Paralimpiadi di Tokyo, Porcellato leggendaria: è argento nell’handbike
11 edizioni dei Giochi per l’azzurra, entra nella storia dei record sportivi. Nella classe maschile Mazzone e Cornegliani sul podio
Tokyo – Tripletta d’argento per l’Italia alle Paralimpiadi di Tokyo nel paraciclismo. In questa prima nottata di gare con Luca Mazzone (H2), Fabrizio Cornegliani (H1) e Francesca Porcellato (H1-H3). In scena sul circuito del Fuji Speedway le prove a cronometro che hanno visto gli azzurri subito protagonisti.
Mazzone è il primo a salire sul podio, sfiorando la medaglia d’oro di appena 26 centesimi. “E’ stata una gara molto dura e ricca di imprevisti” racconta l’handbiker pugliese, vincitore di ben 15 medaglie mondiali. E ancora: “Partire poco prima degli atleti della categoria H1 può essere problematico, poiché potresti ritrovarti sul percorso assieme a corridori che vanno più lenti, soprattutto in salita. E oggi è andata proprio così: all’ultimo giro, proprio quando stavo andando in progressione per riuscire a dare tutto nel finale, ho trovato un blocco di quattro H1 e non sono riuscito a passare. Sono stato fermo qualche secondo. Probabilmente è lì che mi sono giocato la medaglia d’oro”. Un peccato per il nostro portacolori, che con il tempo di 31’23″79 si deve inchinare allo spagnolo Sergio Garrote (31’23″53).
Ma ci tiene a sottolineare: “Non ho nulla da recriminare alla mia preparazione di questi anni. L’argento è una parentesi, voglio tornare all’oro: nascondere la mia ambizione è inutile. Ma è una medaglia che mi riempie d’orgoglio e di gioia, frutto dei tanti sacrifici miei e di tutte le persone che mi circondano: tutto lo staff la Nazionale, il CT Valentini e la mia associazione Canottieri Aniene. Tutti loro hanno fatto sì che io sia ancora qui, su questo podio, a 50 anni. Ma in particolare questa medaglia la voglio dedicare a mio figlio e a mia moglie, testimoni diretti del tanto lavoro e dei sacrifici.”
Medaglia d’argento anche per Fabrizio Cornegliani (H1), alla sua prima partecipazione ai Giochi. Il 52enne lombardo, entrato in Nazionale solo pochi anni fa, cade in corsa ma non si lascia intimorire. Raggiunge il traguardo in 45’44″56, alle spalle del sudafricano Nicolas Pieter du Preez. Racconta: “50 anni da sportivo: ecco quello che rappresenta questa medaglia. Sono caduto, mi sono rialzato e non ho mollato. Ho dimostrato che credendoci posso raggiungere qualsiasi traguardo. Questo argento, che ho strappato con sangue e denti, è per il mio papà che mi ha spinto ad arrivare fino a qui. Non abbiamo mai smesso di crederci in cinque anni”.
Bravissima Francesca Porcellato (H1-H3), che alla sua undicesima apparizione paralimpica continua a stupire: anche per lei secondo gradino del podio, migliorando quanto fatto cinque anni fa a Rio. “Si vede che sono come il vino rosso: più invecchio e più miglioro” commenta la Rossa Volante con la sua 14esima medaglia paralimpica al collo. E aggiunge: “E’ un risultato che mi dà tanta gioia, soprattutto perché dopo tutti questi anni sono ancora sul tetto del mondo ed è bellissimo. In fondo il mio motto è ‘crederci sempre, arrendersi mai’. Sono orgogliosa di me, di essere italiana e di contribuire coi miei risultati a far crescere lo sport paralimpico”. Titolo alla tedesca Annika Zeyen (32:46.97), completa il podio la polacca Renata Kaluza (33:50.32).
L’ultimo a partire della selezione azzurra è Giorgio Farroni, che col Triciclo conquista la quarta medaglia d’argento della giornata. Un bellissimo risultato per l’atleta di Fabriano, che dopo il bronzo a Pechino e l’argento a Londra, cinque anni fa a Rio era rimasto a bocca asciutta: “Finalmente ho ritrovato il vecchio Giorgio – racconta l’atleta T1 a fine gara -. Ho approfittato del lockdown per lavorare duramente e questo ha portato i suoi frutti. Anche se in realtà non ho vinto ancora nulla… domani c’è un’altra gara”.
Gli altri Azzurri – Quarto posto nella crono H5 per Diego Colombari, primo azzurro al via sul circuito del Fuji, col tempo di 41:21.29. A vincere la gara è stato l’olandese Mitch Valize. Paolo Cecchetto chiude invece quinto nella categoria H3: l’azzurro arriva al traguardo col tempo di 44:03.16 nella gara vinta dall’austriaco Walter Ablinger. Sesto e settimo posto nella cronometro femminile H5 rispettivamente per Katia Aere (50:40.24) e Ana Maria Vitelaru (50:58.69), vittoria per gli USA con Masters.
Capitolo ciclisti: prova C5 con la medaglia d’oro dell’olandese Daniel Abraham Gebru in 42:46.45. Nella Top Ten i due azzurri in gara: sesta posizione finale per Andrea Tarlao, nono Pierpaolo Addesi. Tra i primi 10 nella categoria C3 anche Fabio Anobile: nona piazza per il neo campione del mondo nella prova vinta dal britannico Benjamin Watson in 35:00.82. (federciclismo.it)
(foto@BizziTeam)
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