Tre volte Coppa del Mondo in discesa, Goggia: “Grazie a chi ha creduto in me”
L’azzurra ha ricevuto il Trofeo sul podio a Courchevel. Domani la gara di supergigante
Un tris dal sapore storico, soprattutto per come è arrivato. Tra infortuni e rinascite, tra lacrime e gioia sul podio, tra lotte in piste e traguardi raggiunti. Sofia Goggia mette in bacheca la terza Coppa del Mondo di carriera in discesa libera (leggi qui). La velocista della neve, regina in specialità nel mondo, ha appena conquistato l’argento olimpico alle Olimpiadi Invernali e ha ricevuto sul podio di Courchevel/Meribel, il Trofeo di Ghiaccio. Non era accaduto lo scorso anno. Nessuna festa per l’azzurra a causa delle restrizioni anti Covid. Stavolta è stato tutto diverso.
E Sofia dichiara: “Fino a gennaio è stata una stagione straordinaria con quasi cento punti di distacco con due discese in meno. Ieri la pressione era molta con Corinne (Suter ndr) che ha fatto una prova magistrale mentre io invece ero totalmente “svarionata”. Poi il vento lo sentivo, non ero concentrata saltando due porte e saltando anche dei passaggi. Ieri sera ho trovato l’equilibrio e oggi ho fatto la gara per me. Sono contenta perché è il mio terzo globo in cinque anni, secondo consecutivo. Ho dato tutto, da Cortina in avanti è stata una sofferenza da sportiva. È stato difficile rimettermi sugli sci senza fare una preparazione adatta e dovevo sciare con molti km in meno delle altre. Ieri ero distrutta, ma alla fine la pressione è il succo dello sport: c’è chi riesce a reggerla e chi si fa schiacciare da essa. A volte mi capita di far entrambe e oggi son riuscita a reggerla indipendentemente dalla mia posizione quando ho visto di essere davanti alla Suter”.
“Prima delle Olimpiadi – dice la Goggia come riporta il sito ufficiale della Federazione Italiana Sport Invernali – avevo fatto uno spazio per questa coppa in libreria; a dir la verità ad inizio stagione pensavo anche più in grande, però è andata così ed è già tanto quello che sono riuscita ad ottenere con un ginocchio un po’ malconcio. Il gigante mi permette di avere una base tecnica solida per avere velocità. Sono un’atleta che non ha bisogno tanto che mi “insegnino” le curve in velocità quanto più come affrontarle perché già di mio creo abbastanza velocità. Cerco sempre di imparare, ma la mia chiave di volta è nella solidità tecnica che tutto il lavoro in gigante mi ha permesso di esprimermi come inizio stagione”.
Non è ancora terminata la stagione dell’atleta delle Fiamme Gialle. Domani ci sarà un’altra gara: “Il Supergigante di domani? Penso di poterlo fare, valuteremo con i miei allenatori. Tengo le porte aperte ma non garantisco. Ringrazio quelle persone che insieme a me mi hanno aiutato nella costruzione del mio percorso”.
(foto@fisi.org)
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