La storia di “The Falling Man”, la foto simbolo dell’attentato alle Torri Gemelle
E’ il protagonista di una delle fotografie più famose al mondo, ma la sua identità è ancora avvolta nel mistero
New York – Un uomo che, testa in giù e braccia dritte lungo i fianchi, cade da un grattacielo.
E’ il protagonista di una delle fotografie più famose al mondo, l’immagine simbolo dell’attentato terroristico alle Torri Gemelle: eppure, la sua identità è ancora avvolta nel mistero e, probabilmente, lo sarà per sempre.
Parliamo del soggetto di “The Falling Man”, “L’uomo che cade”, la foto scattata da Richard Drew l’11 settembre 2001 e che fece il giro del globo, finendo per suscitare, oltre che sgomento e profonda tristezza, anche numerose polemiche.
Quella mattina di vent’anni fa, destinata a rimanere tragicamente impressa nella memoria collettiva, Drew era stato inviato al Bryant Park di Manhattan per fotografare una sfilata di moda premaman. Di lì a poco, però, i suoi obiettivi avrebbero documentato ben altro: raggiunto dalla notizia di quanto accaduto al World Trade Center, infatti, Drew corse lì e iniziò a scattare diverse fotografie di persone che, prive di qualunque altra via d’uscita, avevano deciso di buttarsi giù dai due grattacieli.
Il giorno seguente l’immagine del suo “uomo cadente”, forse la più “riuscita” fra le sequenze scattate, era su tutti i giornali, compreso il New York Times: “Uno spettacolo orribile”, recitava la didascalia comparsa sulla famosa testata statunitense.
E quell’uomo, la cui identità non è mai stata accertata, si era trasformato nel “milite ignoto” d’America: era diventato, cioè, il simbolo di tutti coloro che erano morti così, uccisi dalla furia omicida dei terroristi di al-Qaeda.
Negli anni successivi, però, la foto è stata più volte accusata di aver “sfruttato” l’ultimo, estremo gesto delle vittime dell’attentato: per molti anni, quindi, i media statunitensi evitarono di mostrare questa e le altre immagini, temendo rimostranze da parte degli spettatori (sul New York Times, ad esempio, lo scatto scomparve fino al 2007).
Eppure, purtroppo, nel mondo, gli uomini non hanno smesso di “cadere”: basti pensare alle immagini arrivate da Kabul, dove in decine hanno tentato di lasciare il Paese aggrappandosi agli aerei in partenza e finendo col precipitare nel vuoto di fronte alle telecamere dei telegiornali di tutto il pianeta (leggi qui).
Vent’anni dopo, dunque, il disperato “Falling Man” di Manhattan è ancora, tristemente, molto attuale.
(Il Faro online)