Il Commento

Ostia, concessioni balneari stoppate al 2023, Mare Libero avverte: “E’ solo l’inizio”

10 novembre 2021 | 16:35
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Ostia, concessioni balneari stoppate al 2023, Mare Libero avverte: “E’ solo l’inizio”

“L’applicazione della Bolkestein non deve essere il punto d’arrivo, ma quello di partenza, per riappropriarci del nostro mare”

Ostia – “Non possiamo che essere contenti di una sentenza che conferma ciò che tutti i tribunali hanno sempre detto, e cioè che la proroga delle concessioni balneari è contro la legge“.

Così Danilo Ruggiero, presidente dell’associazione Mare Libero di Ostia, ha commentato la decisione del Consiglio di Stato di “azzerare” le concessioni dal gennaio 2024, riaprendo il settore alle regole della concorrenza (leggi qui) e scatenando le proteste degli imprenditori (leggi qui).

“Noi – spiega Ruggiero a ilfaroonline.itavremmo ridotto ancora un po’, dal momento che è già passato un intero anno da quando è scaduta l’altra proroga, ma capiamo le motivazioni espresse dalla corte, che non voleva penalizzare troppo imprese e lavoratori”.

Eppure, sottolinea Ruggiero, i balneari sapevano da anni che le concessioni sarebbero scadute. “Forse davano per scontato che sarebbero state rinnovate perché prestavano ascolto alla politica, che ha sempre e soltanto dato voce alla loro categoria. Si sentivano autorizzati e tutelati, ma le sentenze della magistratura hanno sempre detto tutt’altro“.

La situazione a Ostia

Il Presidente di Mare Libero è poi intervenuto sulla situazione specifica del Municipio X di Roma, che applicò la direttiva europea Bolkestein sulla concorrenza e, in contrasto con la legge nazionale (che ne aveva stabilito la proroga fino al 2033), avviò le procedure di gara per l’affidamento di 46 concessioni balneari di Ostia in scadenza nel 2020 (leggi qui).

Sebbene per 13 di essi non siano state presentate offerte, infatti, 24 degli stabilimenti balneari messi all’asta sono stati ora assegnati, e la graduatoria è stata pubblicata il 22 ottobre scorso. “A Ostia – spiega Ruggiero – la situazione è molto confusa. Da un lato ci sono le gare che sono state indette dall’Amministrazione Di Pillo, dall’altro le proroghe tecniche accordate agli attuali concessionari per risolvere eventuali irregolarità edilizie. I bandi erano lacunosi, e il fatto che per alcune concessioni non siano state presentate offerte rende la situazione ancora più complessa”.

“Quel che è certo è che le proroghe non potranno andare oltre il 31 dicembre 2023, ma a Ostia ci sono almeno una quindicina di balneari che, nell’atto di concessione, hanno dei termini che vanno oltre quella data, per permettere loro di ammortizzare gli investimenti fatti negli ultimi anni”.

La delega al Litorale

A rendere ancor più difficili le cose, la ritrovata “centralizzazione” della delega al Litorale, tornata – dopo una decina d’anni – nelle mani del Sindaco di Roma (leggi qui). Una decisione maturata da Roberto Gualtieri all’indomani delle proteste consumatesi dentro e fuori il Palazzo del Governatorato (leggi qui), e che ha già scatenato le ire dell’opposizione lidense (leggi qui).

“Secondo noi è giusto riportare la competenza del mare in Comune, perché questo non è solo il mare di Ostia, è il mare di tutta Roma“, sostiene Ruggiero. “Il Municipio non aveva il peso specifico per interloquire a pari livello con gli altri enti che si occupano del litorale, Roma Capitale può incidere in maniera diversa. Ora, però, ci auguriamo che a questa presa di posizione di Gualtieri seguano azioni concrete per dotarsi di una struttura operativa in grado di risolvere tutti questi problemi”.

L’applicazione della Bolkestein come punto di partenza

Di sicuro, per l’associazione Mare Libero la sentenza del Consiglio di Stato – e quindi l’applicazione della Bolkestein – non deve essere che il punto di partenza per “riportare la legalità sulle spiagge, oggi ridotte a proprietà privata e sacrificate in nome degli interessi economici”.

“Per noi – sottolinea Ruggiero – la Bolkestein deve essere solo uno dei tanti strumenti per tornare ad avere più spiagge libere e pubbliche, non il punto d’arrivo. D’ora in avanti, le concessioni dovranno ‘passare di mano’ rapidamente (questo è l’unico modo per garantire trasparenza nell’affidamento), dovranno essere di meno, pagare il giusto e  rispondere a regole precise sulla tutela dell’ambiente e del paesaggio”.

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