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“La guerra? E’ tradire Dio”: la catechesi del Papa (che cita Dostoevskij) sulla pace

13 aprile 2022 | 13:02
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“La guerra? E’ tradire Dio”: la catechesi del Papa (che cita Dostoevskij) sulla pace

Dal Pontefice una nuova lezione sulla pace a partire dalla “Leggenda del grande inquisitore” del celebre scrittore russo

Città del Vaticano – Una nuova lezione sulla pace arriva da Papa Francesco. L’occasione è l’Udienza Generale del Mercoledì Santo. Davanti a 7mila pellegrini che riempiono l’aula Paolo VI, il Pontefice tiene una catechesi sulla “Pace di Pasqua”. E cita, in barba alla cancel culture di queste ultime settimane, uno dei più grandi scrittori russi dell’800.

Per il Pontefice, infatti,è “sempre attuale un grande racconto di Dostoevskij, la cosiddetta ‘Leggenda del Grande Inquisitore’. Si narra di Gesù che, dopo vari secoli, torna sulla Terra, è una leggenda – spiega il Papa -. Subito è accolto dalla folla festante, che lo riconosce e lo acclama. Ma poi viene arrestato dall’Inquisitore, che rappresenta la logica mondana”.

“Questi lo interroga e lo critica ferocemente – prosegue il Pontefice -. Il motivo finale del rimprovero è che Cristo, pur potendo, non ha mai voluto diventare Cesare, il più grande re di questo mondo, preferendo lasciare libero l’uomo anziché soggiogarlo e risolverne i problemi con la forza”.

“Avrebbe potuto stabilire la pace nel mondo – aggiunge -, piegando il cuore libero ma precario dell’uomo in forza di un potere superiore, ma non ha voluto. ‘Tu – dice l’Inquisitore a Gesù -, accettando il mondo e la porpora dei Cesari, avresti fondato il regno universale e dato la pace universale’ (I fratelli Karamazov, Milano 2012, 345); e con sentenza sferzante conclude: ‘Se c’è qualcuno che ha meritato più di tutti il nostro rogo, sei proprio Tu’ (348)”.

“Ecco l’inganno che si ripete nella storia – sottolinea Francesco -, la tentazione di una pace falsa, basata sul potere, che poi conduce all’odio e al tradimento di Dio”. Alla fine “l’Inquisitore vorrebbe che Gesù ‘gli dicesse qualche cosa, magari anche qualche cosa di amaro, di terribile’. Ma Cristo reagisce con un gesto dolce e concreto: ‘gli si avvicina in silenzio, e lo bacia dolcemente sulle vecchie labbra esangui’ (352)”.

“La pace di Gesù – spiega Papa Bergoglio – non sovrasta gli altri, non è mai una pace armata: mai! Le armi del Vangelo sono la preghiera, la tenerezza, il perdono e l’amore gratuito al prossimo, l’amore a ogni prossimo. È così che si porta la pace di Dio nel mondo. Ecco perché l’aggressione armata di questi giorni, come ogni guerra, rappresenta un oltraggio a Dio, un tradimento blasfemo del Signore della Pasqua, un preferire al suo volto mite quello del falso dio di questo mondo. Sempre la guerra è un’azione umana per portare all’idolatria del potere”.

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