Presidio unitario sindacati, Anief: “Vogliamo le immissioni di ruolo”
Il presidio di oggi, 9 giugno 2021, si svolgerà a Montecitorio e nelle principali piazze italiane
Scuola – Con la protesta nazionale di oggi (leggi qui), 9 giugno 2021, le organizzazioni sindacali chiedono di cambiare le norme del decreto legge 73/2021, assumere su tutti i posti autorizzati senza vincoli dalla prima fascia e seconda fascia delle Gps, sciogliere le riserve dopo il superamento dell’anno di prova, avviare corsi di abilitazione e specializzazione per i precari con titoli sprovvisti all’interno di un doppio canale di reclutamento che garantisca il 50% dei posti agli idonei dei concorsi e risarcisca i supplenti per l’abuso dei contratti a termine.
“Con le attuali norme previste dal decreto legge Sostegni-bis approvato dal Governo, – dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – la maggioranza dei 250 mila supplenti chiamati ogni anno rimarrebbe fuori. Risultato: con le attuali novità introdotte, il Governo recluterebbe 30 mila insegnanti su quasi 113 mila prima dell’inizio dell’anno scolastico, pochissimi dei 27 mila su posti di sostegno, toccando il record negativo degli ultimi sei anni, nonostante un reclamo collettivo accolto dal Comitato europeo dei diritti sociali presentato da Anief e ripetute lettere di messa in mora della Commissione europea sulla reiterazione dei contratti a termine nella scuola italiana. Ecco perché siamo tutti concordi come sindacato all’utilizzo del doppio canale di reclutamento“.
Secondo Anief, le norme che si stanno approvando con il decreto Sostegni-bis sono largamente insufficienti. Nel raffronto tra i dati ministeriali e quelli riportati nella Relazione tecnica di accompagnamento al provvedimento emergono alcuni dati significativi: soltanto la metà dei posti autorizzati (57mila) sarebbe disponibile per le immissioni in ruolo, perché l’altra metà viene riservata ai concorsi. Questi si svolgeranno non prima del 1° settembre e comunque, laddove svolti, occuperanno soltanto un quinto dei posti accantonati, come nel caso dell’attuale concorso straordinario che vede soltanto un quarto dei candidati idonei. Mentre dalla prima fascia delle GPS solo un supplente su tre potrebbe aspirare all’immissione ruolo con servizio prestato nella scuola statale per più di un triennio.
In questo modo, la supplentite rimarrebbe ben salda, andando a pregiudicare anche il prossimo anno scolastico. I presidi odierni, a partire da quello in piazza Montecitorio, sono orientati, quindi, a chiedere al Governo e ai gruppi parlamentari ad approvare le necessarie correzioni e integrazioni al testo sulla scia di quanto stabilito lo scorso 20 maggio con il Patto per la Scuola a Palazzo Chigi. I numeri parlano chiaro: mancano all’appello 5.940 maestri della scuola dell’Infanzia, 23.538 della primaria, 38.884 docenti della scuola secondaria di primo grado e 44.329 del secondo grado. Inoltre, ci sono più di 100 mila posti in organico di fatto, tantissimi dei quali su sostegno. Con qualche decina di migliaia di immissioni in ruolo, che arriveranno dai pochi precari rimasti nelle GaE e graduatorie di merito dei concorsi, si coprirà poco più che il turn over.
Le richieste sono presto dette. La prima fascia Gps va svincolata dai vincoli temporali di servizio, perché sono docenti già abilitati o specializzati su sostegno tramite Pas e Tfa. I 22mila vincitori del concorso straordinario della scuola secondaria, considerando che il 30% dei posti messi a bando andranno persi, e qualche migliaia Stem, non cambieranno molto le cose. Largo ai concorsi veloci uguali per tutti. Si prelevi da seconda fascia Gps all’occorrenza, con abilitazioni e specializzazioni su sostegno nell’anno di prova. Anief dice basta con i vincoli gratuiti alla mobilità del personale di ruolo.
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