Pasqua ortodossa, il dolore del Papa: “La pace oltraggiata dalla barbarie della guerra”
A due mesi esatti dall’inizio del conflitto il Papa torna ad appellarsi a Putin e Zelensky: “Ascoltate la voce della gente. E’ triste che in questi giorni si senta più il fragore mortale delle armi anziché il suono delle campane che annunciano la risurrezione”
Città del Vaticano – Nonostante la Pasqua ortodossa, non cessa il fragore delle armi nell’est Europa. Putin ha partecipato alla messa nella Cattedrale di Mosca presieduta dal patriarca Kirill (leggi qui) mentre le bombe continuano a piovere sulle cittadine ucraine. Un dolore, quello dei civili ucraini, che il Papa fa suo e, dalla finestra del suo studio, durante il Regina Coeli (la preghiera domenica che nel tempo pasquale sostituisce l’Angelus), affacciato su una piazza San Pietro gremita da 40mila persone, torna a condannare quanto sta accadendo ai confini orientali del Vecchio Continente: “Cristo è risorto, è risorto veramente! Sia Lui a colmare di speranza le buone attese dei cuori. Sia Lui a donare la pace, oltraggiata dalla barbarie della guerra”.
A due mesi esatti dall’inizio del conflitto, sottolinea il Papa, “anziché fermarsi, la guerra si è inasprita. È triste che in questi giorni, che sono i più santi e solenni per tutti i cristiani, si senta più il fragore mortale delle armi anziché il suono delle campane che annunciano la risurrezione; ed è triste che le armi stiano sempre più prendendo il posto della parola”.
Quindi rinnova “l’appello a una tregua pasquale, segno minimo e tangibile di una volontà di pace. Si arresti l’attacco, per venire incontro alle sofferenze della popolazione stremata; ci si fermi, obbedendo alle parole del Risorto, che il giorno di Pasqua ripete ai suoi discepoli: ‘Pace a voi!’. A tutti chiedo di accrescere la preghiera per la pace e di avere il coraggio di dire, di manifestare che la pace è possibile”. Poi, si rivolge a Putin e Zelensky: “I leader politici, per favore, ascoltino la voce della gente, che vuole la pace, non una escalation del conflitto”.
Francesco saluta quindi “i partecipanti alla Marcia straordinaria Perugia-Assisi per la pace e la fraternità, che si svolge oggi; come pure quanti vi hanno aderito dando vita ad analoghe manifestazioni in altre città d’Italia. Grazie”. E nel giorno dell’Ottava di Pasqua, festa della Divina Misericordia per i cattolici (leggi qui), il Pontefice estende l’appello per la pace anche in Camerum: “Oggi i Vescovi camerunensi compiono con i loro fedeli un pellegrinaggio nazionale al Santuario mariano di Marianberg, per riconsacrare il Paese alla Madre di Dio e metterlo sotto la sua protezione. Pregano in particolare per il ritorno della pace nel loro Paese, che da più di cinque anni, in varie regioni, è lacerato dalle violenze. Eleviamo anche noi la nostra supplica, insieme ai fratelli e alle sorelle del Camerun, affinché Dio, per intercessione della Vergine Maria, conceda presto una pace vera e duratura a questo amato Paese”.
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