La Roma del futuro secondo Raggi: smart e con progetti efficienti a servizio dei cittadini

29 luglio 2021 | 19:05
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La sindaca al primo confronto pubblico con i candidati al Campidoglio: “Roma era come una Ferrari ferma che ho ricominciato a far correre”

Roma – Una città green, smart e con servizi efficienti che servano davvero ai cittadini. E’ questa la Roma dei prossimi cinque anni secondo Virginia Raggi, intervenuta al primo confronto pubblico fra i candidati alla poltrona di sindaco di Roma (leggi qui). Nella Casa dell’Architettura, nel cuore della Capitale, l’attuale prima cittadina risponde alle critiche degli sfidanti e tira le somme di questi cinque anni di gestione pentastellata.

Ribadisce il paragone “Roma è come una Ferrari che ho trovato ferma ai box e che ho fatto ripartire“, poi l’elenco dei progetti realizzati e quelli in cantiere da portare a termine, anche con i fondi del Pnrr. Quindi l’auspicio affinché il Parlamento decida per i poteri speciali per Roma.

La Roma del futuro

Per la Sindaca la trasformazione della città “è già in atto e con me continuerà ad andare avanti. Credo che Roma sia paragonabile ad un Ferrari: quando sono arrivata era completamente ferma e io ho ricominciato a farla correre”. Nel futuro l’attuale sindaca vede di buon occhio i grandi eventi come il Giubileo del 2025, la possibilità di ospitare Expo 2030 e l’arrivo dei fondi del Recovery plan: “sono elementi importanti in grado di cambiare il volto della nostra città, il cui futuro ha radici piantate in questi cinque anni di amministrazione”.

Abbiamo rimesso a posto i conti, abbiamo cominciato a pagare i debiti dell’amministrazione e questo significa dare fiducia, attivare investimenti e lavoro: azioni che ci sono state riconosciute anche da Standard & Poor’s (leggi qui). Questo vuol dire avere delle grandissime opportunità da sviluppare con enti pubblici e privati”.

E sull’aspetto urbanistico di Roma commenta: “Questa città ha tantissimi vuoti urbani e stiamo lavorando per riprenderci quei luoghi troppo a lungo abbandonati. Stiamo puntando tutto su rigenerazione e qualità, rigenerazione e sostenibilità”. Una sostenibilità che riguarda anche i trasporti. Per la Raggi, infatti, “l’urbanistica non si può allontanare dai trasporti” e ricorda il piano mobilità sostenibile “che già prima della pandemia puntava su un trasporto green”. In altre parole: “Progettare il futuro lavorando nel presente in un’ottica green partecipata di sostenibilità”.

L’efficientamento dei servizi amministrativi capitolini

A chi lamenta ritardi e troppa lentezza da parte degli uffici del Campidoglio, e degli apparati statali in generale, risponde: “Sulla semplificazione non si può non essere d’accordo. In 5 anni ho visto sfilare 5 governi e 5 disegni di legge diversi. Continuano a modificare ma manca la semplificazione: noi dobbiamo rispettare norme talmente intricare che non sono chiare né all’amministrazione né a chi interagisce con l’Amministrazione”.

Cosa fare allora? “Abbiamo bisogno di poche norme, chiare e semplici, e di rinforzare i controlli. Dobbiamo invertire il paradigma: tutto ciò non può essere disgiunto dal far diventare Roma Capitale anche sulla carta”, aggiunge la Raggi sottolineando l’importanza dei poteri speciali: “Abbiamo limiti che si applicano a città molto più piccole, non paragonabili con Roma. Roma deve avere fondi ad hoc, visto, tra le altre cose, che i romani hanno le tasse più alte d’Italia”. Poi la critica a Gualtieri e Calenda: “A Roma dai due Ministri non è arrivata una lira”.

E sulla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione afferma: “Non è un optional, è fondamentale per raggiungere gli scopi”. Ricorda di aver “sbloccato il concorsone del 2010” e il lavoro fatto “nel senso della semplificazione e della digitalizzazione: ad esempio sui certificati, che ora si possono fare online e a costo zero, non solo dal computer di casa, ma anche nelle edicole e nei mercati rionali. Questo vuol dire che l’Amministrazione arriva a casa”. E, rispondendo al candidato del centrodestra sul turismo dice: “Abbiamo ristrutturato il mausoleo di Augusto e ci vengono da tutto il mondo per vederlo, caro Michetti“.

Poteri speciali per la Capitale

Il dibattito torna poi su uno dei temi anticipati dalla Raggi, quello dei poteri speciali. E replicando ali sfidanti afferma: “Roma si interfaccia con le altre capitali e parla già con le altre da pari a pari. Ma rimane sola quando deve fare fronte ai suoi impegni: sembra che Governo e parlamento si siano addormentati. Ma oggi, finalmente, pare si siano resi conto di questa specificità di Roma. Chissà se il disegno di legge vedrà la luce alla fine della legislatura”.

Raggi è convinta che la città di Roma debba “avere un rapporto diretto con lo Stato“, un rapporto che non può essere “mediato dalla Regione”: la Capitale “non può passare per la Regione anche per avere accesso a determinati fondi statali”.

In quest’ottica è fondamentale anche “l’area metropolitana, ma legge Del Rio ha tagliato i fondi dell’ex provincia e il Sindaco si trova a lavorare lì senza una giunta. È un’ente da grandissime potenzialità ma con organi politici che svolgono quel lavoro come secondo o terzo”.

Cosa vuol dire avere Roma come status di capitale riconosciuto allora? “Capita che chi lavora su Roma deve sottostare ai pareri di diverse sovrintendenze, il che significa appesantire la burocrazia. Allora unifichiamo le sovrintendenze. Noi dobbiamo semplificare”. E lancia un appello al Governo: “Se non volete farlo per tutti fatelo per Roma. Nel momento in cui riconosciamo che Roma è Capitale dobbiamo anche riconoscerle quei fondi, quei poteri e quelle competenze necessarie a svolgere il suo lavoro in maniera efficace ed efficiente. Solo così Roma può ambire a guidare la ripartenza dell’Italia”.

Come Roma dovrebbe spendere i soldi del Recovery Plan

E all’ultima domanda, quella su come spendere i soldi del Recovery Plan, la Raggi afferma: “Abbiamo progetti e idee, come la navigabilità del Tevere che rientrerà però nei fondi per il Giubileo e che saranno presentati a settembre. Lavoreremo per la progettazione dell’aggancio della Metro A con la stazione di Monte Mario perché abbiamo notato che è quello il tratto in cui ci sono molti cittadini che si spostato. E poi c’è tutta la progettazione delle linee tranviarie. I progetti li abbiamo e per questo già abbiamo ottenuto finanziamenti”.

“Abbiamo lavorato su una visione e una pianificazione che a Roma non c’era – sottolinea la Sindaca -. Abbiamo appena approvato il Paesc (Piano d’Azione per l’Energia e il Clima) che parla della sostenibilità ambientale”. Per la Raggi oggi c’è bisogno di “lavorare sulle compensazioni: si devono unire urbanistica e trasporti. A Roma l’urbanistica è stata spontanea, per non dire abusiva. Quando sono arrivata c’erano tanti progetti che erano rimasti lettera morta, come la tangenziale o la riqualificazione della stazione Tiburtina che noi abbiamo portato a termine. Queste sono cose vere e reali”.

“La progettazione deve essere costante per una città come Roma, con traguardi da 10 a 20 anni, con progetti per cui poi si chiedono i fondi”, conclude la Sindaca.

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