Festa dell’Assunta, il Papa: “Il vero potere è il servizio, regnare significa amare”
Nel giorno di Ferragosto diecimila fedeli hanno riempito piazza San Pietro per la preghiera dell’Angelus, il Pontefice: “In questo giorno di festa non dimentichiamo chi resta solo”
Città del Vaticano – “Il vero potere è il servizio, regnare significa amare”. Nella solennità dell’Assunzione della Vergine Maria, Papa Francesco, come da tradizione, si affaccia su piazza San Pietro per la preghiera dell’Angelus e, spiegando il Vangelo odierno – che narra dell’incontro tra la Madonna e la cugina Elisabetta – ammonisce i circa diecimila fedeli che sfidano le alte temperature del periodo, sottolineando come a primeggiare non siano il potere o il successo ma l’umiltà e l’amore e invita a non lasciarsi intrappolare dal pessimismo perché Maria accende la speranza.
“Quando Maria entra in casa e saluta Elisabetta, questa le dice: ’Benedetta tu tra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo’. Queste parole, piene di fede, di gioia e di stupore, sono entrate a far parte dell’Ave Maria. Ogni volta che recitiamo questa preghiera tanto bella e familiare, facciamo come Elisabetta: salutiamo Maria e la benediciamo, perché lei ci porta Gesù – aggiunge Francesco -. Maria accoglie la benedizione di Elisabetta e risponde regalandoci il Magnificat, che potremmo definire ’il canto della speranza’. È un inno di lode e di esultanza per le grandi cose che il Signore ha compiuto in lei, ma Maria va oltre: contempla l’opera di Dio in tutta la storia del suo popolo. Dice, ad esempio, che il Signore ’ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote'”.
“Ascoltando queste parole, potremmo chiederci: la Vergine non sta forse esagerando, descrivendo un mondo che non c’è? Infatti, quello che dice non sembra corrispondere alla realtà; mentre lei parla, i potenti non sono stati rovesciati: il temibile Erode, ad esempio, sta saldo sul suo trono. E anche i poveri e gli affamati rimangono tali, mentre i ricchi continuano a prosperare. Ma allora, qual è il senso del cantico di Maria? Non vuole fare la cronaca del tempo, non fa la giornalista, ma dirci qualcosa di molto più importante: che Dio, attraverso di lei, ha inaugurato una svolta storica, ha definitivamente stabilito un nuovo ordine di cose. Lei, piccola e umile, è stata innalzata e portata alla gloria del Cielo, mentre i potenti del mondo sono destinati a rimanere a mani vuote”, prosegue il Santo Padre.
“La Madonna, in altre parole, annuncia un cambiamento radicale, un rovesciamento di valori – spiega
Francesco – Mentre parla con Elisabetta portando Gesù in grembo, anticipa quello che suo Figlio dirà, quando proclamerà beati i poveri e gli umili e metterà in guardia i ricchi e chi si fonda sulla propria autosufficienza. La Vergine, dunque, profetizza: profetizza che a primeggiare non sono il potere, il successo e il denaro, ma il servizio, l’umiltà e l’amore. Guardando a lei nella gloria, capiamo che il vero potere è il servizio e che regnare significa amare. E che questa è la strada per il Cielo”.
Quindi il Papa invita a una riflessione più profonda: “Possiamo chiederci: quel rovesciamento profetico annunciato da Maria, tocca la mia vita? Credo che amare è regnare e servire è potere? Che la meta del mio vivere è il Cielo, il paradiso? O mi preoccupo solo delle cose terrene, materiali? Ancora, osservando le vicende del mondo, mi lascio intrappolare dal pessimismo oppure, come la Vergine, so scorgere l’opera di Dio che, attraverso la mitezza e la piccolezza, compie grandi cose?”.
“Maria oggi canta la speranza e riaccende in noi la speranza: in lei vediamo la meta del cammino: lei è la prima creatura che con tutta sé stessa, in anima e corpo, taglia vincitrice il traguardo del Cielo. Ci mostra che il Cielo è a portata di mano, se anche noi non cediamo al peccato, lodiamo Dio in umiltà e serviamo gli altri con generosità. Lei, la nostra Madre, ci prende per mano, ci accompagna alla gloria, ci invita a gioire pensando al paradiso. Benediciamo Maria con la nostra preghiera e chiediamole uno sguardo profetico, capace di intravedere il Cielo in terra”, conclude il Pontefice.
Poi, dopo la benedizione, il pensiero del Papa è per chi è rimasto da solo: “Auguro una buona festa dell’Assunta a voi qui presenti, a coloro che sono in vacanza, come pure a tanti che non possono permettersi un periodo di distensione, alle persone sole e alle persone ammalate. Non dimentichiamole! E penso con gratitudine in questi giorni a coloro che assicurano i servizi indispensabili per la collettività. Grazie per il vostro lavoro per noi”.
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