Festa dell’Assunzione, il Papa: “Umiltà e servizio: ecco i segreti per raggiungere il Cielo”
All’Angelus il Pontefice ammonisce i fedeli: “Domandiamoci: come sto a umiltà? So fare silenzio oppure chiacchiero sempre? So fare un passo indietro, disinnescare litigi e discussioni oppure cerco solo di primeggiare?”
Città del Vaticano – Umiltà, piccolezza e servizio: sono questi “i segreti per raggiungere la meta, il Cielo”. A ribadirlo è Papa Francesco, durante la tradizionale preghiera dell’Angelus recitata in occasione della Solennità dell’Assunzione al Cielo di Maria.
Sono centinaia i pellegrini che sfidano le alte temperature di mezzogiorno per affollare piazza San Pietro, arroventata dal sole: la colonnina di mercurio segna 36 gradi, ma il calore percepito spinge diverse persone ad abbassarsi la mascherina per trovare sollievo da un santino sventolato vicino al viso.
Il Pontefice, come da tradizione, commenta il brano odierno del Vangelo, dove “campeggia il Magnificat”, una “fotografia”, secondo Bergoglio, “della Madre di Dio”: infatti Maria “esulta in Dio, perché ha guardato l’umiltà della sua serva” (cfr Lc 1,47-48).
“È l’umiltà il segreto di Maria. È l’umiltà che ha attirato lo sguardo di Dio su di lei. L’occhio umano – spiega il Papa – ricerca la grandezza e si lascia abbagliare da ciò che è appariscente. Dio, invece, non guarda l’apparenza, ma il cuore (cfr 1 Sam 16,7) ed è incantato dall’umiltà. Oggi, guardando a Maria assunta, possiamo dire che l’umiltà è la via che porta in Cielo”.
Francesco ricorda che la parola “umiltà” deriva dal termine latino humus, che significa “terra”: “È paradossale: per arrivare in alto, in Cielo, bisogna restare bassi, come la terra! Dio non ci esalta per le nostre doti, per le ricchezze e la bravura, ma per l’umiltà”. “Dio è innamorato dell’umiltà”, aggiunge a braccio. E interroga i fedeli: “Domandiamoci: come sto a umiltà? Cerco di essere riconosciuto dagli altri, di affermarmi ed esser lodato oppure penso a servire? So ascoltare, come Maria, oppure voglio solo parlare e ricevere attenzioni? So fare silenzio, come Maria, oppure chiacchiero sempre? So fare un passo indietro, disinnescare litigi e discussioni oppure cerco solo di primeggiare?”
Il segreto della Madonna, prosegue il Papa, “sta proprio nel riconoscersi piccola, bisognosa. Con Dio, solo chi si riconosce un nulla è in grado di ricevere il tutto. Solo chi si svuota di sé viene riempito da Lui”. “Anche per noi – sottolinea – l’umiltà è il punto di partenza, l’inizio del nostro aver fede. È fondamentale essere poveri in spirito, cioè bisognosi di Dio. Chi è pieno di sé non dà spazio a Dio. E tante volte siamo pieni di noi”.
Cita quindi Dante, che definisce la Vergine Maria nell’ultimo canto del Paradiso “umile e alta più che creatura” (Paradiso XXXIII, 2). “È bello pensare – prosegue – che la creatura più umile e alta della storia, la prima a conquistare i cieli con tutta sé stessa, in anima e corpo, trascorse la vita per lo più tra le mura domestiche, nell’ordinarietà, nell’umiltà”.
“Le giornate della Piena di grazia – racconta il Santo Padre – non ebbero molto di eclatante. Si susseguirono spesso uguali, nel silenzio: all’esterno, nulla di straordinario. Ma lo sguardo di Dio è sempre rimasto su di lei”. Questo, fa notare il Papa, “è un grande messaggio di speranza per noi; per te, che vivi giornate uguali, faticose e spesso difficili. Maria ti ricorda oggi che Dio chiama anche te a questo destino di gloria. Non sono belle parole. Non è un lieto fine creato ad arte, una pia illusione o una falsa consolazione. No, è la pura realtà, viva e vera come la Madonna assunta in Cielo”.
E conclude: “Festeggiamo oggi la Madonna con amore di figli, animati dalla speranza di essere un giorno con lei, in Cielo! E preghiamola ora, perché ci accompagni nel cammino che dalla Terra porta al Cielo. Ci ricordi che il segreto del percorso è racchiuso nella parola umiltà. E che la piccolezza e il servizio sono i segreti per raggiungere la meta, il Cielo”.
Dopo la benedizione, il pensiero del Papa va all’Afghanistan (leggi qui), ad Haiti, colpita da un forte terremoto nelle scorse ore, e a chi trascorre le vacanze in questo periodo: “Auguro loro serenità e pace”. “Non posso però dimenticare coloro che non possono andare in vacanza – aggiunge -, coloro che rimangono al servizio della comunità per servire e anche coloro che si trovano in condizioni disagiate, aggravate dal forte caldo e dalla chiusura per ferie di alcuni servizi. Penso specialmente ai malati, agli anziani, ai carcerati, ai disoccupati, ai profughi e a tutte le persone sole o in difficoltà”.
“Vi invito a compiere oggi un bel gesto: andate in un Santuario mariano per venerare la Madonna; quanti si trovano a Roma potrebbero recarsi a pregare davanti all’icona della Salus Populi Romani nella Basilica di Santa Maria Maggiore”, conclude il Papa prima dell’immancabile saluto: “Auguro a tutti buona domenica e buona festa dell’Assunzione! E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”
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