Caso Djokovic, Vucic: “L’Australia si è umiliata”. Il papà del serbo: “Attentato finito”
Difendono il tennista tifosi e governo del suo Paese. Nole già in volo verso casa
A poche ore dalla decisione del Ministero dell’Immigrazione (e quindi dell’Australia) di espellere Novak Djokovic, perché ‘no vax’ (leggi qui), torna la famiglia a difenderlo.
Scuote il mondo del tennis la sua espulsione e stupisce che per la prima volta in carriera, il serbo non potrà giocare gli Australian Open. E’ già nelle rotta dell’Europa il tennista numero uno al mondo e il papà lo difende sui canali social: “50 proiettili nel petto di Novak”. Scrive lapidario il genitore. E prosegue: “L’attentato al miglior sportivo del mondo è finito”.
La Serbia si affianca alla famiglia del campione. Proseguendo la campagna difensiva espressa sin dall’inizio della vicenda. Vucic, presidente della Serbia, ha detto ai giornalisti: “Coloro che pensano di aver difeso alcuni principi hanno dimostrato di non avere principi. Hanno deriso il miglior tennista del mondo per 10-11 giorni per consegnargli la decisione, che conoscevano già dal primo”, ha sottolineato nelle sue dichiarazioni alla stampa.
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