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Elezioni 2022, arriva il “sì” per l’accordo Renzi-Calenda: il Terzo polo compila le liste

11 agosto 2022 | 19:00
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Elezioni 2022, arriva il “sì” per l’accordo Renzi-Calenda: il Terzo polo compila le liste

Si entra nel vivo, la questione candidature sul tavolo dei big di Azione e Italia viva

Alla fine l’atteso sì tra Matteo Renzi e Carlo Calenda è arrivato. “Abbiamo deciso di provarci”, ha annunciato il leader di Iv su Facebook. “Nasce un’alternativa seria e pragmatica”, gli ha fatto eco l’ex ministro dello Sviluppo su Twitter. Il ‘pacchetto’ era stato già definito negli ultimi giorni dagli sherpa dei due partiti, ma mancavano da limare solo alcuni dettagli. Il ‘cuore’ dell’intesa prevede la leadership a Calenda, la lista unica, una presenza “paritaria” di candidati di Iv e Azione e il simbolo con il nome di Calenda in evidenza.

Quest’ultimo particolare, tra l’altro, ha reso un po’ più complessa la chiusura dell’intesa, quando lo stesso Renzi si è trovato a dover fare i conti con il nervosismo dei ‘suoi’ per lo spazio ceduto all’alleato. Tanto che, per chiarire il concetto che “la politica è generosità”, l’ex premier ad accordo chiuso ha pubblicato un post su Instragam con un vecchio video di una partita di calcio in cui lui stesso (maglia numero 10 della nazionale dei parlamentari) serve a Luca Lotti un assist per andare in gol.

“Ci sono dei momenti in cui le ambizioni personali lasciano il passo ai sogni collettivi. Servono gli assist per fare i gol”, ha poi scritto su Fb. Tra i dettagli dell’accordo (“che verrano diffusi un po’ per volta”, come ha spiegato Calenda) c’è lo spazio lasciato nel simbolo a Renew Europe (presente all’Europarlamento grazie all’impegno di Sandro Gozi) ma non alla Lista civica di Federico Pizzarotti: “Dovete chiedere a Renzi”, ha liquidato la questione Calenda.

E poi, in Parlamento il Terzo polo avrà un gruppo unico. In tv, lo spazio maggiore sarà concesso a Calenda come “leader della campagna elettorale”, rispetto a Renzi. Definita la cornice, anche il Terzo polo può entrare nel vivo in vista del voto del 25 settembre. Cioè, la compilazione delle liste. “Io sarò in campo (e in qualche circoscrizione al Senato) per dare una mano e farlo vincere”, ha subito chiarito Renzi confermando l’intenzione di candidarsi in più collegi.

La questione candidature è già sul tavolo dei big dei due partiti (Matteo Richetti e Andrea Mazziotti da una parte e Ettore Rosato e Maria Elena Boschi dall’altra, tra gli altri). Ma sui territori i rappresentanti di Iv e Azione e si stanno già confrontando da giorni. La Toscana, feudo renziano, occupa gran parte delle discussioni. Per Iv sono pronti da giorni la vicepresidente della Regione Stefania Saccardi (in un listino), Stefano Scaramelli a Siena, Gabriele Toccafondi a Firenze, Alessandro Cosimi a Livorno.

Qui la sopresa potrebbe essere il fatto che alcuni big di Iv, come la Boschi e Francesco Bonifazi, potrebbero cedere spazi per candidarsi in un listino in un’altra regione. Per Azione scalpitano Barbara Masini e Marco Remaschi. Altra regione, altre questioni. In Campania Azione punta forte su Mara Carfagna, che dovrebbe guidare la lista in uno o più collegi proporzionali alla Camera. Per i calendiani dovrebbero trovare spazio anche alcuni nomi vicini alle posizioni della ministra del Sud, come Paolo Russo e Gigi Casciello. Dentro Azione aspirerebbe ad un ‘upgrade’ il segretario regionale Giuseppe Sommese.

Ma in Campania Iv vanta molti uscenti, nomi di primo piano come quello di Gennaro Migliore, per cui la candidatura parrebbe scontata. Tra le altre, ci sarebbe anche l’ipotesi di una corsa di Rosato in più collegi. Restando ai ‘pesi massimi’ del Terzo polo, Maria Stella Gelmini dovrebbe misurarsi in un plurinominale a Milano mentre l’altra ministra (di Iv) Elena Bonetti non avrebbe difficoltà a trovare spazio.

Tra la curiosità, in Sardegna il Terzo polo potrebbe dare un tetto agli ex M5s Maria Evangelista e Nardo Marino, mentre in Veneto (dove Iv vanta alcuni uscenti di peso come Daniela Sbrollini e Sara Moretto), in quota Calenda potrebbero correre l’imprenditore Alberto Baban e il sociologo e docente universitario Stefano Allevi. (Fonte Adnkronos)