Guerra in Ucraina, videochiamata Papa Francesco-Kirill

16 marzo 2022 | 17:55
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Guerra in Ucraina, videochiamata Papa Francesco-Kirill

Colloquio tra il Pontefice e il Patriarca di Mosca. I due confidano nel negoziato e sperano si giunga presto a un cessate il fuoco

Città del Vaticano – Dopo le frasi per giustificare la guerra in Ucraina (leggi qui), e il “rimprovero” del Vaticano, Papa Francesco e il Patriarca di Mosca si sono incontrati in videochiamata. Tema al centro del colloquio, ovviamente, il conflitto nell’Europa dell’est che sta tenendo il mondo col fiato sospeso.

“Le parti hanno sottolineato l’eccezionale importanza del processo negoziale in corso, esprimendo la loro speranza per il raggiungimento al più presto di una pace giusta”, si legge in una nota diffusa dal Patriarcato di Mosca.

Il patriarca Kirill “ha salutato cordialmente il Primate della Chiesa Cattolica Romana, esprimendo soddisfazione per la possibilità di organizzare un colloquio”. Inoltre, “ha avuto luogo una discussione dettagliata della situazione sul suolo ucraino”.

“Particolare attenzione – spiegano da Mosca – è stata rivolta agli aspetti umanitari dell’attuale crisi e alle azioni della Chiesa ortodossa russa e della Chiesa cattolica romana per superarne le conseguenze”. Entrambi i leader religiosi “hanno discusso anche di alcune questioni attuali della cooperazione bilaterale”.

Da parte della Chiesa ortodossa russa, hanno assistito al colloquio il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne, il metropolita Hilarion di Volokolamsk, e un dipendente del segretariato del Decr per le relazioni intercristiane, I.A. Nikolaev. Il cardinal Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, e il sacerdote Jaromir Zadrapa, membro del medesimo Consiglio, formavano la delegazione vaticana.

Papa Francesco ha ringraziato il Patriarca per questo incontro, motivato dalla volontà di indicare, come pastori del loro popolo, una strada per la pace, di pregare per il dono della pace, perché cessi il fuoco, si legge poi in una nota della Sala Stampa vaticana, diffusa poche ore dopo quella del Patriarcato di Mosca. “La Chiesa – il Papa ha convenuto con il Patriarca – non deve usare la lingua della politica, ma il linguaggio di Gesù”. “Siamo pastori dello stesso Santo Popolo che crede in Dio, nella Santissima Trinità, nella Santa Madre di Dio: per questo dobbiamo unirci nello sforzo di aiutare la pace, di aiutare chi soffre, di cercare vie di pace, per fermare il fuoco”. Entrambi hanno sottolineato l’eccezionale importanza del processo negoziale in corso perché, ha detto il Papa: “Chi paga il conto della guerra è la gente, sono i soldati russi ed è la gente che viene bombardata e muore”.

“Come pastori – ha continuato il Papa – abbiamo il dovere di stare vicino e aiutare tutte le persone che soffrono per la guerra. Un tempo si parlava anche nelle nostre Chiese di guerra santa o di guerra giusta. Oggi non si può parlare così. Si è sviluppata la coscienza cristiana della importanza della pace”. E, convenendo con il Patriarca quanto “Le Chiese sono chiamate a contribuire a rafforzare la pace e la giustizia” Papa Francesco concludeva: “Le guerre sono sempre ingiuste. Perché chi paga è il popolo di Dio. I nostri cuori non possono non piangere di fronte ai bambini, alle donne uccise, a tutte le vittime della guerra. La guerra non è mai la strada. Lo Spirito che ci unisce ci chiede come pastori di aiutare i popoli che soffrono per la guerra”.

Quella di oggi è solo l’ultima di una lunga serie di azioni diplomatiche intraprese dalla Santa Sede, sulla spinta anche del Pontefice, per raggiungere un cessate il fuoco.

(Il Faro online) Foto © Vatican Media – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Papa & Vaticano
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