Lotta ai furbetti del tampone, il Nas chiude 21 punti prelievo irregolari

10 febbraio 2022 | 09:48
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Un servizio contro il fenomeno dei “falsi positivi”, ossia di persone già risultate positive che si presentano in un punto di prelievo con la tessera sanitaria di un no vax

Operazione del Nas su 1.360 farmacie e centri di analisi in tutta Italia. Sono 21 i punti di prelievo per i tamponi rapidi chiusi al termine dei controlli svolti nell’ultimo mese. Il comando carabinieri per la Tutela della Salute ha avviato, d’intesa con il ministero della Salute, una vasta campagna di accertamenti per verificare la corretta esecuzione dei tamponi e analisi antigeniche per la ricerca del Covid. Sono 21 i punti di prelievo per i tamponi rapidi chiusi al termine dei controlli svolti nell’ultimo mese.

I controlli dei Carabinieri dei Nas sono stati avviati dal mese scorso in tutta Italia principalmente per prevenire e contrastare il fenomeno dei cosiddetti falsi positivi, ovvero persone già risultate positive che si presentano in un punto di prelievo con la tessera sanitaria di un’altra persona no vax al fine di fargli ottenere, alla scadenza del periodo di quarantena e successivamente a un test negativo effettuato da quest’ultimo, il green pass. Pertanto, i Carabinieri Nas hanno concentrato i loro sforzi per verificare che nei punti di prelievo venissero effettuate correttamente le operazioni di identificazione delle persone da sottoporre a test, previa richiesta ed esibizione del documento di identità insieme alla tessera sanitaria.

Negli ultimi 30 giorni i servizi di controllo hanno interessato complessivamente 1.360 farmacie e centri di analisi, rilevando irregolarità presso 170 di essi (pari al 12,5%) e contestando 282 violazioni, a causa di: uso tamponi e kit reagenti non regolari, i quali, non rispettando gli standard richiesti, potevano fornire un risultato inattendibile; mancata identificazione e registrazione delle persone sottoposte a test nonché irregolarità nella comunicazione delle risultanze nella piattaforma sanitaria informatica; inadeguatezza delle figure professionali impiegate nell’esecuzione dei tamponi, in quattro casi effettuati da personale non qualificato e in altri casi privo del green pass obbligatorio; effettuazione dei test in ambienti non idonei sotto il profilo igienico sanitario (androni di condominio, sottoscala, etc.), in locali promiscui o in totale assenza di autorizzazione regionale, aumentando il rischio di contagio.

Al termine delle ispezioni è stata disposta la sospensione di 21 punti di prelievo di tamponi rapidi condotti in condizioni igienico-strutturali carenti e con modalità non compatibili con la prosecuzione dell’attività. Sono stati sequestrati complessivamente 677 kit per tamponi rapidi risultati non idonei e individuati 18 operatori che svolgevano l’attività sebbene privi del green pass. L’estensione delle verifiche ha inoltre consentito di accertare ulteriori violazioni connesse con la regolare tenuta di farmaci e dispositivi medici, eseguendo il sequestro di 650 confezioni di medicinali defustellati e 25.300 mascherine facciali irregolari. (fonte: Adnokronos)