Estate di fuoco, gli incendi devastano il Lazio, l’appello del Wwf: “Bloccare la caccia”
La richiesta rivolta alla Giunta regionale a tutela della fauna selvatica
Brucia il Lazio, brucia il territorio a pochi passi dalla Capitale, nei Comuni di Tivoli (letteralmente in fumo la Riserva Naturale di Monte Catillo), di Fara in Sabina, di Velletri (sull’Artemisio). Fortemente a rischio il Sistema delle Aree Naturali Protette.
“Una situazione straordinaria quella che viviamo – dichiara Raniero Maggini Presidente del WWF Roma e Area Metropolitana – con caldo torrido che agevola la mano criminale degli incendiari e che ha portato il Presidente della Giunta regionale a firmare lo stato di calamità naturale per la ‘grave recrudescenza degli incendi’. Un atto che resterà in vigore sino alla fine di settembre.”
Nella comunicazione diffusa dalla Regione, il direttore dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile, Carmelo Tulumello ha affermato: “Lo stato di calamità è finalizzato al richiedere al Governo provvedimenti straordinari per potenziare ulteriormente la capacità di contrasto degli incendi e risorse per ristorare amministrazioni, operatori economici ed agricoltori pesantemente danneggiati dagli eventi di questi giorni”.
“Non possiamo che condividere le ragioni che hanno indotto la dichiarazione di calamità naturale – aggiunge Maggini – e riteniamo che l’evidenza dei danni subiti dal territorio e da quanti lo vivono, vada estesa anche a quelle porzioni di territorio non interessate da attività produttive in senso stretto. Il patrimonio naturale eroga servizi ecosistemici a vantaggio di tutti, il danno arrecato dagli incendi è pertanto incalcolabile. Occorrono misure urgenti e straordinarie anche per aree naturali protette e fauna selvatica.”
Sicuramente tra le “categorie” più colpite deve essere annoverata la fauna selvatica, non solo per i numerosi individui di tante e diverse specie selvatiche direttamente uccisi dalle fiamme, ma per gli ambienti totalmente stravolti dal fuoco che accoglievano tane e nidi, per la perdita di fonti di alimentazione andate distrutte, per l’impatto sulle nuove generazioni non ancora in grado di essere pienamente autonome.
“Chiediamo allora che la Giunta regionale – conclude Maggini – in coerenza con l’atto già promulgato disponga il blocco dell’apertura della caccia per la stagione 2021-2022. Chiediamo alle stesse associazioni venatorie di sostenere tale richiesta e tutte quelle misure utili a sostenere la fauna selvatica in un momento tanto difficile. Una situazione veramente drammatica che chiede la disponibilità di tutti, lasciando da parte pregiudizi ed atteggiamenti corporativi”.
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