Fabrizio Donato: “E’ il momento di dire addio all’atletica, grazie a tutti”
Due volte campione europeo del triplo e bronzo ai Giochi di Londra nel 2012. Capitano della Nazionale e recordman ancora imbattuto
Ostia – Mentre gli azzurri davano battaglia negli ultimi giorni delle Olimpiadi di Tokyo, raggiungendo poi la quota da record di 40 medaglie vinte ai Giochi, un campione leggendario dell’atletica leggera azzurra lasciava la carriera. Avrebbe voluto farlo ai Giochi per coronare una storia sportiva eccezionale, ma lo ha fatto invece nella sua casa della vita. Ha appeso le scarpette al chiodo Fabrizio Donato. Lo ha annunciato tramite un video pubblicato sulla sua pagina ufficiale di Youtube, la sera italiana (ora europea rispetto al Giappone) dello scorso 5 agosto.
Un filmato suggestivo che lui non avrebbe mai voluto fare ma “a tutto c’è un inizio e a tutto c’è una fine”. Lo dice Fabrizio presentando la sua carriera, a modo di ‘favola’. Nel filmato lo ha fatto, consapevole che a volte il tempo può essere più forte della voglia di restarci su quella pedana. Ma l’importante probabilmente è anche lo stile con cui dire addio a un capitolo della vita che ha regalato all’Italia dell’atletica medaglie, record e ricordi. Due parole simili queste ultime, che vanno insieme nella carriera di Donato. E allora ecco questo filmato originale che da al campione delle Fiamme Gialle anche doti particolari di graphic design. E’ lui a raccontare le tappe della sua carriera disegnando quei simboli su un foglio di carta, che sono stati per lui importanti, forse nella memoria impressi per sancire momenti ed episodi: la partenza da Frosinone e l’arrivo alle Fiamme Gialle, nell’ottobre del 1995, la bandiera tricolore, insieme agli ori vinti, con l’adorata pedana del triplo. Dal 1995 è iniziato tutto e Fabrizio ha dato vita a una carriera leggendaria. Senza esagerare nelle parole, è così. L’addio, il capitano della squadra di atletica delle Fiamme Gialle e della Nazionale azzurra, lo ha dato al Centro Sportivo della Guardia di Finanza. Nel quartier generale del Gruppo Sportivo gialloverde, la squadra a cui Fabrizio ha dato il cuore, ha trascorso pomeriggi, intere giornate, ha allenato il suo corpo ad arrivare forte e pronto ai Mondiali, agli Europei, agli Assoluti Italiani e alle Olimpiadi della storia. Alle Fiamme Gialle ha dato medaglie, ha dato lustro e ne ha vestiti i colori per oltre 20 anni. E sono 26 anni quest’anno. L’anno dell’addio alla carriera.
Lo aveva annunciato Donato a Il Faro online, lo scorso mese 29 marzo (leggi qui). Voleva provarci Fabrizio a volare a Tokyo e terminare la carriera alle sue seste Olimpiadi. Lo ha accolto invece il sole di Ostia e i colori del Centro Sportivo delle Fiamme Gialle dove ha costruito le sue sei medaglie internazionali vinte (due ori europei outdoor e indoor, due argenti indoor con l’ultimo conquistato nel febbraio del 2017 a 41 anni e i suoi 23 ori italiani ottenuti, un oro ai Giochi del Mediterraneo nel 2001, insieme ai record conquistati nel salto triplo). Per 47 volte ha vestito la maglia della Nazionale ed è stato poi capitano modello, per 35 volte come lui stesso dichiara e di cui va fiero, ha saltato arrivando sulla sabbia a più 17 metri dallo stacco. Una eccezionalità che ancora deve essere eguagliata, come devono essere ripetuti e superati i suoi record: 17,60 all’aperto e 17,73 indoor. Ha partecipato a cinque Olimpiadi: Sydney, Atene, Pechino, Londra e Rio. E a Londra 2012 ha vinto il bronzo olimpico della storia, la medaglia che ha firmato una straordinaria carriera nell’atletica. Parla del suo storico allenatore Roberto Pericoli. Li ricordano insieme alle gare i suoi tifosi. Fabrizio a saltare lungo e fino alla sabbia e Roberto a soffrire in tribuna, a consigliare, a sperare di vedere poi il suo atleta, sul quale ha sempre cucito addosso l’allenamento ideale in base alle sue caratteristiche, sul podio della gloria.
