Caos Roma-Lido, la Regione se la prende (di nuovo) con Atac: ma è davvero tutta colpa sua?
La Pisana torna ad attaccare la società capitolina, accusata di non aver ancora trovato “una soluzione valida” ai disservizi dell’ultimo mese. Ma come stanno davvero le cose?
Roma – “Disastroso”: è così che Mauro Alessandri, assessore regionale alla Mobilità, ha definito il servizio offerto da Atac sulla Roma-Lido, la linea ferroviaria che collega il centro della Capitale a Ostia, nel corso di una riunione tenutasi lunedì 2 agosto a Palazzo Valentini, sede della Prefettura di Roma.
L’incontro, cui hanno preso parte i rappresentanti di Astral, Cotral, Atac, Roma Capitale e Regione Lazio, è stato organizzato per fare il punto sui tanti disservizi che dall’inizio dell’estate stanno rendendo impossibile la vita dei pendolari (leggi qui). Vediamo cosa sta accadendo.
La mancanza di treni
Particolare attenzione è stata riservata, in Prefettura, alle condizioni in cui versano i treni in uso sulla Roma-Lido: degli otto mezzi che la linea dovrebbe avere a disposizione, infatti, solo tre non hanno superato il limite chilometrico previsto per la revisione generale, ma lo raggiungeranno comunque entro la fine dell’anno.
Fra incidenti (leggi qui e qui) e semplice usura, dunque, sono cinque i convogli fuori gioco dal 1 luglio, giorno in cui è arrivata la diffida l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture Stradali e Autostradali: una penuria tale da aver costretto la Regione Lazio a prendere seriamente in considerazione la soppressione di ben cinque stazioni dal prossimo settembre.
Il passaggio alla Regione
Ed è proprio alla Pisana che, dal 1 gennaio 2022, dovrebbe essere affidata la completa gestione della “Freccia del Mare” (leggi qui): attualmente, ne è “soltanto” proprietaria, e annovera fra i suoi doveri quello dell’acquisto dei nuovi convogli, le cui gare d’appalto sono in fase di preparazione da circa quattro anni.
Nel frattempo, il servizio è in gestione ad Atac, cui sarebbe deputata, secondo la Regione, anche la manutenzione dei treni (la maggior parte dei quali sono di sua proprietà: è il caso dei Caf MA 300, presi in prestito alla metro A).
Le polemiche
Quello fra la società capitolina e Regione Lazio è stato, però, un matrimonio decisamente infelice e, soprattutto negli ultimi mesi, le baruffe e le recriminazioni reciproche l’hanno fatta da padrone: già il 15 luglio scorso Pietro Calabresi, vicesindaco di Roma, aveva accusato il governatore Zingaretti di non aver “investito un euro per migliorare il servizio”, scatenando l’immediata replica di Alessandri, che lo aveva incolpato di voler fare “campagna elettorale sulla pelle dei pendolari”.
E l’incontro di lunedì in Prefettura non ha fatto eccezione: la Pisana ha infatti precisato come sia stata “proprio Asnfisa a sottolineare le gravi carenze manutentive dei veicoli, richiedendo più volte ad Atac informazioni a riguardo e sollecitando, come fatto anche dalla Regione Lazio, la società capitolina ad eseguire gli interventi necessari, fino alla diffida da parte di Asnfisa che ha comportato, dal 1 luglio, il blocco dei treni con i conseguenti gravi disservizi per i cittadini”.
L’assessore Alessandri è quindi tornato ad attaccare la partecipata: “Siamo consapevoli – ha detto – delle attuali difficoltà in cui versa una infrastruttura fondamentale per cittadini e pendolari e sappiamo anche che al momento il servizio offerto da Atac risulta disastroso, con una percorrenza dei treni ogni 40 minuti (leggi qui)”.
“La società – sostiene -, nonostante sia passato un mese, non ha ancora individuato una soluzione che riteniamo valida per limitare i danni causati alla comunità. Ci aspettiamo, come da impegni presi, che da questa interlocuzione possano arrivare delle risposte da parte dell’azienda capitolina”.
Per la Regione, dunque, è ancora “colpa” di Atac: se avesse fatto la manutenzione ai treni, oggi non saremmo qui. Ma è davvero così?
Siamo sicuri che la colpa sia tutta di Atac?
Peccato, però, che alcuni di quei convogli siano vecchi di vent’anni, e che – fra gli altri problemi – i loro pezzi di ricambio siano praticamente introvabili: pur con tutta la buona volontà, dunque, sarebbe difficile, per Atac, continuare a tenere in piedi mezzi obsoleti e oramai giunti a fine vita, la maggior parte dei quali viene utilizzata solo per essere cannibalizzata e offrire qualche esigua chance di sopravvivenza in più agli altri.
Se la manutenzione lascia il tempo che trova, l’unica soluzione sembrerebbe essere, quindi, l’acquisto di nuovi mezzi. Per averne di nuovi, però, ci sarà da attendere parecchio: degli 11 treni promessi per la Roma-Lido e la Roma-Viterbo, infatti, la Regione Lazio conta di riceverne due nel 2024 e i restanti nove nel successivo anno e mezzo.
Il piano regionale, dunque, lascia “scoperti” oltre due anni e mezzo – quel che resta del 2021, il 2022 e il 2023 -, mettendo seriamente a repentaglio il futuro prossimo del “trenino”. L’unica soluzione per garantire il servizio in quell’arco temporale potrebbe essere quella di acquistare dei convogli usati in giro per l’Europa, ma al momento non è chiaro se questo rientri fra le intenzioni della Regione.
Tenendo presenti questi dati, è evidente come, al di là delle comunicazioni al vetriolo, la responsabilità dei mali della Roma-Lido non possa essere ascritta a soltanto una delle due parti, così come è certo che, in fin dei conti, a pagare il prezzo dei rimpalli siano i migliaia di pendolari che vorrebbero poter contare su un servizio degno della Capitale del Paese e che, invece, sono ogni giorno costretti a fare i conti con l’amara realtà.
(Il Faro online)