Formia, va in ospedale con un dolore al petto. La rimandano a casa: “E’ covid”, ma muore poco dopo
La vicenda risale all’11 luglio scorso, quando una 68enne è andata al pronto soccorso per un forte dolore in petto e al braccio sinistro
Formia – L’11 luglio scorso una 68enne di Formia era andata al pronto soccorso dell’ospedale cittadino per un forte dolore al petto e al braccio sinistro. I sanitari hanno riscontrato che era positiva al Covid e ritendo la sintomatologia riconducibile al virus l’hanno dimessa.
Ma Lucia Chiarelli, 69 anni il 17 luglio, rientrata a casa è morta davanti al marito. Sconvolto e non riuscendo a capacitarsi dell’accaduto, l’uomo assistito da Studio3A ha presentato un esposto nel quale chiede di fare luce sull’accaduto e si verifichi se esistono responsabilità da parte del personale sanitario per una diagnosi presumibilmente sbagliata e dimissioni rivelatesi, con il senno di poi, quanto meno affrettate.
Nella mattina dell’11 luglio la signora Chiarelli che fino a quel momento a parte l’ipertensione non aveva avuto alcun problema di salute ha avvertito un forte dolore al torace e al braccio sinistro. Preoccupata per un possibile infarto si è fatta accompagnare alle 7 e 58 dal marito per sottoporsi agli accertamenti del caso al pronto soccorso dell’ospedale Dono Svizzero di Formia.
I medici hanno sottoposto la donna agli esami ematochimici, da cui non sarebbe emerso nulla di preoccupante, a una radiografia al torace e, da prassi, al tampone naso faringeo Covid 19, che però è risultato positivo. I dottori hanno ricollegato il dolore al coronavirus, non indagano oltre sulla sua possibile natura cardiaca, e alle 9.27 l’hanno dimessa con la diagnosi “dolore torace in Covid positiva”, le prescrivono la classica terapia farmacologia in caso di contagio e, ovviamente, le impongono l’isolamento fiduciario domiciliare.
La coppia è tornata a casa e il marito è andato in farmacia a comprare i farmaci prescritti e rientrato ha somministrato alla moglie le prime gocce di uno dei medicinali, ma la moglie è crollata esanime a terra. Immediato l’allarme al 118, sono accorsi gli operatori dello stesso pronto soccorso di Formia, che al loro arrivo hanno trovato la donna già priva di battito cardiaco e respiro. I tentativi di rianimarla sono risultati vani e alle 11 e 31 viene constatato il decesso di Lucia Chiarelli.
Il marito disperato, lì per lì non ha avuto la forza di fare nulla se non di piangere la moglie e organizzare il funerale con i due figli, a loro volta affranti. Con il passare dei giorni, tuttavia, hanno cominciato a tormentarlo sempre di più i sospetti che al Pronto soccorso di Formia avessero sottovalutato e non indagato a sufficienza sulle condizioni “cardiache” della moglie, deceduta appena due ore essere stata dimessa dal presidio ospedaliero. Che abbiano avuto troppa fretta? Se avesse ricevuto cure sanitarie adeguate si sarebbe salvata?
Il coniuge della vittima, tramite l’area manager Lazio e responsabile della sede di Roma, Angelo Novelli, si è dunque rivolto a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha subito acquisito tutta la documentazione clinica disponibile per valutare il caso con i suoi esperti e sabato è stata presentata una denuncia querela presso i Carabinieri di Formia chiedendo all’autorità giudiziaria di disporre tutti gli accertamenti per chiarire le cause del decesso e accertare eventuali responsabilità di natura anche penale dei medici che hanno avuto in cura la paziente, con particolare riferimento a chi avrebbe dovuto attuare tutti gli accertamenti diagnostici previsti in casi di dolore toracico diffuso all’arto superiore sinistro, che invece non sarebbero stati effettuati, o solo in parte, essendo stata invece attribuita tale sintomatologia all’infezione da virus Covid-19.
Il marito ha anche autorizzato, anzi richiesto espressamente, che la salma della moglie venga riesumata per poter procedere al fondamentale esame autoptico. Con l’auspicio che la Procura ritenga meritevoli di accoglimento le richieste e apra un procedimento penale per dare risposte al marito della povera signora Chiarelli.
Intanto la direzione Salute della Regione Lazio ha fatto sapere con una nota: “La Direzione regionale Salute ha disposto un audit clinico in merito al decesso di una signora di 68 anni dimessa dall’ospedale di Formia e deceduta dopo alcune ore. La disposizione dell’audit serve per chiarire tutti i protocolli clinici adottati ed ovviamente l’Azienda sanitaria locale è a totale disposizione dell’Autorità giudiziaria. Ai familiari e ai cari della donna vanno le profonde condoglianze”.
Per chiarezza di informazione, la nostra redazione ha contattato telefonicamente la direzione della Asl che opera all’ospedale di Formia e la direzione sanitaria di Latina per consentire il diritto di replica ma non ha ricevuto risposta. Il nostro quotidiano resta a disposizione per fornire la versione della Asl
Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.
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