Campioni mondiali nel kumite a squadre, gli azzurri: “Un oro sognato e inseguito..”
Maresca, Martina, Marino, El Sharaby, i fratelli De Vivo, Pietromarchi gli autori della splendida vittoria
Tra le dieci medaglie mondiali vinte a Dubai, probabilmente quella d’oro, vinta a conclusione del torneo e prima assoluta italiana nella storia della disciplina, ha donato le emozioni più belle. Gli autori della favola sono i giovani di oggi, che sono cresciuti con gli insegnamenti dei campioni di ieri e di chi tante medaglie le ha vinte prime di loro. Li ha seguiti coach Savio Loria da bordo tatami, prima di loro, campione del mondo.
Maresca il capitano, Gianluca e Daniele De Vivo (con record probabilmente perché due fratelli nello sport, che nello stesso momento e nel karate, hanno vinto il titolo), Ahmed El Sharaby, Simone Marino già argento individuale nel kumite dei pesi massimi, Michele Martina e Lorenzo Pietromarchi hanno firmato la favola azzurra nella competizione iridata 2021, arrivata dopo le Olimpiadi. Una settimana intensa per gli azzurri. Eliminatorie, speranze, semifinali, anche uscite dalle gare e dispiaceri, ma anche gioia di chi è salito sul podio. vittorie, medaglie e sorrisi, anche conditi alle lacrime per chi invece del secondo posto, ambiva all’oro. tuttavia, la gloria della decina mondiale parla chiaro: ognuno dei karateka che ha riportato a casa una medaglia ha scritto la storia. E c’erano anche loro sugli spalti (Viviana Bottaro, i team maschile e femminile di kata, la squadra femminile di kumite, Silvia Semeraro e Angelo Crescenzo) a seguire i futuri campioni mondiali. La data da segnare in calendario e che per sempre sarà ricordata nei racconti e negli annali è quella del 21 novembre 2021. Quasi un ossimoro quei numeri che hanno portato la gloria all’Italia.
Gli azzurri hanno battuto la Serbia, pericolosa e attenta sul tatami centrale. Hanno fatto squadra gli atleti della squadra di kumite. Guidati da un atleta e coach come Savio Loria che ben conosce dinamiche e talenti da gestire. Nell’anno splendido dell’Italia dello sport, partendo dagli Europei di calcio, passando per le Olimpiadi, le Paralimpiadi, gli Europei di pallavolo e le tantissime competizioni successive che hanno riempito la bacheca nazionale di medaglie, ecco i Mondiali di karate. E loro. Maresca, Marino, Martina, Pietromarchi, El Sharaby, Gianluca De Vivo, Daniele De Vivo. La formazione dei sogni azzurri. La formazione che ha portato per la prima volta alla Fijlkam e all’Italia del karate il titolo iridato a squadre. Un po’ come alle Olimpiadi. Se la Bottaro e Busà hanno regalato all’Italia Team i primi allori a cinque cerchi, il team maschile del combattimento, unito, concentrato e fulmineo sul tappeto, ha donato una gioia unica al mondo del karate italiano. Che non smette di stropicciarsi gli occhi. E’ successo davvero.
Premiati da Davide Benetello, presidente della commissione atleti della Wkf e vicepresidente della Fijlkam e presidente della sezione karate, hanno ricevuto come un passaggio di consegne nelle medaglie e nella Coppa consegnata, alzata da chi se l’è sudata e da chi l’ha inseguita a tutti i costi. Anche lui come loro. Campione mondiale di kumite e plurimedagliato azzurro. Benetello felicissimo, come tutta la delegazione azzurra a Dubai.
Di seguito le dichiarazioni dei campioni del mondo, come riportato dal sito della Fijlkam
Luca Maresca, il capitano: “È stata un’emozione fortissima e l’emozione più bella credo che l’abbiamo provata in semifinale quando abbiamo battuto la Turchia. Anche battere il Kazakistan è stato importantissimo e forse in quel momento abbiamo capito che potevamo andare a prendere un traguardo importante. Ci abbiamo creduto e siamo arrivati in finale forti, spensierati e uniti come pochi. Dedico questo oro a tutte le persone che lavorano con me e che credono in me tutti i giorni. Ai miei allenatori e a me stesso”.
Gianluca De Vivo: “È stata la tecnica che ha coronato il nostro sogno, ma prima di quella tecnica c’è stato tutto il lavoro fatto dalla squadra e dai ragazzi che hanno combattuto prima di me e dal sostegno di chi non lo ha fatto in finale: Michele Martina e Luca Maresca, la cui esperienza è arrivata sul tatami attraverso noi. Non potevamo fare altro che vincere. Io e mio fratello Daniele la dedichiamo ad Adriano, il mio migliore amico che purtroppo non c’è più”.
Ahmed El Sharaby: “Prima di tutto a me stesso. È stata una medaglia importante. La dedico a chi mi ha aiutato in questo percorso che non è stato per niente facile”.
Daniele De Vivo: “Ad Adriano, naturalmente, e a tutte le persone che mi accompagnano in questo cammino”.
Simone Marino: “Io sono un po’ la mascotte del gruppo – dice ironicamente – La dedico soprattutto a questo gruppo, con cui è stato bellissimo stare insieme. È stato un sogno che abbiamo raggiunto insieme, dal raduno alle uscite: non pensavamo ad altro”.
Lorenzo Pietromarchi: “La dedico ai miei amici e alla mia famiglia e a questa squadra, sono come fratelli”.
Michele Martina: “Anch’io la dedico a chi mi è stato vicino e ai ragazzi perché è stata un’emozione indescrivibile”.
(foto@fijlkam)
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