Berrettini ai quarti con Djokovic agli Us Open: “Ci credo di più”
Dopo Wimbledon si incontrano ancora una volta i due tennisti. Nole cerca la storia, ma Matteo punta alla rivincita
New York – “In tutti i match che ho giocato contro di lui ho sempre imparato qualcosa. Sicuramente conosco quello che preferisce fare e lui conosce me: dal punto di vista mentale, però, penso di aver fatto uno scatto in avanti perché ci credo ancora di più”. E’ la sfida più attesa quella di Berrettini dal mondo del tennis azzurro, fin dal giorno del sorteggio del main draw, perché dopo le premesse sulla terra parigina e sull’erba londinese anche stavolta si annuncia spettacolo.
Stiamo parlando della sfida di mercoledì tra Matteo Berrettini e Novak Djokovic nei quarti degli US Open (57.500.000 di montepremi, nuovo record), quarto e ultimo Slam stagionale entrato nel vivo sul cemento di Flushing Meadows, a New York.
Senza far vedere ancora il suo tennis migliore, ma dando anche l’impressione di essere più o meno sempre in controllo, Matteo Berrettini dopo due anni e tornato nei quarti a New York. Un risultato che a dispetto della posizione in classifica e nel seeding dell’azzurro – che grazie ai punti conquistati nello Slam americano da lunedì prossimo salirà almeno al n.7, firmando un nuovo best ranking – non era affatto scontato, visto che dopo l’infortunio rimediato in finale a Wimbledon al rientro nel tour aveva giocato due soli match prima degli Us Open, nel “1000” di Cincinnati (dove ha battuto Ramos Vinolas prima di cedere ad Auger-Aliasime).
Sul “Louis Armstrong Stadium” il 25enne romano, n.8 del ranking e sesta testa di serie – alla quarta presenza nel tabellone principale nella Grande Mela dove nel 2019 raggiunse una splendida semifinale, fermato solo da un Nadal lanciato verso la conquista del suo quarto titolo – ritrova dall’altra parte della rete il serbo Novak Djokovic, n.1 del mondo, al 51° quarto Slam in carriera e già vincitore tre volte di questo torneo (2011, 2015 e 2018).
I due si sono già affrontati in tre occasioni e si è sempre imposto il 34enne serbo di Belgrado. A parte però il facile successo nel round robin delle Nitto ATP Finals del 2019, Nole ha sempre dovuto faticare parecchio, tanto nei quarti al Roland Garros a giugno di quest’anno che in finale a Wimbledon a luglio.
In più per Djokovic c’è un’ulteriore pressione, il cui peso non è da sottovalutare, visto che New York Nole va a caccia del Grande Slam: nei primi quattro match non è stato sempre impeccabile ed ha lasciato per strada tre set (a Rune, Nishikori e Brooksby)
Per il tennista allenato da coach Vincenzo Santopadre è invece la quarta presenza tra i migliori otto in uno Slam – ma la terza consecutiva – dopo Us Open 2019, Roland Garros e Wimbledon 2021. Quello di Matteo è solo il terzo quarto di finale raggiunto da un azzurro a New York dopo Barazzutti nel 1977 (si giocava a Forrest Hills e sulla terra verde) e…Berrettini stesso nel 2019.
Il suo percorso fin qui nel torneo è stato tutt’altro che semplice: dopo aver sconfitto i francesi Chardy, n.70 ATP, e Moutet, n.88 ATP (al quale ha lasciato un set), al terzo turno si è imposto in cinque set sul bielorusso Ilya Ivashka, n.53 del ranking, mai così avanti a New York, e negli ottavi ha ceduto un altro set al qualificato tedesco Otte, n. 144 ATP (“vendicando” anche Seppi, n.89 ATP, e Sonego, n.23 del ranking e 20 del seeding). Ora Matteo contro Nole non potrà più concedersi distrazioni. (federtennis.it)
(foto@federtennis)
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