Diritto allo sport, Vezzali: “Chiediamo l’inserimento nella Costituzione”
Il Sottosegretario allo Sport difende il mondo della scuola e chiede modifiche alla riforma Spadafora
Roma – Non è inserito il ‘diritto allo sport’ nella Costituzione Italiana. E oggi il sottosegretario allo sport Valentina Vezzali lo chiede a gran voce. Lo ha fatto il rappresentante politico del mondo dello sport.
Ha praticato scherma per tutta la vitala Vezzali ed è stata più di una volta campionessa olimpica di fioretto, portando anche il Tricolore in occasione della cerimonia di apertura dei Giochi di Londra 2012. Lo scorso 5 maggio in audizione con le Commissioni Cultura della Camera dei Deputati l’ex campionessa a cinque cerchi e pluri iridata nella scherma ha chiesto al Parlamento di inserire una modifica fondamentale nel testo della Costituzione. In Italia i praticanti nel 2018 era quasi 21 milioni. Alcune classi di cittadini hanno rinunciato allo sport in questo lungo periodo di pandemia e lo stesso sport ha risentito dei divieti e delle restrizioni governative. Si è ampliata allora una crisi economica che già esisteva, richiedendo quei ristori fondamentali a coprire spese e fallimenti. Ora più che mai probabilmente, ci sarebbe bisogno di apporre la parola sport in Costituzione e inserire in essa ‘il diritto allo sport’, come richiesto dal Sottosegretario allo Sport.
E’ una realtà tangibile lo sport in Italia. Un settore che partecipa alla crescita del Pil per il 6% e una presenza fondamentale, come accade per tutti gli altri settori della società civile. La Vezzali in udienza si è impegnata ad alzare l’attenzione anche sul mondo della scuola. Richiedendo la concessione delle agevolazioni scolastiche per gli studenti e richiedendo di inserire in esso l’uso delle tecniche digitali. Passi che nella precedente riforma dello sport, la cui entrata in vigore è comunque posticipata al 2023, non c’erano.
C’è tempo probabilmente allora per inserire quanto indicato dal Sottosegretario. Mentre si alza una polemica per gli interventi che prevedeva la ‘riforma Spadafora’. Con la tutela dei lavoratori sportivi e il professionismo femminile. Temi caldi ancora da dover affrontare evidentemente. Intanto la Vezzali punta l’indice sulle richieste apportate.
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