Pesca sportiva, Burchielli oro mondiale: “Un sogno.. in uno sport che rispetta l’ambiente”
L’azzurro della Teramo Spinning pratica dall’età di 14 anni. Lavora e si allena tutti i giorni. La vittoria nella ‘trout area’
Nell’universo molteplice delle discipline sportive praticate, c’è anche la pesca sportiva. E l’Italia, da Penisola che si affaccia sul mare e che vanta coste splendide e invidiate in tutto il mondo, insieme a meravigliosi paesaggi di laghi e fiumi, può rivendicare anche un oro mondiale. Precisamente lo fa, nella pesca delle trote (detta ‘trout area’).
Nei primi giorni di novembre a Teramo, si è svolto il Mondiale di pesca sportiva, nella specialità indicata. E Daniele Burchielli, pescatore da anni, come atleta pescatore da tempo, è salito sul primo gradino del podio in un tipo di pesca che rispetta profondamente l’ambiente. Il metodo nato in Giappone è quello del ‘catch&reliease’ come l’azzurro spiega direttamente a Il Faro online. Si pescano le trote e si rilasciano libere poi nei laghi e nei fiumi scenari della pesca, a continuare la loro vita, dopo che si è chiesta una speciale collaborazione per la conquista delle medaglie e per diffondere uno sport in ascesa. Daniele lo dichiara. Tantissimi giovani negli ultimi anni si sono avvicinati alla pesca sportiva. lui stesso lo fece all’età di 14 anni e fu il papà ad instradarlo nella pratica. Capita per tanti campioni italiani. Dall’atletica, al karate, alla ginnastica fino al calcio. Anche Burchielli rientra nella lista speciale dei campioni tricolori. E lo fa proprio e ufficialmente dal Mondiale italiano di Teramo. Un sogno splendido realizzato per lui, dopo aver vestito per tante volte la maglia della sua società sportiva di appartenenza e storicamente molto importante, la ‘Teramo Spinning’. Il desiderio di entrare in Nazionale è arrivato dopo i Campionati Italiani. Lui è stato scelto oltre i vincitori del titolo tricolore. Il Commissario Tecnico azzurro lo ha convocato per la specialità che poi lo ha incoronato re nel mondo.
Affabile, gentile, maturo mentalmente, come lui stesso ama definirsi, e amico di tutti. Compagni di viaggio nello sport, come amici nella vita. Burchielli vuole crescere ancora nella pesca sportiva. In un ambito frequentato quotidianamente e che ad allenamenti, porta le stesse caratteristiche di tutti gli altri sport: sacrifici, costanza, dedizione. E tantissima pazienza. Attendere che il pesce (che poi viene immediatamente rilasciato in seguito) abbocchi all’amo, non è semplice. Lì si vince la battaglia più importante. Come probabilmente accade nella vita e allora ecco, anche nella pesca sportiva o pesca tradizionale, la vita parla e lo sport si fa metafora. Daniele racconta di sé e di una passione nata come una ‘miccia’. Il vedere i suoi progressi, i suoi successi anche lo hanno convinto a proseguire e ad insistere. Lavora Daniele e tiene lo sport come hobby e come meraviglioso mondo a cui dedicarsi, una volta staccato dagli impegni quotidiani. Meritevole e da plausi. Una medaglia mondiale d’oro ricevuta anche per questo, evidentemente.
L’Italia a Teramo ha siglato un record particolare. Proprio Daniele Burchielli è stato il primo azzurro nella storia a salire sul primo gradino del podio iridato nella specialità della ‘trout area’ e lo ha fatto insieme al team azzurro. un titolo a squadre e un titolo individuale, nello splendido anno 2021 azzurro. C’è anche la pesca sportiva a brillare e ad educare. Il rispetto del pescato e dell’ambiente, come il campione mondiale precisa: “Sono state 562 le trote catturate e poi immediatamente rilasciate dall’Italia nelle due manche della prima edizione della competizione della nuova disciplina inserita. Nel rispetto del pesce e dell’ambiente gli atleti rilasciano il pescato conquistato in gara”. Come citava l’articolo de Il Faro online del 10 novembre scorso. Nel futuro l’azzurro vuole continuare a vincere e a praticare una disciplina che è ormai la passione della vita.
Una pesca vincente per Burchielli e per l’Italia, ma che rispetta la vita naturale del pianeta.
Caro Daniele, in questo speciale anno 2021 per i colori italiani nello sport, anche tu puoi firmare un importante successo. Hai vinto il titolo mondiale nella pesca sportiva, nella specialità delle ‘trote pescate’. Puoi raccontare come è andata la tua gara?
“È vero, questo è proprio un anno speciale per l’Italia e anche io nel mio piccolo ho contributo! Il Mondiale vinto non è iniziato proprio bene per me! La prima gara è iniziata in salita, sfortunatamente ho perso troppe trote. Non ho perso la testa nè la concentrazione e piano piano ho recuperato, riuscendo a concludere la gara come primo del mio settore. Alla fine della prima giornata, anche i miei compagni avevano fatto un’ottima prestazione che ci piazzava al primo posto temporaneo, sia come squadra che a livello individuale! Questa situazione mi ha concesso, in qualche modo, di pescare più tranquillo nella seconda gara, dove non ho sbagliato praticamente nulla. Chiudiamo il Mondiale come prima squadra e ciliegina sulla torta.. conquisto anche il titolo individuale!”.
