si deve ripartire dall’attivare subito per il prossimo anno scolastico le nuove 385 sedi di presidenze, le 25 mila cattedre previste di sostegno già autorizzate per il prossimo triennio, con la conferma dell’organico Covid e la copertura di un assistente tecnico per ogni istituto comprensivo.
· Estensione obbligo scolastico: soltanto ripensando l’attuale sistema 6-16 anni anticipandolo almeno a 5 anni in considerazione dell’introduzione delle sezioni primavera – se non addirittura a 3 anni, con la copertura fino all’ultimo anno della scuola secondaria, si aggredisce l’alto tasso di abbandono scolastico e si sviluppano fin dai primi anni di vita dello studente quelle competenze di lettura – logico matematiche oggi carenti, come rilevati dai rapporti internazionali.
· Insegnamento modulare con specialisti di lingua inglese ed educazione motoria nella scuola primaria: alla dotazione di palestre deve seguire l’introduzione nell’organico di diritto dell’insegnante di educazione motoria, il ripristino dell’insegnamento per moduli vigente tra il 1999 e il 2009, quando i nostri studenti si collocavano al quinto posto nei rapporti PIRLS, e dell’insegnamento di una lingua straniera da parte di uno specialista.
· Ripristino tempo scuola: per potenziare apprendimenti e competenze, prima ancora di innovare la metodologia didattica, bisogna recuperare il monte ore di lezioni in classe ridotte nell’ultimo decennio, a partire dalla legge 133/2008 e dai decreti attuativi, in ogni ordine e grado.
· Lotta alla precarietà: soltanto attraverso un piano transitorio di reclutamento si aggredirà la supplentite che tocca il 25% dell’organico complessivo utilizzato, un trattamento giuridico ed economico che non discrimini più il personale a tempo determinato, l’utilizzo delle attuali GPS per l’assunzione nei ruoli previa superamento dell’anno di prova rafforzato, con formazione universitaria per il conseguimento della specializzazione su posti di sostegno e dell’abilitazione per chi ne è sprovvisto.
· Valorizzazione dei profili professionali: soltanto attraverso la ridefinizione delle qualifiche, dei livelli stipendiali, dei compiti si può migliorare il servizio prestato. Si deve partire dall’attivare i 20 mila posti in organico dei profili As e C del personale Ata previsti già da 25 anni dal contratto.
· Assunzione ricercatori universitari a tempo indeterminato: soltanto con il recupero del ruolo del ricercatore messo ad esaurimento nell’ultimo decennio con la legge 240/2009, con il reclutamento attraverso la creazione di un albo secondo la carte europea dei ricercatori del 2005 si evita la fuga dei cervelli e si istituisce una prima fascia della docenza utile allo sviluppo della ricerca.
· Valorizzazione del titolo di dottore di ricerca nell’accesso alla PA e negli Atenei: soltanto la ridefinizione della spendibilità del titolo ai fini dell’accesso nella carriera accademica e nei ruoli dirigenziali del pubblico impiego può rivitalizzare il desiderio e l’impegno dei giovani brillanti che vogliono seguire un percorso post universitario, a distanza di 35 anni fa dai mancati decreti attuativi.
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