Lettera inviata a ilfaroonline da Anar
Riceviamo e pubblichiamo. “Ho letto con sgomento – sul suo giornale – un articolo che ritengo lesivo del nome della mia associazione e della mia persona. Dato che sono state lanciate pesanti accuse nei confronti del sottoscritto e dell’associazione che rappresento, l’Anar, credo sia giusto far sentire la nostra voce e chiarire i fatti.
In data 25/06/2021 la Sig.ra Francesca Romana Cristicini pubblicava sul quotidiano on line “Paeseroma” un articolo dove distorceva il nome della nostra associazione da Anar ad Anal. Questo disgustoso epiteto non riteniamo affatto sia un errore di battitura, come affermato, ma lo conosciamo già, come il modo dispregiativo con cui gli aderenti ad un’altra associazione ci chiamano in modo volgare per denigrare la nostra struttura.
Domenica 27 Giugno scorso contattavo la redazione del Paeseroma, per manifestare il disagio e la frustrazione per tale increscioso accaduto e chiedevo un appuntamento nella sede del quotidiano per chiarire e dimostrare come l’errore commesso fosse tutt’altro che casuale. Sempre domenica ricevevo una telefonata dalla Signora Francesca Romana Cristicini la quale mi confermava di aver letteralmente copiato il testo, senza accorgersi di quanto effettivamente c’era scritto.
Ora si evidenziano due cose. La prima: è mai possibile copiare e incollare senza fare alcuna verifica sui nomi e sui fatti riportati? Credo fosse il minimo, quello di verificare nomi e sigle prima di pubblicare alcunché. Ciò le avrebbe evitato di creare disagio alla nostra associazione e al suo stesso giornale. Secondo: se è vero che c’è stato copia e incolla, va da sé che qualcuno ha mandato quel comunicato già ‘taroccato’ ad arte per far uscire il nome dell’associazione in modo denigratorio.
Dunque, se da una parte sembra esserci la colpa della giornalista nel non verificare, dall’altra sembra esserci il dolo di qualcuno che ha mandato qualcosa apposta per danneggiare la nostra immagine. Un gioco ‘sporco’, che il pubblicare testi senza rileggerli e senza pensare a quanto possano denigrare ha portato a compimento.
Derubricare l’epiteto “anal” a mero errore di battitura vuol dire essere presi in giro due volte, ed è per questo che ho chiesto se chi aveva scritto avesse ben conto di quale significato avesse il termine utilizzato. Nessun intento sessista, assolutamente, ma solo un chiarimento rispetto all’uso di un vocabolo che ci ha lasciato interdetti e amareggiati.
Non ci riconosciamo in articoli che parlano genericamente di aguzzini o prepotenti, mischiando la nostra associazione con altri episodi, vicini e lontani nel tempo, che non ci riguardano e che nulla hanno a che fare con noi. Noi lavoriamo onestamente ogni giorno, non facciamo minacce di stupro, né aggrediamo, né offendiamo. Sono accuse nella quali non ci riconosciamo; di contro, invece, chiediamo che il nostro nome non venga storpiato ad arte per procurarci danno, con allusioni – quelle sì – sessiste, fatto da altri su di noi, e non il contrario”.