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Porno polemica: Pornhub usa le opere d’arte, gli Uffizi insorgono

19 luglio 2021 | 16:19
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Porno polemica: Pornhub usa le opere d’arte, gli Uffizi insorgono

Pornhub lancia una nuova piattaforma con Cicciolina testimonial ritratta come la “Nascita di Venere” di Botticelli e gli Uffizi promettono battaglia legale

Firenze – I nudi artistici dei grandi maestri finiscono… su Pornhub. Il sito internet di video pornografici più cliccato al mondo ha lanciato una nuova categoria, ribattezzata “Classis Nudes” che raccoglie, tra gli altri, la “Venere di Urbino” di Tiziano, la “La nascita di Venere” di Sandro Botticelli, “Il bagno turco” di Jean-Auguste-Dominique Ingres, “La Maja desnuda” di Francisco Goya e “L’origine del mondo” di Gustave Courbet. Opere che si possono ammirare nelle sale d’esposizione. E Pornhub invita i suoi visitatori ad andare alla scoperta anche dei musei per ammirare le immagini erotiche disseminate nelle Gallerie di tutto il mondo.

Un’idea che però non è piaciuta molto ai musei, a partire dalla Galleria degli Uffizi, pronta – secondo quanto riporta l’Adnkronos – a far partire una diffida all’indirizzo di MindGeek Holding, società lussemburghese proprietaria del sito di pornografia online, che non ha chiesto né ottenuto nessuna autorizzazione dall’istituzione diretta da Eike Schmidt.

“Perché il porno potrebbe non essere considerato arte, ma alcune opere d’arte possono sicuramente essere considerate porno”, lo slogan che Pornhub ha lanciato con la prima audio guida ai “nudi classici” raccontati dalla pornostar Asa Akira. La piattaforma visita i musei per esplorare gli aspetti pornografici delle collezioni. La campagna pubblicitaria è stata affidata a un’icona della pornografia internazionale: l’italo-ungherese Ilona Staller, in arte Cicciolina, ex moglie di Jeff Koons, che nel video promozionale posa con una tutina aderente color carne impersonando la “Venere” di Botticelli degli Uffizi.

E quando la notizia è arrivata al museo fiorentino la sorpresa era tante perché nessuno ha concesso le autorizzazioni. Infatti, in Italia il codice dei beni culturali spiega che per usare a fini commerciali le immagini di un museo (opere d’arte comprese) è necessaria l’autorizzazione dello stesso museo, che disciplina le modalità e l’eventuale pagamento di un canone. Sempre se il museo accetti di rilasciare il permesso che , in questo caso, non è stato né richiesto né tanto meno accordato. Da qui l’inoltro a giorni da parte degli Uffizi di una diffida a Pornhub. Un’azione legale simile  potrebbe essere promossa anche da altri musei che, a loro insaputa, si sono visti inseriti nella piattaforma del sito pornografico.

(Il Faro online)