Olimpiadi, l’Italcanottaggio e la forza del 4 di coppia, anzi ‘5’
Gentili, Panizza, Rambaldi, Venier e il ricordo mai spento di Filippo Mondelli. Con lui idealmente, a Tokyo per vincere
Tokyo – Forse è la barca più attesa? Sicuramente è una delle più sentite da tutti i fans dell’Italremo che seguiranno il canottaggio ai Giochi Olimpici di Tokyo. Non solo per la straordinaria continuità di risultati nel corso del quinquennio che da Rio ci ha portati a Tokyo (oro ai Mondiali 2018 e bronzo a quelli del 2019, due ori, due argenti e un bronzo agli Europei dal 2017 al 2021), non solo perché è una delle specialità che ha fatto grande l’Italia del canottaggio a cinque cerchi – oro a Seul ’88 e Sydney ’00, l’ultimo del remo azzurro a un’Olimpiade, argento a Pechino ’08, bronzo a Barcellona ’92 – ma anche perché il quattro di coppia italiano, di fatto, è un cinque.
Perché alle spalle di Giacomo Gentili (Fiamme Gialle-SC Bissolati), Luca Rambaldi (Fiamme Gialle), Andrea Panizza (Fiamme Gialle-Moto Guzzi) e Simone Venier (Fiamme Gialle), è sempre viva la presenza di Filippo Mondelli, loro compagno di club in Fiamme Gialle e artefice degli ultimi grandi successi del quadruplo azzurro: l’oro iridato di Plovdiv 2018 e il bronzo di Linz 2019 con annessa qualificazione olimpica, l’oro europeo di Glasgow 2018 e l’argento del 2019.
Pippo oggi non c’è più, è volato via ingiustamente alla fine dello scorso aprile, quando ancora non aveva nemmeno 27 anni, per un male incurabile, lasciando un vuoto incolmabile. Quel vuoto però, Giacomo, Luca, Andrea e Simone, lo hanno riempito in questi lunghi mesi di attesa con fatica, sudore, sangue, e la voglia di andare in Giappone a fare qualcosa di indimenticabile anche per lui. Gentili, Rambaldi e Panizza rappresentano il nuovo che avanza per il quadruplo azzurro, vista la loro giovanissima età: 24 anni il primo, 26 il secondo, 23 compiuti proprio ieri il terzo. Venier invece rappresenta l’esperienza, la tenacia, la grande forza di volontà che occorre per arrivare ad un grande traguardo e, soprattutto, rimanerci: tra un mese compirà 37 anni, quando ha disputato la sua prima Olimpiade, Jack aveva 7 anni, Rambo 10, Paniz 6, e a Tokyo toccherà lo storico traguardo della quinta edizione dei Giochi della sua carriera: Atene 2004 in quattro di coppia, Pechino 2008 ancora sul quadruplo quando vinse la medaglia d’argento, Londra 2012 in quattro senza, Rio 2016 in otto.
Con cinque Olimpiadi, Venier entra in una ristretta élite che comprende altri quattro canottieri italiani, secondi solo a Rossano Galtarossa, unico azzurro ad averne disputate sei: il timoniere “Peppiniello Di Capua” (che conta anche una Paralimpiade disputata in carriera), Raffaello Leonardo e Alessio Sartori. Per Gentili, Rambaldi e Panizza invece, Tokyo sarà il battesimo a cinque cerchi. Nessuno di loro ha bisogno di lezioni, le rispettive bacheche al netto di quanto mostrato e già elencato nel quadruplo Senior parlano da sole: Gentili campione mondiale in singolo Junior e due volte bronzo iridato nel quattro di coppia Under 23; Rambaldi un oro e un argento ai Mondiali Junior e un bronzo iridato Under 23 sempre nel quadruplo, oltre a un oro europeo e un bronzo iridato assoluti in doppio nel 2017 proprio con Mondelli; Panizza campione mondiale Junior nel quattro con e bronzo iridato Under 23 nel quattro di coppia. Ragazzi, tocca a voi. Tutta l’Italia del canottaggio vi guarda. Guarda tutti e quattro. Anzi, tutti e cinque.
(foto@A.Carbonara/Canottaggio.org)
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