Quel salto ultimo e il più bello probabilmente della carriera, con canotta Fiamme Gialle e la pettorina che migliaia di volte Fabrizio ha indossato ‘con il cuore in tumulto’, come dice lui stesso, lo ha fatto da solo, portandosi con sé echi di folle, immagini di successi, rintocchi di medaglie al collo e amici e compagni di squadra (che ringrazia sentitamente). Ha portato con sé ricordi ed emozioni indescrivibili. Lo ha fatto per l’ultima volta Fabrizio. Senza aver prima dato vita però, all’ultimo rito scaramantico, il taglio dei capelli (lo stesso taglio che esibì a Londra 2012). Lo ha aiutato la figlia Greta, atleta del settore giovanile e futura campionessa forse se lei vorrà, seguendo le orme di un papà che da oggi già la segue. Intanto Donato ha indossato le sue scarpette chiodate, non semplici scarpe, ma quelle che regalarono a lui e all’Italia il titolo europeo del salto triplo ad Helsinki, il 30 giugno del 2012 (forse la medaglia d’oro più importante): “Papà sei il mio Campione, Greta”, con cuoricini e il tricolore addosso alla gomma, che appoggiò suola e talento nello stadio di Helsinki. Le mostrò quelle scarpe alle telecamere di Raisport in quel pomeriggio italiano e si commosse.
Dalla pedana del campo delle Fiamme Gialle, fino alla sabbia, ha saltato ancora Fabrizio lo scorso 5 agosto. Si è commosso ricordando una carriera messa dentro a tre salti, gli ultimi della vita: hop, step e jump. Dal 1995 al 2021 e in mezzo la storia dell’atletica. Quella caduta sulla sabbia sembra mostrare il più bel salto mai fatto prima da alcun atleta, perché è quello del suo addio al sogno sportivo. Non è facile dirlo a qualcosa che ha mostrato talento e anima di sé, ma con la stessa passione Donato guarderà avanti, scrivendo pagine nuove di vita. Ancora non sa cosa farà: “Non dipende da me, lo farò sapere presto”. Dice il due volte campione europeo nel video su Youtube. Per poi restare in silenzio e solo con se stesso, ascoltando il cuore e una vita che ormai fa parte del passato. Forse il momento più doloroso quello, forse il momento più alto della carriera, forse il più coraggioso. Dopo l’ultimo salto valido, quelli del campione che non delude mai, neanche se stesso.
Un patrimonio dello sport italiano Fabrizio Donato, una medaglia d’oro olimpica ideale che meritava, che accoglie sacrifici, successi e anche il bronzo di Londra 2012. Il capitano della squadra di atletica leggera delle Fiamme Gialle ha detto addio alla carriera proprio nell’anno del Centenario di fondazione del team. Nacque nel 1911 con la vittoria del Trofeo Nelli la squadra gialloverde, poi nel 1995 ecco l’arrivo del campione Fabrizio Donato e poi il suo addio nel 2021. Sono i passi degli uomini nella storia delle squadre sportive, che lasciano un’impronta indelebile.
“Mentre in questi giorni va di scena lo spettacolo delle Olimpiadi di Tokyo.. – dice Fabrizio nel filmato per poi proseguire – non c’è giorno dove non mi passi davanti la mia vita sportiva.. Con il cuore in gola vi dico questo miei cari amici.. sono stato capitano della Nazionale giovane e con tanto talento, vi dico: Non perdete tempo miei cari atleti, ricordatevi che allenarsi non è un sacrificio, è un privilegio.. Grazie dal più profondo del mio cuore”.
Hop, step, jump. Grazie Campione. Anche da parte di chi ha avuto l’onore di raccontarti.
(foto@Colombo/Fidal – video pagina ufficiale Youtube Fabrizio Donato)
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