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Da Fiumicino alle Paralimpiadi, Edoardo Giordan: “La scherma è la mia benzina”

19 agosto 2021 | 09:24
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Da Fiumicino alle Paralimpiadi, Edoardo Giordan: “La scherma è la mia benzina”

L’azzurro già a Tokyo per partecipare ai primi Giochi ufficiali della vita. Un sogno che si avvera

Tokyo – Edoardo Giordan non poteva immaginare che nella sua vita sarebbe arrivata la scherma, improvvisa come un fulmine al ciel sereno e imprevista come le cose migliori della vita. C’è bisogno sempre di una guida per certe scelte, che sia qualcun altro a indicarti la strada quando intorno non trovi stimoli né speranze e quella mano Edoardo l’ha trovata in Andrea Pellegrini, che gli ha suggerito di provare a fare scherma. Una proposta che ha rappresentato una rinascita, un modo per sentirsi di nuovo forti e felici e che ha anche messo in luce un talento naturale per questa disciplina che fino a quel momento era nascosto.

Messa da parte la rabbia e la frustrazione per la malattia, si è creato un nuovo spazio in lui da dedicare allo sport. Una forma di terapia per ritrovare la passione per qualcosa e per darsi nuovi obiettivi in una vita da reinventare. L’intento non era quello di diventare un campione e invece è successo anche questo. Nel giro di pochi anni Edoardo è diventato presenza fissa nella nazionale italiana, ha vinto la medaglia di bronzo individuale agli Europei 2018 e ai Mondiali 2019 nella sciabola categoria A, oltre ai tanti successi in team con i compagni di squadra. Ma qualcosa in lui è scattato ancora prima, ai Giochi Paralimpici di Rio 2016, dove non era in gara, ma semplice spettatore. In quell’occasione assaporare il clima a cinque cerchi gli ha fatto venire una voglia irrefrenabile di riuscire anche lui a raggiungere quel traguardo, di lavorare ancora di più per migliorare e conquistarsi un posto per Tokyo 2020. Cinque anni dopo l’obiettivo è stato raggiunto.

“In quest’anno in più di attesa, anche se sono saltate le gare internazionali, ho fatto tanta preparazione e arrivo ancora più carico – ha detto – abbiamo un gruppo super unito, tifiamo sempre l’uno per l’altro a bordo pedana e questo è il mio carburante”

Edoardo oggi è diventato un esempio per tanti ragazzi come lui, ha ispirato anche una canzone che porta il suo nome e racconta della disabilità vissuta come un valore aggiunto e in pochi anni ha scalato vette inimmaginabili, sorprendendosi e aprendosi nuove strade grazie alla forza di volontà con cui ha intrapreso ogni percorso. Adesso è pronto per lanciarsi in una nuova avventura, l’ennesima della sua vita, che porta il nome di Tokyo 2020.

(foto@AugustoBizzi)

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