Tokyo 2020, Rambaldi, Panizza, Gentile e Venier: “Un 4 di coppia che vuole l’oro”
In finale di specialità il prossimo 27 luglio. Il team azzurro stella del canottaggio italiano
Tokyo – Il vento laterale inatteso e una Polonia fortissima in barca. Alcuni degli elementi che hanno condizionato la gara del quattro di coppia. Ma una squadra mai doma che ha saputo reagire e prendersi la finale. Arriva dopo 13 anni la gara per l’oro per il canottaggio azzurro maschile. (leggi qui)
E non solo in quattro in barca, ma con il ricordo e la presenza, quasi fisica, di Filippo Mondelli, autore della qualifica alle Olimpiadi e amico mai dimenticato. I ragazzi azzurri delle acque sognano il successo a Tokyo 2020, in una edizione dei Giochi arrivata in piena epidemia Covid, ma in un momento in cui i vaccini stanno placando il diffondersi della malattia. Anche lo sport fa del suo meglio per rinascere e doma il vento che arriva dall’oceano. Come lo fa nei confronti delle difficoltà di gara, specchio della vita quotidiana. Lo raccontano gli atleti dopo la qualifica in finale. Simone Venier è alla sua quinta Olimpiade di carriera e ulteriore finale olimpica, Luca Rambaldi, insieme ad Andrea Panizza e Giacomo Gentile, è all’esordio assoluto di tutto.
Sul sito ufficiale della Federazione Italiana Canottaggio (canottaggio.org) gli azzurri descrivono le loro sensazioni dopo le eliminatorie della scorsa notte italiana, nella mattina giapponese di Tokyo. Che è ancora Tokyo 2020, nel rispetto dei marchi e dei contratti firmati per lo svolgimento dei Giochi, ma anche per affetto evidentemente e per resistere, allo slittamento di un anno. Eccoli allora gli azzurri del quattro di coppia maschile campioni d’Europa in carica, a Varese. Tutti atleti delle Fiamme Gialle del III Nucleo Atleti di Sabaudia, come lo era anche Mondelli. Resistono insieme al vento e alla Polonia e in generale agli avversari che minacciano sportivamente la scalata verso la leggenda.
Felicissimi per aver conquistato la finale e pronti a dare il meglio. Sono assolutamente degni di pronostico positivo. Il quattro di coppia del canottaggio maschile è una squadra che può conquistare il titolo olimpico. E con le dita incrociate della scaramanzia sportiva, scenderanno in acqua di regata nella notte italiana e mattina giapponese del 27 luglio. Forza Ragazzi.
Di seguito le dichiarazioni degli azzurri del quattro di coppia (canottaggio.org)
Simone Venier: “E stata una gara difficile da gestire perché nella prima parte di percorso c’era un fastidioso vento laterale che ci scarrocciava a destra. Sono il più anziano della barca, ma sto bene e questo è importante. Dopo tredici anni torno a disputare una finale olimpica e per questo ringrazio prima la mia famiglia, che mi è stata sempre. vicino, e poi i tecnici federali, con il direttore tecnico Cattaneo in testa, e quelli societari con Pecoraro che mi è stato molto vicino. Negli anni passati sembrava che io non potessi più competere con i più giovani e invece passo dopo passo eccomi qua a disputare la mia quinta Olimpiade. Voglio dare e fare il massimo per chiudere in bellezza con questi ragazzi che sono generosi e combattenti. Ora massima concentrazione per la finale che non sarà una passeggiata ed è piena di incognite che affronteremo con la voglia di fare che abbiamo”.
Andrea Panizza: “Sono felice perché a soli 23 anni ho agguantato la finale olimpica. Ora voglio dare ancora di più e dimostrare il nostro valore. In questi tre giorni dobbiamo limare ancora alcune cose tra cui l’uso del timone che ho ripreso da poco e quindi dovrò applicarmi con ancora più attenzione in maniera da raggiungere la nostra velocità ottimale. E’ un buon campo di gara ma con vento laterale e sotto con correnti che arrivano dall’oceano e rendono tutto più instabile. Dobbiamo lavorare nella gestione di queste problematiche che sono alla nostra portata. La finale ora è nostra, tre giorni di riposo e lavoro e poi vediamo come andrà a finire: noi ce la metteremo tutta come abbiamo sempre promesso a Pippo e come avrebbe fatto lui che comunque continua a remare con noi”.
Luca Rambaldi: “Anche se qua a Tokyo è molto caldo, davvero temperature quasi insopportabili, non ci facciamo deconcentrare e quindi ora pensiamo alla finale. Non mi aspettavo una Polonia così vivace che ci ha preceduto per tre centesimi, ma non fa nulla, vedremo in finale. Ora lavoreremo in questi giorni per ritrovare la nostra forma migliore che ci consentirà di dare tutto in finale. Devo ringraziare la Federazione e il Coni che si sono adoperati per avere le autorizzazioni necessarie per poter gareggiare con il ricordo di Filippo a bordo della nostra, sua, imbarcazione. Sono stati tutti molto sensibili e questo ci ha fatto piacere. Per quanto riguarda la gara non ci sono stati grandi difficoltà se non quella dello scarrocciamento per il vento laterale che ci ha fatto perdere un po’ di assetto in barca. Ritengo che questo sia un buon bacino e dovremo stare attenti nella finale in maniera da non commettere errori che possano compromettere la nostra performance”.
Giacomo Gentili: “Abbiamo riportato tutti e quattro questa barca in finale dopo tredici anni di assenza e tutti noi sentiamo questa responsabilità che ci fa stare bene. Sapevamo di affrontare una batteria rognosa, poiché a volte ci sono delle nazioni che fanno la gara della vita e ti mettono in difficoltà come l’Estonia che non va mai sottovaluta. Ora in questi tre giorni dobbiamo migliorare il feeling tra noi e all’interno della barca in maniera da avere più coesione e più unione. Quell’unione che ci permette di fare la differenza e che ci contraddistingue. Il campo di gara non ci impensierisce poiché è gestibile, basta rimanere ancora più concentrati e tutto diventa più facile. Dovevamo iniziare nuovamente a gareggiare, ed era troppo tempo che questo non avveniva, e oggi lo abbiamo fatto contro una Polonia che ha interpretato la gara tre centesimi meglio di noi. In finale vedremo cosa accadrà. Ora riposo, concentrazione e analisi del percorso in maniera da conoscere dove dobbiamo migliorare perché non basta aver portato Pippo con noi in finale, ma contiamo di fare una bella gara e abbiamo lavorato per questo”.
(foto@A.Carbonara/canottaggio.org)
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