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Guerra in Ucraina, rinviato il secondo round di negoziati. Le richieste dei due Paesi

2 marzo 2022 | 12:42
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Guerra in Ucraina, rinviato il secondo round di negoziati. Le richieste dei due Paesi

Spostato l’orario: “Non è stato cancellato, si svolgerà questa sera o più tardi”. Lavrov punta il dito: “Kiev prende tempo in linea con istruzioni Usa”

Kiev – Il secondo round di negoziati tra le delegazioni di Russia e Ucraina, che era stato annunciato per oggi, “non è stato cancellato, ma il suo orario è stato rinviato”. Lo affermano fonti diplomatiche citate dal sito russo Sputnik secondo le quali i negoziati “potranno svolgersi questa sera o più tardi”. La Tass poi riporta una dichiarazione del ministero degli Esteri bielorusso che afferma che ultimi preparativi per i negoziati tra le delegazioni di Russia e Ucraina sono nella fase finale. Il primo round di colloqui si è svolto lunedì a Gomel, in Bielorussia, vicino al confine ucraino ed è durato circa sei ore.

“Mosca è pronta a secondo round dei negoziati con Kiev, ma la parte ucraina sta prendendo tempo in linea con le istruzioni degli Usa”, punta intanto il dito il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, dopo che dal Cremlino era stato ribadito che “la delegazione russa oggi pomeriggio aspetterà quella ucraina nel luogo stabilito per i colloqui”, secondo quanto riporta il sito russo Sputnik.

Il presidente russo, Vladimir Putin, oggi ha in agenda colloqui telefonici con alcuni leader internazionali, ha poi reso noto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, nel corso di un punto stampa. “Per prima cosa bisogna vedere se i negoziatori ucraini ci saranno o no, i nostri saranno lì pronti a sedersi al tavolo dei negoziati”, ha detto ancora Peskov, affermando che “questa sera la nostra delegazione sarà nel luogo scelto ad aspettare i negoziatori ucraini. La nostra delegazione – ha aggiunto – è pronta a continuare i colloqui durante la notte”.

Peskov non ha voluto indicare il luogo dei colloqui, ma lunedì, dopo la fine del primo round, il capo delegazione russo Vladimir Medinski, consigliere del presidente Putin, ha detto che si sarebbe svolto sulla frontiere tra Polonia e Bielorussia. Per Peskov “tutte le condizioni necessarie per risolvere questa situazione sono state chiaramente espresse dal presidente Putin, anche con una lista di condizioni che ha spiegato in dettaglio durante le telefonate internazionali”. .

COSA CHIEDONO KIEV E MOSCA

Dopo il primo giro di colloqui, il presidente Zelensky è intanto tornato a chiedere che Mosca fermi i bombardamenti sulle città ucraine prima che possano iniziare incontri sostanziali sul cessate il fuoco, ribadendo la richiesta ai Paesi della Nato di imporre una no fly zone sull’Ucraina per fermare gli aerei russi. Dal canto suo, il presidente russo Putin ha ribadito la disponibilità ai negoziati e la speranza che questi portino ai risultati desiderati, ma ha dettato le sue condizioni per far tacere le armi. Tra le richieste “la sovranità russa della Crimea e la risoluzione degli obiettivi di demilitarizzazione e denazificazione dell’Ucraina e l’assicurazione del suo status neutrale”.

Ieri il portavoce del Cremlino Dmytro Peskov ha fatto sapere che è ”troppo presto” per esprimersi sui negoziati iniziati lunedì. Quello che è certo, al momento, è che non si sta preparando un incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e Zelensky, ha detto ancora, ribadendo che i russi riconoscono Zelensky come presidente legittimo dell’Ucraina.

Nel corso del primo incontro, “abbiamo trovato un punto di contatto sui quali costruire una posizione comune” ha detto ieri il capo della delegazione russa, Vladimir Medinsky. “Abbiamo discusso in dettaglio tutti i temi in agenda e trovato alcuni punti in comune su cui prevediamo che possano essere trovate posizioni comuni”, ha detto Medinsky, a cominciare dal fatto che i negoziati continuino. E continueranno “nei prossimi giorni al confine tra Polonia e Bielorussa, c’è un accordo su questo”, ha riferito il capo della delegazione russa, secondo cui “fino ad allora ogni delegazione si consulterà con la leadership del proprio paese sulle proprie posizioni negoziali”. A far parte della rappresentanza del Cremlino anche esponenti del ministero della Difesa e del ministero degli Esteri, nonché della Duma. (fonte Adnkronos)