Roberta Bruni, record italiano nell’asta e pass per Tokyo: “Non sarò una comparsa”
L’azzurra si è qualificata a Rieti con 4,70. Dopo un periodo di crisi è tornata più forte di prima
Rieti – “Non sono andata in pedana per fare un record, ma per saltare al meglio delle mie possibilità”. Roberta Bruni racconta così all’Adnkronos l’exploit compiuto con il nuovo record italiano nel salto con l’asta. L’atleta sabina è arrivata a quota 4,70, ritoccando il primato che aveva già stabilito una settimana prima. Aveva saltato fino a 4,62, ma non si è accontentata, voleva arrivare a Tokyo con tutta l’asta, le scarpe e la bandiera tricolore ben allacciata sulle spalle.
L’azzurra, parte del corpo atletico dell’Arma dei Carabinieri, ha avuto conferma della sua presenza a Tokyo 2021 dopo una giornata che è entrata nella storia dell’atletica italiana. “A Tokyo non voglio essere una comparsa, anche se il livello è altissimo punto ad essere una protagonista. Ancora non sto realizzando, mi continuano tutti a ripetere che ho fatto qualcosa di incredibile, di indimenticabile. Spero di rendermene conto presto anche io. Per me saltare è una passione e una filosofia, oltre che il mio lavoro”, dice l’atleta di Rieti ha 27 anni ed è seguita dall’allenatore Riccardo Balloni.
“Mi ha visto partecipare ai Giochi della Gioventù alle medie e da lì mi ha chiesto di andare a fare degli allenamenti. Ha creduto in me dal primo giorno”. Un destino ineluttabile il suo, che ha perseguito collezionando medaglie e successi come anche affrontando sacrifici e una gioventù diversa da tutti gli altri. La sua quotidianità è fatta di allenamenti, sacrifici e del suo cane Leo; altra passione imprescindibile. Cosa vuol dire essere primatista italiana e ad un passo dalle Olimpiadi? Roberta è una ragazza come tante altre, che nella sua vita ha dovuto dire molti “No”, con la determinazione di chi sa dare un nome e cognome al proprio scopo.
“La mia vita non è così semplice. Ho vissuto un’adolescenza e non solo di rinunce, di regole e razionalità. Non sono mai andata ad una gita scolastica, non ho mai fatto una vacanza con le amiche e pre – covid non mi sono concessa serate folleggianti con le amiche”. L’atleta prosegue spiegando cosa vuol dire vivere una vita fatta di responsabilità: “Il mio corpo è il mio strumento di lavoro, per questo non posso concedermi svaghi, come può essere lo sci, sport estremi o uscire troppo fuori dagli schemi nutrizionali”.
E proprio entrando nell’ambito della cura del proprio corpo Roberta si racconta come donna, e non solo come sportiva. “Essere un’atleta vuol dire dover venire a patti con la parte di ragazza che si guarda allo specchio e si deve accettare. Il mio corpo deve avere un determinato tipo di muscolatura e questo non è sempre stato facile da accettare”. Perché essere una sportiva per lavoro non vuol dire non avere le difficoltà che una qualsiasi giovane può trovare sul proprio percorso. “Ho avuto dei momenti di crisi, come nel 2016 quando ho deciso di trasferirmi a Praga per allenarmi con la squadra della Repubblica Cieca. Un momento di grande crescita personale, ma che ho fatto per rifuggire da alcuni problemi personali. Come tutti anche io ho avuto un momento di smarrimento, che per fortuna dopo sei mesi ho deciso di affrontare e di tornare a Rieti, dove ho deciso di vivere e di proseguire il mio percorso lavorativo con il mio allenatore Riccardo Balloni ed il mio attuale manager e grande amico Maurizio Galantino”.
Arrivare alle Olimpiadi non è semplice e non è banale, per questo Roberta ci tiene a sottolineare che “con il tempo e vedendo i vari risultati si capisce dove si può arrivare e come. Sicuramente sono gli allenamenti a dover parlare, quando l’allenamento è giusto e paga i risultati si vedono in gara. Io scendo in pista per saltare bene, in alto e con la giusta tecnica”.
Per arrivare ci sono dei percorsi non scontati da seguire, come la preparazione mentale allo stress e alla giusta attitudine per la gara. “Sono quattro anni che faccio un percorso di terapia filosofica. La mia terapista, Francesca Esposito, mi aiuta ad affrontare gli ostacoli della vita attraverso studi e approfondimenti della filosofia. In questo modo ho gli strumenti giusti per me, da adattare a tutti i momenti del mio percorso”. Questo in aggiunta al supporto di Claudio Petrucci, mentale coach della ragazza. “Il mio mental coach mi aiuta nell’allenamento quotidiano, con vari esercizi, e mi aiuta a preparami prima di una gara. Per me è fondamentale e di grande supporto”.
Proseguendo poi con i dettagli delle regole alimentari: “Non sempre ho avuto un rapporto facile con il cibo; pretendevo il massimo dal mio corpo e quindi lo portavo a uno stress tale che mi portavano poi a cedere in altri momenti. Fortunatamente da quando la Dottoressa mi segue ho trovato il giusto modo per apprezzarmi e per avere un rapporto libero e felice con il cibo”.
La giovane campionessa conclude poi parlando delle sue aspettative e obiettivi per Tokyo 2021: “Il primo vero traguardo è poter indossare la maglia azzurra ed essere presente all’evento a cui tutti gli atleti aspirano. So perfettamente che in gara ci saranno delle colleghe dalle capacità e performances straordinarie, quindi non voglio illudermi. Al tempo stesso non andrò a Tokyo per fare la comparsa, voglio vivere la mia Olimpiade come protagonista”. (adnkronos)
(foto@Bonanni/Foto4Go)
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