Il Papa “scomunica” i cristiani “perfetti”: “Meglio una fede imperfetta ma umile che presuntuosa”
Il Pontefice: “Il Signore non cerca cristiani perfetti, che non dubitano mai. La fede è fatta di luci e di ombre. Se no, che fede sarebbe? A me i cristiani perfetti mettono paura”
Città del Vaticano – “Il Signore non cerca cristiani perfetti, che non dubitano mai e ostentano sempre una fede sicura. No, l’avventura della fede, come per Tommaso, è fatta di luci e di ombre. Se no, che fede sarebbe?”. Lo ha detto Papa Francesco introducendo il Regina Caeli, la preghiera domenicale che nel tempo pasquale sostituisce l’Angelus, aggiungendo “io ho paura quando vedo qualche associazione di cristiani che si sentono perfetti”, “quando è così non va bene”. “È meglio una fede imperfetta ma umile, che sempre ritorna a Gesù, di una fede forte ma presuntuosa, che rende orgogliosi e arroganti. Guai di questi”, ha sottolineato il Pontefice.
La fede, ha spiegato Bergoglio, “è fatta di luci e di ombre. Se no, che fede sarebbe? Essa conosce tempi di consolazione, di slancio e di entusiasmo, ma anche stanchezze, smarrimenti, dubbi e oscurità”. Ha ricordato poi la figura di San Tommaso, protagonista del Vangelo odierno: “La ‘crisi’ di Tommaso ci dice che non dobbiamo temere le crisi della vita e della fede. Tante volte ci rendono umili, perché ci spogliano dall’idea di essere a posto, di essere migliori degli altri. Le crisi ci aiutano a riconoscerci bisognosi: ravvivano il bisogno di Dio e ci permettono così di tornare al Signore, di toccare le sue piaghe, di fare nuovamente esperienza del suo amore, come la prima volta”.
“Fratelli e sorelle, specialmente quando sperimentiamo stanchezze o momenti di crisi, Gesù, il Risorto, desidera tornare per stare con noi. Aspetta solo che lo cerchiamo, lo invochiamo, persino che, come Tommaso, protestiamo, portandogli i nostri bisogni e la nostra incredulità”, ha proseguito il Papa affacciato su una piazza San Pietro gremita da 40mila fedeli.
“Pensiamo allora all’ultima volta che, durante un momento difficile o un periodo di crisi, ci siamo chiusi in noi stessi, barricandoci nei nostri problemi e lasciando Gesù fuori casa. E ripromettiamoci, la prossima volta, nella fatica, di ricercare Gesù, di tornare a Lui, al suo perdono, a quelle piaghe che ci hanno risanato. Così, diventeremo anche capaci di compassione, di avvicinare senza rigidità e senza pregiudizi le piaghe degli altri. La Madonna, Madre di misericordia, ci accompagni nel cammino della fede e dell’amore”, ha concluso prima di impartire la benedizione e rivolgere l’ennesimo, accorato, appello per la pace in Ucraina.
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