Papa Francesco: “Non incontrerò Kirill, né andrò a Kiev. Per ora”

22 aprile 2022 | 14:13
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Papa Francesco: “Non incontrerò Kirill, né andrò a Kiev. Per ora”

Il Pontefice “rinuncia” al viaggio in Ucraina (per il momento): “A cosa servirebbe il Papa a Kiev se la guerra continuasse il giorno dopo?”

Città del Vaticano – Papa Francesco al momento esclude un incontro con il Patriarca di Mosca Kirill perché “potrebbe creare molta confusione”. Lo dice lo stesso Pontefice in una intervista al quotidiano argentino La Nacion. “Mi rammarico che il Vaticano abbia dovuto sospendere un secondo incontro con il patriarca Kirill, che avevamo programmato per giugno a Gerusalemme”, afferma Francesco. “Ma la nostra diplomazia ha capito che un incontro di noi due in questo momento potrebbe creare molta confusione”.

Il rapporto con Kirill è “molto buono”, sottolinea il Papa. “Ho sempre promosso il dialogo interreligioso. Quando ero arcivescovo di Buenos Aires – ha continuato – ho riunito cristiani, ebrei e musulmani in un dialogo fruttuoso. È stata una delle iniziative di cui sono più orgoglioso. È la stessa politica che promuovo in Vaticano. Come mi avete sentito molte volte, per me l’accordo è superiore al conflitto”. Papa Francesco incontrò il Patriarca di Mosca e di tutta le Russia all’Avana nel 2016, durante la visita apostolica in Messico (fece tappa a Cuba proprio per questo incontro).

E sul viaggio a Kiev frena: “Non posso fare nulla che metta a repentaglio obiettivi più alti, che sono la fine della guerra, una tregua o, almeno, un corridoio umanitario. A cosa servirebbe il Papa andare a Kiev se la guerra continuasse il giorno dopo?”. “Ci sono sempre negoziati. Il Vaticano non riposa mai”, spiega poi riguardo agli sforzi di mediazione con la Russia per fermare la guerra in Ucraina. “Non posso dirvi i dettagli perché cesserebbero di essere sforzi diplomatici. Ma i tentativi non si fermeranno mai”, ha aggiunto il Pontefice.

“Ogni guerra è anacronistica in questo mondo e a questo punto della civiltà. Ecco perchè ho anche baciato pubblicamente la bandiera dell’Ucraina. È stato un gesto di solidarietà con i loro defunti, con le loro famiglie e con coloro che soffrono per l’emigrazione”, ha aggiunto. Per il Pontefice il rischio paventato da Mosca che un’entrata dell’Ucraina nella Nato avrebbe messo in pericolo la sicurezza russa, non giustifica la guerra.

Papa Francesco ammette poi di avere nostalgia dell’Argentina e desidera tornarci in visita ma non sa quando. E alla domanda su quando visiterà il suo Paese risponde “Non lo so. Devono coincidere varie circostanze. Ma voglio rivedere il Paese perché non l’ho mai dimenticato”.

E sul dolore al ginocchio rassicura: “Il recupero dei legamenti è lento a questa età”. “Passerà”, afferma il Pontefice. E al giornalista che gli fa comunque i complimenti per la forma fisica, Francesco con ironia risponde: “A questa età bisogna accontentarsi di sentirsi dire che si è ben conservati”.

Poi replica alle polemiche suscitate da una sua lettera inviata all’amico giornalista Gustavo Sylvestre, nella quale, parlando della stampa argentina che lo accusava di essere filo-Putin, parlava di disinformazione, calunnia, diffamazione e coprofilia.

“Non ho fatto quell’accusa. Quello che volevo fare era sottolineare le tentazioni a cui un giornalista può essere esposto”. Il Pontefice ha anche sottolineato che la lettera era privata e che non ne aveva autorizzato la sua pubblicazione, Inoltre ha ricordato di aver già in passato, detto più volte della tentazione di “coprofilia” nel giornalismo.

“Allo stesso modo – ha continuato il Pontefice -, segnalo le tentazioni a cui possono essere esposti sacerdoti, vescovi e persino papi! Parlo sempre di giornalismo come di una ’nobile professione’ e così ho detto a questo giornalista. Se pensassi che tutti i giornalisti praticano la coprofilia, oggi non saresti seduto con me”. “Ripeto: non ho mai fatto una tale accusa contro tutto il giornalismo – ha ribadito Francesco -. Ho solo segnalato le possibili tentazioni. In realtà, la prima volta che ho parlato della tentazione della ’coprofilia’ nel giornalismo è stato 20 anni fa a una cena ad Adepa. Mi sembra, però, che delle quattro tentazioni che segno per il giornalismo (disinformazione, calunnia, diffamazione e coprofilia) la più grave non sia la coprofilia, ma la disinformazione. Il giornalismo è una professione nobile quando adempie alla sua missione di reportage. La disinformazione è il lato opposto dell’informazione”.

Il Pontefice poi, alla domanda se avesse autorizzato Sylvestre alla pubblicazione della lettera, ha risposto: “Assolutamente no. Il giornalista mi ha chiesto se potevo renderla pubblica e io ho risposto che era meglio non si sapesse ’per non gettare il cherosene nel fuoco’. Non voglio dubbi. Ha solo sottolineato le tentazioni a cui alcuni giornalisti possono essere esposti. Non è mai stato un atto d’accusa nei confronti di tutto il giornalismo”.

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