Tokyo 2020, gli assenti illustri: da Tania Cagnotto ai gemelli Bryan
Chi diventa mamma e chi deve rinunciare per infortunio. Lo slittamento dei Giochi possibilità e negazione
Se a Giulia Vetrano, l’azzurra più giovane, il rinvio di un anno ha regalato la possibilità di centrare il sogno a Cinque cerchi già a Tokyo, dove, a 15 anni ancora non compiuti, sarà in acqua nella staffetta 4 x 200 stile libero, al fianco della Divina Federica Pellegrini, per molti l’Olimpiade nell’anno dispari causa pandemia sarà quella del “noi non ci saremo“. Chi per un infortunio, chi per scelta, chi ha smesso prima, forse anche per i tanti dubbi che la pandemia continua a portarsi dietro.
Molto più semplicemente, “mamma” è stata la parola chiave per le decisioni della fiorettista Elisa Di Francisca e della tuffatrice Tania Cagnotto, due medagliate olimpiche, e che, sicuramente, sarebbero state protagoniste anche sulla pedana e sul trampolino della capitale giapponese. Dalle lacrime di gioia per la maternità delle due italiane a quelle di disperazione di Risa Shinnabe, 30 anni, pallavolista giapponese: per tanti mesi ha provato a resistere, ma alla fine si è dovuta arrendere ed è stata costretta a sottoporsi a un intervento chirurgico che nel 2020 non sarebbe stato necessario. E così non potrà partecipare alle Olimpiadi di casa, quelle che lei, come tante bambine, sognava guardando il cartone animato made in Japan “Mila e Shiro”.
Nei mesi scorsi, un infortunio alla caviglia invece ha sancito lo stop alla carriera sotto canestro della playmaker Manami Fujioka. Dopo giorni passati a fare solo fisioterapia sperando di dire “sì, io a Tokyo ci sarò, costi quel che costi”, si è arreso anche Lin Dan, leggenda cinese del badminton, 36 anni, due volte medaglia d’oro nella competizione individuale, a Pechino 2008 e Londra 2012, che ha così rinunciato alla sua quinta partecipazione olimpica e che quindi, in Giappone, non potrà provare ad ampliare il palmares di una carriera fatta di 666 incontri di singolare e cinque titoli mondiali.
Ci sarebbe stato nel 2020, non ci sarà nel 2021, il canottiere britannico Tom Ransley, che con il comunque fortissimo otto maschile, non difenderà il titolo conquistato cinque anni fa in Brasile. Niente Tokyo anche per i 43enni gemelli statunitensi Bob e Mike Bryan, per anni padroni del doppio maschile.
Non voleva più saperne di antidolorifici Andrew Bogut, pivot della nazionale australiana che, anche a causa dei tanti problemi della nazionale a stelle e strisce, punta addirittura al gradino più alto del podio. E sempre a proposito di Team Usa, contrariamente a quello che sembrava non ha invece detto “basta” Simone Biles, la ginnasta tra le protagonisti di Rio 2016 candidata recentemente al ritiro. Lei ha scelto di esserci, a tutti i costi. (Ansa)
(foto@DeepBlueMedia)
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