Da Martina Caironi a Ambra Sabatini: prosegue la storia vincente nei 100 metri paralimpici
Il passaggio di testimone alle Paralimpiadi tra le due azzurre, che vincono argento e oro a Tokyo
Tokyo – Lei giovanissima e già Regina paralimpica dei 100 metri T63. Lei Regina da Londra 2012 della disciplina e oggi felice con l’argento paralimpico al collo. Alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 Ambra Sabatini e Martina Caironi hanno vissuto una esperienza eccezionale e unica. Sul traguardo dei 100 metri, dove Marcell Jacobs un mese prima, ha firmato l’oro olimpico della leggenda, si è ripetuta quest’ultima grazie alle donne dell’atletica. L’Italia si commuove vedendole vincere e si stringe in un abbraccio intenso, come il loro a fine gara. Martina ha ceduto lo scettro e la corona alla compagna di squadra e non solo in Nazionale. Sono entrambe del team Fiamme Gialle, che quest’anno festeggia il Centenario di fondazione e loro donano ai colori gialloverdi le medaglie della storia.
Ambra dolce e con le treccine, con il visetto di una bimba, ha sfoderato gli artigli della campionessa a Tokyo e ha corso veloce velocissima, sotto una fastidiosa pioggia battente, tagliando il traguardo dei sogni. Incredula e già piangente. Sì. Prima di tagliare il traguardo la Sabatini si era resa già conto. Nessuna avversaria davanti a lei e quindi prima. E poi è scoppiata a piangere, confortata e festeggiata con affetto proprio dalla Caironi, che sa cosa vuol dire vincerla la medaglia d’oro paralimpica. Lei che l’ha conquistata due volte a Londra 2012 e a Rio 2016. Entrambe amputate alla gamba destra per lo strano gioco della vita, si sono ritrovate in pista insieme e con la stessa missione nel cuore: portare l’Italia e le Fiamme Gialle sul podio di Tokyo 2020. E lo hanno fatto.
Ambra si è ripresa il record mondiale, quello che lei aveva già ottenuto prima dei Giochi e che poi Martina le aveva strappato in semifinale. Quel primato è arrivato sul traguardo per la 19enne azzurra. Con il crono di 14”11 accolto con ammirazione anche da Martina, è salita sul secondo gradino del podio con il crono di 14”37. La Caironi era là felice e soddisfatta per una eccezionale carriera vissuta.
(foto@Bizzi/Cip)
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