Karate, Bottaro: “Sentire il mio respiro nel silenzio del Budokan.. è stato particolare”
Le Olimpiadi a Tokyo dell’esordio italiano e il bronzo vinto, dopo un brutto incidente. Adesso, l’azzurra pensa al futuro
Roma – Una delle più grandi atlete della storia del karate. Viviana Bottaro ha avuto la possibilità di partecipare alle prime Olimpiadi della storia per l’arte marziale del cuore e la prima edizione per lei stessa.
Prima dell’azzurra nessuno nella categoria senior aveva avuto la fortuna da salire sul tatami a cinque cerchi. Non l’avevano fatto i grandi prima di lei e neanche la sua allenatrice Roberta Sodero, una delle campionesse di kata più importanti nella storia italiana. Il destino ha scelto Viviana e lei lo ha fatto con il cuore e tra mille difficoltà accorse. Se prima l’azzurra, che per prima della Nazionale Italiana si è qualificata per Tokyo, poteva puntare all’oro individuale, il mostro di un brutto incidente ha sbarrato la strada verso il primo gradino consegnando alla Bottaro dubbi, paure e tanta resilienza. Non si è data per vinta l’azzurra, pluricampionessa mondiale ed europea di kata e insieme al suo staff e al suo carattere di ferro ha realizzato il sogno.
Un desiderio suo personale, come accade per tutti gli atleti del mondo, e di una Italia che in Viviana e negli altri atleti azzurri, si è rivista quando per tutti, loro sono saliti sul tatami olimpico. Vorrebbe che in futuro ancora il karate potesse partecipare. Lo dice ai lettori de Il Faro online prima di partecipare alla serata finale dell’Italian Sportrait Awards 2022. La Bottaro in nominations per la categoria Top Donne, ha applaudito poi Maria Centracchio, collega di arti marziali e campionessa di bronzo olimpico nel judo, che poi ha vinto il Premio al The Village a Roma.
Ma il suo sorriso è rimasto perché la storia ha teso le mani a una ragazza italiana e a una campionessa che a Tokyo è andata e si è presa un bronzo condito dai colori dorati, per quella disavventura vissuta prima tra interventi e paure. Niente da fare, il cuore della guerriera ha vinto e Viviana ha staccato il biglietto della storia salendo per prima sul podio olimpico. Un altro primato giunto. Il terzo posto nel kata femminile ha disegnato una strada su cui certamente tante giovani in futuro vorranno camminare, lei se lo augura e spera che il suo karate possa dunque tornare alle Olimpiadi. E le Olimpiadi per Viviana sono state particolari. Come quel suo respiro che lei ha sentito in un Budokan senza pubblico, che le ha consegnato una nuova lei.
E il respiro per la cultura orientale è la fonte vitale di energia che appartiene a ciascuna persona. Quel respiro che ha portato la Bottaro a costruire una straordinaria carriera di vittorie, insieme al bronzo olimpico che per sempre resterà in bacheca e negli annali del karate italiano. Un kata che esprime un combattimento e non è fine a se stesso. Lo spiega Viviana. E svela che in futuro vorrà restare ancora nello sport per trasmettere le emozioni che lei ha vissuto ai giovani. Intanto si riposa e riprende il respiro, dopo aver donato se stessa al tatami e al karate del cuore. In bocca al lupo Campionessa.
Cara Viviana, il bronzo vinto è stato per te come un oro. Hai avuto un incidente, ti sei ripresa e hai partecipato alle Olimpiadi..
“Ho avuto un incidente stradale con mio marito (Nello Maestri) e ho subìto un brutto infortunio. Ho cercato di proteggere il tutto, era una cosa privata e non volevo influenzare gli arbitri, per capire come andasse a finire. Ho avuto due interventi e ho fatto un anno di riabilitazione. Se prima potevo puntare all’oro.. sono cambiate poi le aspettative, avevo anche il dubbio di gareggiare ancora sinceramente.. c’è stato tanto impegno poi. E’ stato più di un bronzo quello che vinto.. un oro vero.. anche se non ho portato il karate che volevo.. era molto arrangiato, ho dovuto adattare i movimenti avevo un limite alla caviglia (come adesso). Ho compensato col cuore ed è andata bene”.
Come si affronta mentalmente una situazione del genere non facile da gestire?
“La mia mental coach mi ha sempre seguita, Nicoletta Romanazzi. Abbiamo lavorato tanto sulle emozioni. La cosa che si dovrebbe fare è che, quando c’è un imprevisto, bisogna vederlo come una opportunità. Quindi abbiamo subito visto il bicchiere mezzo pieno. Ho avuto un bel team che mi ha seguita tra fisioterapisti, mental coach e allenatori, se fossi stata sola sarebbe stata durissima. Avrei voluto l’oro in una condizione normale.. ma è andata benissimo così con il bronzo conquistato”.
Per la prima volta il karate ha partecipato alle Olimpiadi. Come avete vissuto questo esordio?
“E’ stata un’emozione particolare, anche gareggiare senza pubblico lo è stata. C’eravamo già abituati durante la stagione a questa mancanza.. ma sentire il proprio respiro in quel modo nel silenzio.. è stato abbastanza particolare. Lo senti energicamente il pubblico quando è presente.. invece in quel momento ero sola e ho sentito molto me stessa sul tatami, incredibile”.
E poi è arrivato il bronzo olimpico. Come ti sei sentita?
“E’ stato il coronamento di tanti anni di carriera. Ho rappresentato me stessa e il karate. Ne parlavo spesso con la mia coach Roberta Sodero che ha vinto tutto. Nessuno ha avuto l’opportunità in passato di partecipare ai Giochi, mi sentivo responsabile anche per gli altri, ho scritto un pezzetto di storia. Mi spiace che adesso siamo fuori le Olimpiadi, spero che saremo presto inseriti di nuovo. Vorrei che quello che ho provato io, lo provassero anche gli altri. Troppo bello e grande”.
Il kata probabilmente non è stato capito da alcune persone. Cosa ti senti di dire?
“Il kata è molto particolare. Di primo impatto magari non viene capito. Noi portiamo il combattimento, i movimenti non sono fine a se stessi, non sono semplici esercizi, rappresentano un combattimento. Quando riesci a trasmette questo, fai un passo in più per quello che trasmetti. E’ bello porti il tuo cuore, le tue emozioni e te stessa. Uno strumento bellissimo per noi. C’è tanto lavoro dietro e vuoi arrivare alla perfezione che forse non arriverà mai.. (ride) ma.. è bello lavorare per raggiungerla”.
Adesso Viviana cosa fai? Cosa hai deciso per il tuo futuro?
“Mi sono presa un po’ di tempo. Devo convivere con dei dolori che prima non avevo. Mi alleno ma con molta tranquillità. Dopo l’anno che ho passato, voglio prendermi del tempo per me stessa e per capire cosa fare”.
..ma se pensi al tuo futuro, come ti vedi? Cosa ti piacerebbe fare?
“Mi piacerebbe restare nel campo sportivo, è la mia vita. Il mio bagaglio e trasmetterlo ai giovani è la mia sport mission”.
(foto@Fijlkam)
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