Daini in sovrannumero al Circeo: nuova proposta per evitare il massacro
Con la nomina del nuovo Presidente del Parco, le associazioni ambientaliste sperano in una svolta sulla spinosa questione dei daini in sovrannumero
Circeo – Con la nomina del nuovo presidente del Parco nazionale, Giuseppe Marzano, avvenuta poco più di un mese fa, all’ombra del Circeo torna quanto mai attuale la spinosa situazione dei daini in sovrannumero, rimasta irrisolta a causa della paralisi amministrativa dell’Ente.
Dove eravamo rimasti: i bandi “di fuoco” del Parco del Circeo
Il problema dei daini in sovrannumero si presentò, per la prima volta, nel 2017, a gennaio, durante una riunione del Consiglio Direttivo del Parco, in cui erano presenti i consiglieri (4) appena sufficienti per il numero legale della seduta.
In quell’occasione, venne approvato (nonostante il voto contrario dell’allora Sindaco di Ponza) il “Piano gestionale di controllo del daino”, che prevedeva l’abbattimento dei daini, e negando la possibilità di soluzioni alternative.
Dal gennaio del 2017, però, si dovrà attendere dicembre del 2019 perché quel piano diventi operativo, con l’allora direttore Paolo Cassola, che stanziò 170mila euro a tal fine.
Una tempistica quella intercorsa tra l’approvazione del piano e la sua resa operativa, che lascia riflettere su quanto sia reale quest’urgenza, considerando, appunto, che, nel caso specifico, oltre all’abbattimento non si era prese in considerazione altre alternative.
Dubbi a parte, a gennaio del 2020 arriva l’atto dirigenziale che sembrerebbe non lasciare scampo ai poveri daini. Finché… Finché il Parco del Circeo non incappa nell’opinione pubblica nazionale: il caso si allarga a macchia d’olio in tutta Italia, tanto che, nell’aprile dello stesso anno, in un convegno promosso da alcune associazioni ambientaliste, tenutosi in un’aula del Palazzo di Montecitorio, l’allora Presidente del Parco dichiarò solennemente che “Nel Parco non si spara” e che l’Ente avrebbe optato per le soluzioni non cruente.
Il lieto fine, insomma, sembrava dietro l’angolo per i daini… E invece… Invece, a distanza di poco più di un anno da quell’atto dirigenziale, a febbraio del 2021, il direttore ad interim del Parco vara tre bandi di gara per “risolvere”, una volta per tutte, la “questione” dei daini in sovrannumero. Tre le diverse soluzioni proposte: adozioni a scopo ornamentale, a scopo alimentare e, infine, a scopo venatorio…
Il Parco, a quel punto, finisce di nuovo in pasto all’opinione pubblica, anche grazie a una petizione lanciata online, che ha ricevuto circa 28mila sottoscrizioni, con il dichiarato obiettivo di impedire il massacro. Il risultato? Il Parco si paralizza. L’allora presidente Ricciardi dà le dimissioni, mentre il posto da direttore era già vacante di suo a causa delle bocciature del Ministero.
Nuovo presidente, nuova era? Ecco la proposta fatta a Marzano
Considerata la paralisi amministrativa, per mesi, la questione dei daini è rimasta sospesa. Ora, però, che c’è un nuovo presidente, per le associazioni ambientaliste è tempo di scoprire se la nomina sia o meno l’inizio di una nuova era. Anche e soprattutto per i daini.
“Sia detto con grande chiarezza: quei tre bandi – polemizzano Annalisa Macchioni, amministratore del gruppo contro la mattanza dei daini e Piero Vigorelli, ex sindaco di Ponza ed ex componente del direttivo del Parco – erano e sono truffaldini, nel senso che le adozioni ornamentali erano consentite con criteri enormemente costosi. Non solo. I bandi erano e sono ipocriti, perché il Parco si lavava la coscienza conferendo ad altri (adozioni a scopo alimentare e venatorio) l’uccisione dei capi.”
Per Macchioni e Vigorelli, quindi, non è un caso la scarsa risposta (solo 9 proposte) ottenuta dai bandi. Tra il clamore e la responsabilità che ne sarebbe conseguita, nessuno, probabilmente, voleva rischiare di esporsi alla gogna mediatica.
“Riteniamo – sottolineano – che queste brutta pagina debba essere cancellata, per ripristinare la credibilità del Parco. Per questo, crediamo che la via indicata dal presidente Marzano (la sterilizzazione delle femmine di daino) sia una soluzione ragionevole, che risparmierà al Parco ulteriori figuracce.”
Ma Macchioni e Vigorelli non si fermano alla “benedizione” della proposta del presidente del Parco e rilanciano con una proposta: “La credibilità risulterà ancora più rafforzata se il Parco realizzerà una nuova recinzione del perimetro della foresta demaniale e, all’interno di questa, ripristinerà un’area daini che sarà meta di tante famiglie, come avviene nei principali Parchi o in prestigiosi agroturismi, in Italia e all’estero.
Le risorse economiche – concludono – per fare questo ci sono, avendo l’Ente cospicui residui attivi in bilancio…”
(Il Faro online)