“Insegnaci a fare pace”: la meditazione di russi e ucraini “censurata” alla Via Crucis

16 aprile 2022 | 07:33
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“Insegnaci a fare pace”: la meditazione di russi e ucraini “censurata” alla Via Crucis

Al Colosseo una donna russa e una donna ucraina portano insieme la croce e pregano col Papa ma in silenzio. Ecco il testo della meditazione che non è stato letto durante la Via Crucis

Città del Vaticano – Al Colosseo si torna a pregare, in silenzio, con il pio esercizio della Via Crucis. Sulla terrazza del Palatino, posta difronte al grande anfiteatro, gloria dell’antica civiltà romana, il Papa presiede il rito in silenzio. Migliaia di candele rischiarano la notte della Capitale. Il silenzio viene interrotto solo dai canti in latino e dalle meditazioni. Lacrime scendono sul volto di più di qualcuno durante lo Stabat Mater.

E nonostante le polemiche e i “no” dell’ambasciatore di Kiev presso la Santa Sede (leggi qui), nella penultima stazione, quella dove Gesù muore, una donna russa e una donna ucraina portano insieme il simbolo della redenzione. Un’immagine drammatica quella che immortalano le telecamere. Immagini a cui non sono seguite parole. Si è preferito il silenzio orante davanti alla XIII Stazione, quella della morte di Gesù. Del resto, nel pomeriggio, a Lorena Bianchetti Papa Francesco lo aveva detto: “Davanti al dolore, alla morte, solo il silenzio”. Nessuno però si aspettava che quel silenzio avrebbe accompagnato una di quelle che si appresta a diventare l’immagine più potente del conflitto in Ucraina: due famiglie, una russa e una ucraina, in lacrime, aggrappate a una croce. Insieme.

Il testo è stato così modificato: “Di fronte alla morte il silenzio è più eloquente delle parole. Sostiamo pertanto in un silenzio orante e ciascuno nel cuore preghi per la pace nel mondo”. Dalla Sala Stampa vaticana precisano che “si tratta di un cambiamento previsto, che limita il testo al minimo per affidarsi al silenzio e alla preghiera”. In origine, il testo della meditazione era il seguente:

La morte intorno. La vita che sembra perdere di valore. Tutto cambia in pochi secondi. L’esistenza, le giornate, la spensieratezza della neve d’inverno, l’andare a prendere i bambini a scuola, il lavoro, gli abbracci, le amicizie… tutto. Tutto perde improvvisamente valore. “Dove sei Signore? Dove ti sei nascosto? Vogliamo la nostra vita di prima. Perché tutto questo? Quale colpa abbiamo commesso? Perché ci hai abbandonato? Perché hai abbandonato i nostri popoli? Perché hai spaccato in questo modo le nostre famiglie? Perché non abbiamo più la voglia di sognare e di vivere? Perché le nostre terre sono diventate tenebrose come il Golgota?”. Le lacrime sono finite. La rabbia ha lasciato il passo alla rassegnazione. Sappiamo che Tu ci ami, Signore, ma non lo sentiamo questo amore e questa cosa ci fa impazzire. Ci svegliamo al mattino e per qualche secondo siamo felici, ma poi ci ricordiamo subito quanto sarà difficile riconciliarci. Signore dove sei? Parla nel silenzio della morte e della divisione ed insegnaci a fare pace, ad essere fratelli e sorelle, a ricostruire ciò che le bombe avrebbero voluto annientare.

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