L’Ue “cancella” la parola Natale, il Vaticano: “Non si combattono così le discriminazioni”
Il cardinale Parolin: “Sappiamo che l’Europa deve la sua identità a tanti apporti, ma certamente non si può dimenticare che il principale è stato proprio il cristianesimo”
Città del Vaticano – “Credo che sia giusta la preoccupazione di cancellare tutte le discriminazioni. E’ un cammino di cui abbiamo acquisito sempre più consapevolezza e che naturalmente deve tradursi anche sul terreno pratico. Però, a mio parere, questa non è certamente la strada per raggiungere questo scopo”.
Così il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, commenta le linee guida della Commissione Europea dove si chiede di “cancellare” la parola “Natale” e i nomi “Maria” o “Giovanni” perché troppo cristiani e quindi rischiano di discriminare i non credenti (leggi qui). Per il porporato, come si legge su Vatican News, oggi il rischio che si corre è quello “di distruggere, annientare la persona, in due direzioni principali. La prima, quella della differenziazione che caratterizza il nostro mondo, la tendenza purtroppo è quella di omologare tutto, non sapendo rispettare invece anche le giuste differenze, che naturalmente non devono diventare contrapposizione o fonte di discriminazione, ma devono integrarsi proprio per costruire una umanità piena e integrale”.
“La seconda: la dimenticanza di ciò che è una realtà. E chi va contro la realtà si mette in serio pericolo. E poi c’è la cancellazione di quelle che sono le radici, soprattutto per quanto riguarda le feste cristiane, la dimensione cristiana anche della nostra Europa. Certo, noi sappiamo che l’Europa deve la sua esistenza e la sua identità a tanti apporti, ma certamente non si può dimenticare che uno degli apporti principali, se non il principale, è stato proprio il cristianesimo. Quindi, distruggere la differenza e distruggere le radici vuol dire proprio distruggere la persona”, sottolinea Parolin.
Quindi uno sguardo all’imminente viaggio apostolico del Papa a Cipro e in Grecia: “Mi pare che il Papa, anche nel videomessaggio che ha rivolto alla Grecia e a Cipro prima della sua partenza, qualche giorno fa, sottolinea proprio questa dimensione europea: cioè, andare alle sorgenti dell’Europa, quindi ritrovare quelli che sono gli elementi costitutivi. Certamente, la cultura greca è uno di questi elementi. Poi, il Papa fa riferimento anche a Cipro come a una delle propaggini europee della Terra Santa. Quindi mi pare che questo viaggio arrivi proprio al momento giusto, è un viaggio che ci richiama proprio a queste dimensioni fondamentali che non possono essere cancellate. Dobbiamo ritrovare la capacità di integrare tutte queste realtà senza ignorarle, senza combatterle, senza eliminarle ed emarginarle”.
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