Tokyo 2020, paraciclismo da urlo: Mazzone argento e Aere bronzo
Assoluta protagonista la Nazionale italiana alle Paralimpiadi. Porcellato ai piedi del podio
Tokyo – Ancora protagonista a Tokyo la Nazionale azzurra di Mario Valentininel paraciclismo Sul circuito del Fuji Speedway Luca Mazzone e Katia Aere regalano la quinta e la sesta medaglia all’Italia nella prima giornata dedicata alle gare in linea.
Dopo aver conquistato il secondo gradino del podio nella cronometro, Luca Mazzone si ripete anche nella prova in linea (categoria H1 – H2). Per il cinquantenne di Terlizzi si tratta della settima medaglia paralimpica (5 nel ciclismo e due nel nuoto). “E’ stata una gara difficile” racconta l’azzurro al termine della prova. E aggiunge: “Il percorso così duro non era così adatto alle mie caratteristiche, ma io ho dato tutto quello che avevo. Spiace non essere riuscito a riprendere il francese, ma questo avevo oggi. Una medaglia che voglio dedicare a me stesso per tutti i sacrifici che ho fatto e quello che mi sono prefissato in queste Paralimpiadi“.
A prendersi la medaglia d’oro è il francese Florian Jouanny, che ha chiuso con il tempo di 1:49.36. Completa il podio lo spagnolo Sergio Munoz Garrote.
Qualche ora dopo è Katia Aere a salire sul podio, mettendo al collo un bellissimo bronzo alla sua prima esperienza paralimpica. Un debutto tanto desiderato quanto insperato: “Dico sempre che ci credo fino al giorno dopo… ma in questo momento sembra tutto ancora un sogno” le parole a caldo dell’azzurra, che non riesce a trattenere le lacrime. E ancora: “Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto e aiutato ad arrivare fin qui: lo staff della nazionale, i medici, i meccanici, i tecnici e i fisioterapisti che mi ha sopportato e supportato in questi anni. E ringrazio tutta l’Italia, perché ho sentito il loro sostegno pedalata dopo pedalata”.
Sessantasei km per due ore, ventotto minuti e 11 secondi di fatica per l’azzurra H5: “E’ come se avessi fatto 66 km di crono: non avevo scie da seguire, ho corso sempre sola. Sapevo di dover mantenere il mio ritmo perché avevo una marcia un po’ diversa rispetto alle mie avversarie, ho tenuto duro e ho raggiunto il mio obiettivo”. Un traguardo raggiunto a 50 anni appena compiuti: “L’età è solo un numero: non è mai troppo tardi per nulla, bisogna sempre credere nelle proprie possibilità e coltivarle al meglio”. Poi una dedica speciale: “Ringrazierò sempre Alex Zanardi, perché è anche merito suo se ho imparato ad amare questo sport. Questa medaglia è anche sua”.
A dominare la scena è stata la statunitense Oksana Masters, che ha coperto i 66 km previsti in 2:23:39. Medaglia d’argento per la cinese Sun Bianbian, che ha chiuso la gara in 2:26:50, a 3:11 dall’oro. Costretta al ritiro la compagna di squadra e di categoria Ana Maria Vitelaru.
Gli altri Azzurri – Niente doppietta per Francesca Porcellato, che dopo l’argento nella cronometro di ieri, non riesce a tornare sul podio della prova in linea H3-H4. Settima piazza per la rossa volante, che racconta: “Sono rimasta indietro quando il gruppo si è avvantaggiato e non sono più riuscita a rientrare. Rimango comunque contenta di questa Olimpiade: l’argento nella crono mi riempie di gioia, è una prova in cui si misura il reale valore di un atleta. Resta il ricordo più bello insieme al sorriso e alla cordialità del popolo giapponese, che ha riempito le nostre giornate e resto questa esperienza fantastica”. La vittoria va alla neerlandese Jennette Jansen, completano il podio Annika Zeyen (Germania) e Alicia Dana (USA).
Out per problemi meccanici per Diego Colombari (H5), nella prova vinta dal neerlandese Mitch Valize. Fuori dai giochi anche Fabrizio Cornegliani (H1), in gara con gli H2 assieme a Mazzone. Fuori per guai allo stomaco anche Paolo Cecchetto, che dopo la prima salita si deve arrendere e non arriva al traguardo H3.
(foto@Bizzi/Cip)
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