La crisi delle piscine, Barelli: “Impianti dimenticati nonostante i successi..”
Il Presidente della Federnuoto difende gli impianti natatori che faticano a riprendere le attività
Roma – E le piscine italiane? Da tempo non si discute sullo stato economico e strutturale degli impianti natatori. Regolati con norme che assicurano sicurezza e ripresa dell’attività nei mesi passati, molte ancora soffrono della crisi patita a causa della diffusione pandemica da Covid.
Torna a parlarne e a margine di una Olimpiade ricca di medaglie e di successi, insieme ad un Mondiale in corta altrettanto emozionante, che di riflesso hanno portato con sé la voce di imprenditori stremati e preoccupati per la continuazione dell’attività natatoria, che ha regalato all’Italia campioni olimpici e mondiale, il presidente della Federnuoto Paolo Barelli: “I risultati raggiunti ai Giochi di Tokyo e agli ultimi mondiali di Abu Dhabi sono straordinari e sono merito del lavoro dei ragazzi, dei loro tecnici, delle società e della Federazione che li supporta. A malincuore devo dire però che il Paese non li merita per il totale disinteresse sulla questione delle piscine che stanno pian piano chiudendo e già alcune hanno chiuso i battenti”.
All’Adnkronos tuona la prima figura del nuoto azzurro. A conclusione Mondiali in vasca corta in cui l’Italia ha conquistato 5 ori, 5 argenti e 6 bronzi, chiudendo terza nel medagliere finale, Barelli prosegue: “La nostra preoccupazione per i prossimi mesi è riuscire a far allenare al meglio i nostri ragazzi per preparare la stagione 2022, viste le difficoltà in cui gravano tante piscine dove quotidianamente lavorano –sottolinea -. In più se non si aiuta il comparto delle piscine non avremo il ricambio generazionale dei nostri atleti, finita questa generazione di campioni potremmo non averne un’altra”.
(foto@Deepbluemedia)
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