La pesca sportiva porta con sé tantissime curiosità. Come si diventa atleti e come si inizia? Qual è stata la tua esperienza? Esistono delle società sportive? Come si arriva in Nazionale?
“Partirei.. dicendo che ci sono mille sfaccettature della pesca sportiva! A partire dalla pesca per puro divertimento, per arrivare all’agonismo. Io ho iniziato fin da piccolissimo ad andare a pesca con mio papà. All’età di 14 anni, un po’ per gioco un po’ per mettermi alla prova, mi sono avvicinato al mondo delle gare. Con mia sorpresa iniziai subito ad avere ottimi risultati e credo che questa sia stata la miccia. Con il crescere, aumentava anche la mia voglia di gareggiare e così ho iniziato a far parte di società sportive. Attualmente faccio parte della Teramo Spinning, grande società con atleti di gran valore! Colgo l’occasione per ringraziare tutti gli amici/componenti che mi sono stati vicini in ogni vittoria. In tutti questi anni di agonismo ho sempre pensato, come un sogno, di indossare un giorno la maglia con scritto ITALIA. Questo, fortunatamente, è stato l’anno buono, parte della squadra è stata presa dal podio del Campionato Italiano e altri due componenti come scelta tecnica! Io sono stato una scelta tecnica e per questo voglio ringraziare il commissario tecnico e tutto lo staff che ha creduto in me”.
Quali altre specialità esistono nella disciplina ‘pesca sportiva’?
“Come accennavo prima, esistono mille tipi di pesca, che sia dilettantistica o agonistica. Si potrebbe tranquillamente dire che ogni specie di pesce porta con sé il “mondo” gare, dalla più piccola al Mondiale”.
Quali caratteristiche deve avere un buon atleta pescatore? E il pescatore normale?
“Credo che un buon atleta/pescatore debba avere in primis un po’ di fortuna! È quel qualcosa in più che a volte fa la differenza tra vincere o non vincere una gara. E sembra che io e la dea bendata, negli ultimi anni, andiamo d’accordo. Come già detto, ho iniziato a gareggiare da piccolo e per arrivare al livello attuale ho fatto molti sacrifici. Per essere un ottimo agonista credo serva impegno, allenamento, costanza, determinazione e ambizione. È importante non sentirsi mai arrivati, ma voler sempre imparare e migliorare”.
Quali sono le tue caratteristiche agonistiche e umane? Le usi nelle tue gare? Qual è l’equipaggiamento che usi durante le tue competizioni?
“Mi ritengo una brava persona e un bravo agonista! A livello umano, da sempre, ho piacere a mantenere ottimi rapporti con tutti, dentro e fuori il campo gara. Sono allegro, solare e nel contempo mentalmente maturo. Quest’ultima dote mi ha aiutato in molte gare che avevano preso una brutta piega. A livello di attrezzatura, mi viene da dire che è molto personale. Non ci sono standard che piacciono a tutti, ma ogni pescatore ha i suoi marchi o modelli con qui si trova bene e ha feeling. Io personalmente pesco da anni con le stesse canne e mulinelli, continuo invece a cercare e investire sulle esche. Che personalmente credo siano un buon 70% della riuscita di una cattura”.
Sei il primo azzurro della storia a vincere un oro mondiale nella ‘trout area’. Sei felice per questo tuo traguardo?
“Sono strafelice. Era un sogno, che fino a qualche mese fa credevo irraggiungibile. In tutti gli anni da agonista ho sempre pensato che l’indossare la maglia azzurra sarebbe stato fantastico, il coronamento di tanti anni di sacrifici. La parola ‘Mondiale’ era davvero gigantesca e allo stesso tempo pesante e invece eccomi qua, con indosso quella maglia azzurra e un Mondiale vinto”.
Il rispetto del mare. Pensi che il tuo essere sportivo e il tuo sport possano educare all’amore per l’ambiente e al mare?
“Il mio sport e la mia tecnica di pesca fanno del rispetto una base solida. Rispetto del pesce, rispetto dell’avversario e rispetto dell’ambiente. Credo che in qualsiasi tipologia di acqua che sia mare, laghi o fiumi sia fondamentale il rispetto. Solo praticando il catch & release e salvaguardando l’ambiente il nostro sport, la nostra amata pesca avrà un futuro”.
Potrebbe la pesca tradizionale imparare da quella sportiva secondo te? Si equivalgono? In cosa eventualmente?
“La pesca sportiva negli ultimi anni ha avuto un boom di praticanti, soprattutto tra i giovani e giovanissimi. E sono proprio loro che fanno leva sul rispetto del pescato e dell’ambiente! Questo, credo, sia quello che manca alla pesca tradizionale, entrambe sono comunque legate dalla passione e l’amore per questo meraviglioso sport che è la pesca”.
Quali sono i tuoi impegni futuri come atleta?
“Come atleta, ma soprattutto come pescatore per il futuro, ho voglia ancora di agonismo. Di mettermi a confronto e migliorare costantemente. Per poter raggiungere altri traguardi importanti, come per esempio un secondo Campionato Mondiale”.
(foto@Fipsas/DanieleBurchielli)
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